sabato 26 luglio 2008

Uno sport al giorno: Sport Equestri

EQUITAZIONE

Disciplina della quale sarebbe impossibile definire le origini se è vero che l’arte di cavalcare, di unirsi in simbiosi con il cavallo è vecchio quanto l’uomo…o quanto il cavallo, da sempre l’animale nobile per eccellenza. Fin dall’epoca greca e romana è sorta una vasta letteratura su quelle tecniche che rendevano l’uomo cavaliere.

Dal punto di vista sportivo l’equitazione si è evoluta in una lunga serie di discipline volte a valorizzare i vari aspetti di cui il binomio cavallo-cavaliere deve essere dotato. Solo tre le specialità olimpiche: il dressage, il salto a ostacoli e il concorso completo che racchiude le prime due ed una prova di cross-country .

Unico sport del programma olimpico, assieme alla vela, in cui uomini e donne si confrontano ad armi pari e senza distinzioni, l’equitazione ha fatto il suo esordio olimpico nel lontano 1900 assegnando medaglia nel salto ad ostacoli e nelle stravaganti discipline del salto in alto e del salto in lungo scomparse ben presto dai giochi per lasciare spazio al dressage ed al concorso completo. Qualche apparizione olimpica anche per il volteggio.

Il dressage, in cui si fondono doti quali l’eleganza, la grazia e lo stile, è la disciplina che maggiormente esalta il rapporto simbiotico tra uomo ed equus. Il cavaliere deve far sfoggio delle sue capacità di addestramento dell’animale all’interno di un rettangolo di gara 20x60 metri contraddistinto da lettere uguali per ogni campo di gara. Le lettere, dall'entrata in senso orario, sono: A-K-V-E-S-H-C-M-R-B-P-F, esse sono poste lungo i lati del rettangolo ad una distanza fissa di 10 metri e sono punti di riferimento nell’esecuzione delle figure richieste ai cavalieri. I cavalieri ricevono da una giuria voti compresi tra lo zero ed il dieci a seconda della difficoltà e della riuscita dei movimenti. Il format olimpico prevede che i primi due giorni di gara assegnino le medaglie della competizione a squadre e selezionino i 25 migliori per il secondo turno eliminatorio a titolo individuale. I migliori quindici di quest’ultima fase accedono quindi alla finale che prevede lo svolgimento del programma libero (il freestyle): un esercizio ideato dal cavaliere stesso. Infine una nota per l’abbigliamento che deve rispondere a rigide direttive impartite dai regolamenti: stivali neri, giacca scura, camicia e guanti bianchi, speroni e cappello sono d’obbligo.

Nel salto ad ostacoli i cavalieri sono tenuti a valicare tutti gli ostacoli previsti dal percorso entro il tempo prestabilito dai giudici in merito al percorso stesso. Sono previste penalità in caso di abbattimento dell’ostacolo, del rifiuto del cavallo di valicare l’ostacolo (al secondo rifiuto il binomio viene eliminato) o del superamento del tempo limite stabilito. A decretare la classifica sono le sole penalità, non viene tenuto quindi in considerazione il tempo impiegato nello svolgimento della prova purché nei limiti stabiliti. In caso di ex equo al termine della gara si disputa un’ulteriore prova- il barrage- che tiene invece conto anche del tempo qualora le penalità restino in numero pari. A Pechino i 75 cavalieri saranno chiamati ad un primo impegno che, oltre ad essere valevole come qualificazione individuale, stabilirà anche l’ordine di partenza nelle prove due e tre, quelle che assegneranno le medaglie della prova a squadre. Per ogni nazione vengono selezionati i tre migliori risultati ottenuti dai propri cavalieri. In caso di parità, anche nella prova a squadre si ricorre al barrage. Al termine della terza prova i migliori 35 cavalieri a titolo individuale vengono promossi alle due manche di finale. La prima delle due, il round A, screma ulteriormente il gruppo fino a ridurlo a 20 unità, quelle che si giocheranno le medaglie nel round B.

Nel concorso generale la prova individuale e quella a squadre hanno vita contemporanea con la sola eccezione di un’ulteriore manche di salto ad ostacoli per la prova individuale al quarto giorno di competizione. Nei primi due giorni i cavalieri sono impegnati nella prova di dressage il cui punteggio viene commutato in penalità per la seguente prova di cross-country al terzo giorno: la prova si snoda su 5,7 km e prevede un massimo di 45 ostacoli. Al quarto giorno si svolgono due prove di salto ad ostacoli: nella prima vengono assegnate le medaglie a squadre e vengono selezionati i migliori 25 cavalieri, con un massimo di tre per nazione, aventi diritto alla seconda ed ultima prova che assegna le medaglie individuali.

IL PASS PER PECHINO

200 i cavalieri ai giochi: 75 per salto e concorso completo, 50 per il dressage.

Per il concorso completo qualificate ai giochi le prime cinque dei campionati del mondo di Aquisgrana più cinque ripescate dalle competizioni territoriali: 2 per la zona Panamericana e per la zona europea, una per la zona Asiatico-Pacifica. Per la prova individuale, ai già qualificati per la competizione a squadre, si aggiungono un rappresentante della nazione ospitante (in questo caso Cina e Honk Kong che ospiterà per ragioni sanitari le competizioni equestri) ed i sette migliori esclusi su base territoriale. Qualora il numero di cavalieri non avesse raggiunto il numero limite di 75, la federazione internazionale poteva emanare inviti fino a colmare tali posti vuoti. Analogo criterio adottato anche nel salto.

Per il dressage ai giochi le prime tre dei campionati mondiali a squadre a cui si sono sommate le tre migