
Disciplina antichissima, presente alle Olimpiadi sin dal 1900, il canottaggio è un misto di velocità, potenza e resistenza. Gli atleti, seduti su seggiolini scorrevoli e rivolti verso poppa (quindi in direzione opposta rispetto al senso di marcia), usano dei remi per far muovere l’imbarcazione. Le principali differenze tra le varie imbarcazioni, che concretamente indicano il tipo di gara, risiedono nel numero di componenti dell’equipaggio, nel numero di remi azionati da ogni vogatore (uno “di punta” o due “di coppia”) e nella presenza o meno di un timoniere (così si spiega la dicitura “con” e “senza”). Le gare si svolgono sulla distanza di 2000 metri su 6 corsie. Sono previste batterie con ripescaggi, semifinali e finale.
IL PASS PER PECHINO
Secondo il principio per cui ogni nazione può qualificare un equipaggio per tutte e 14 le specialità, la gran parte dei posti disponibili è stata assegnata nel corso dei campionati del mondo, disputatisi nell’agosto del 2007 a Monaco di Baviera. Per completare il lotto di partenti di pressoché tutte le imbarcazioni si è poi aspettato nel giugno scorso la “Final Qualification Regatta” di Poznan. Solo in quattro specialità, ovvero i singoli e i due di coppia pesi leggeri si è ricorso a manifestazioni continentali in Asia, Africa e America Latina.
È doveroso sottolineare che le barche qualificate a Monaco hanno prenotato il posto per la nazione, cioè l’atleta individualmente non ha acquisito il diritto alla partecipazione ai Giochi. Per le barche qualificate alla Regata Finale in Polonia l’atleta che ha ottenuto la qualificazione deve necessariamente partecipare ai Giochi nella stessa barca.
La sola Australia ha al via 14 imbarcazioni, seguono Germania e Stati Uniti con 13.
GLI ITALIANI IN GARA
L’Italia porta a Pechino 7 barche: tra le gare maschili, il due senza (Giuseppe De Vita e Raffaello Leonardo), il quattro senza (Carlo Mornati, Niccolò Mornati, Alessio Sartori, Lorenzo Carboncini), il quattro di coppia (Luca Agamennoni, Simone Venier, Rossano Galtarossa, Simone Raineri), il doppio pesi leggeri (Elia Luini e Marcello Miani) e il quattro senza pesi leggeri (Jiri Vlcek, Catello Amarante, Salvatore Amitrano, Bruno Mascarenhas); tra le donne, ai Giochi il singolo (Gabriella Bascelli) e il due di coppia (Laura Schiavone, Elisabetta Sancassani).
5 equipaggi hanno centrato la qualificazione ai Mondiali, solo il singolo donne e il due senza sono dovuti ricorrere alla regata finale dello scorso giugno.
Esistono concrete possibilità di medaglia, e per tradizione e per gli ultimi risultati riportati. Ad esempio il quattro senza pesi leggeri, già bronzo ad Atene con 3/4 identici (c’è solo Vlcek al posto di Lorenzo Bestini, peraltro designato come riserva), ha confermato il terzo gradino del podio anche a Monaco ed è giunto secondo nella prova di Coppa del mondo di Poznan. Anche il quattro senza, che ha cambiato del tutto equipaggio rispetto al bronzo di Atene, è giunto secondo ai mondiali a breve distanza dagli olandesi e quinto sempre a Monaco ma in Coppa del Mondo.
Anche il quattro di coppia, che comprende Agamennoni e Galtarossa, medagliati ad Atene su altre imbarcazioni, si è confermato ad alti livelli con il quarto posto iridato e l’argento europeo.
Delle due barche “rosa” il singolo della Bascelli sta crescendo di condizione. L’atleta laziale, reduce da un incidente automobilistico e da un periodo molto duro di riabilitazione (sedia a rotelle e stampelle comprese), è riuscita a bissare la presenza di Atene e può puntare alla finale.
LA LOTTA PER LE MEDAGLIE gara per gara
Gare maschili
1) Singolo: c’è un favorito d’obbligo, ovvero in nessun altro modo si può chiamare un tri-campione mondiale come Mahe Drysdale, neozelandese che del singolo sta facendo la personale riserva aurea. Quindi il norvegese Olaf Tufte, oro olimpico in carica e bronzo ai mondiali di Monaco. Per il podio anche il britannico Alan Campbell, ottimo in coppa del mondo, e il ceco Ondrej Synek.
2) Due di coppia: il duo sloveno Luka Spik-Iztok Cop è abituato a primeggiare, a partire dall’oro olimpico di Sidney, passando per l’argento di Atene e giungendo al nuovo oro iridato 2007. C’è il binomio francese a porre i bastoni fra le ruote e quel Adrien Hardy, olimpico in carica, che ha cambiato compagno (c’è Jean Baptiste Macquet al posto di Sebastien Vieilledent). Ancora britannici temibili, Matthew Wells e Stephen Rowbotham, ai piedi del podio a Monaco. Bielorussia e Nuova Zelanda per il colpo basso.
3) Due senza: l’australiano Drew Ginn è un collezionista di medaglie, 5 titoli mondiali e 2 olimpici lungo 10 anni, nel quattro senza e soprattutto nel due senza. Voga con Duncan Free verso l’ennesimo oro. Gara “oceanica” visto che i neozelandesi George Bridgewater e Nathan Twaddle sono vicecampioni iridati. In calo le quotazioni dei fratelli croati Niksa e Sinisa Skelin, in ascesa i sudafricani Donovan Cech e Ramon Di Clemente.
4) Quattro di coppia: polacchi, con il tricampione mondiale Marek Kolbowicz, e francesi (Peltier, Berrest, Coeffic e Bahain) appaiono i team più forti al momento. C’è di certo l’Italia per un posto sul podio, ma Germania, Ucraina e Russia (campione olimpica in carica, sopravvissuto Alekseij Svirin) navigano assai veloce.
5) Quattro senza: varie imbarcazioni sulla stessa lunghezza, forse Nuova Zelanda, Gran Bretagna e Italia possiedono qualcosa in più. Tra i britannici primi in Coppa del Mondo a Monaco quest’anno, c’è Steve Williams, oro nella stessa specialità ad Atene. Dietro il suddetto trittico, i cechi campioni europei in carica e gli olandesi.
6) Otto: gara spettacolare e imprevedibile. Se si deve nominare un favorito, la scelta ricade sul Canada, a cui manca solo l’oro olimpico per entrare nella storia. Kevin Light, Ben Rutledge, Adam Kreek e Kyle Hamilton hanno infatto incetta di medaglie iridate pregiate nell’ultimo quinquennio. Germania, Australia e Stati Uniti per le restanti medaglie. Attenzione alla competitività della Cina, che ha forse nell’otto la sua barca più attesa.
7) Doppio pesi leggeri: da due anni il mondiale è dei danesi Mads Rasmussen e Rasmus Quist, è inevitabile considerarli i primi della lista. La Grecia del bronzo di Atene Vasileios Polymeros e la Gran Bretagna di Zac Purchase sono alle loro spalle. Attenzione al francese Frederic Dufour, spesso decisivo.
8) Quattro senza pesi leggeri: possiamo sperare in uno splendido regalo da Amitrano, Mascarenhas e gli altri due azzurri, in una gara che ai mondiali ha espresso enorme incertezza. Gran Bretagna, Francia e Cina in pochi metri. Ancora in acqua il danese Eskild Ebbesen, oro ad Atlanta e Sidney e bronzo ad Atene.
Gare femminili
1) Singolo: la bielorussa Ekaterina Karsten-Khodotovitch e la bulgara Rumyana Neykova, oro e argento iridate nonché argento e bronzo olimpiche, vogano a velocità doppia delle altre. La neozelandese Emma Twigg, la ceca Mirka Knapkova e l’americana Michelle Guerette si disputano il bronzo. Che la Bascelli non sia d’accordo?
2) Due di coppia: le campionesse olimpiche in carica, le gemelle australiane Georgina e Caroline Evers Swindell, sono state superate a Monaco dalle impressionanti cinesi Li Qin e Tian Liang, convincenti anche in coppa del mondo. Germania e Gran Bretagna (con la 33enne Elise Laverick) anch’esse in nitida ottica medaglie.
3) Due senza: due coppie sul podio di Atene ancora in prima fila, vale a dire le romene Georgeta Damian e Viorica Susanu e le bielorusse neo campionesse del mondo Yuliya Bichyk e Natallia Helakh. Nuova Zelanda e Germania, delle altre, sembrano le più accreditate per una posizione di rilievo.
4) Quattro di coppia: la Gran Bretagna di Debbie Flood e Frances Houghton può riscattare il secondo posto di Atene, poiché nel frattempo è ulteriormente maturata (l’oro mondiale ne è dimostrazione). È sempre la Germania il suo spauracchio, ieri come oggi alle calcagna delle anglosassoni; Kathrin Boron e Manuela Lutze erano ad Atene e saranno a Pechino. Difficile, inoltre, che scappi una medaglia alle cinesi Feng, Tang, Xi, Jin.
5) Otto: Romania, campione olimpica ad Atlanta, Sidney e Atene, più degli Stati Uniti è indiziata per l’oro; le europee dell’est (tra cui milita il timoniere Elena Georgescu-Nedelc, alla caccia del quarto alloro) e le nordamericane si sono spesso trovate sui primi due gradini del podio in competizioni internazionali. I paesi del Commonwealth, Gran Bretagna e Australia, per il bronzo.
6) Doppio pesi leggeri: oltre alle australiane campionesse del mondo Amber Halliday e Marguerite Houston, diversi binomi possono puntare al metallo. Ad esempio le tedesce Berit Carow e Marie-Louise Draeger, le greche Chrysi Biskitzi e Alexandra Tsiavou, le olandesi Kirsten Van Der Kolk e Marit Van Eupen (queste ultime qualificatesi a Poznan all’ultima occasione valida ma estremamente competitive).
PROGRAMMA GARE
Si gareggia nel pomeriggio di Pechino, dunque anche in Italia orari comodi per godersi le regate. Batterie il 9 e il 10 agosto, ripescaggi per le semifinali l’11 e il 12. Di lì doppio tabellone per delineare tutte le serie di finali: il 13 e il 14 si disputano le semifinali che contano e anche alcune finali tra le ultime barche piazzate. Il 15 e il 16 sono le giornate degli inni: dalle 9.30 a poco prima di mezzogiorno il programma completo, con i singoli ad aprire e gli otto a chiudere.
di Daniele Todisco
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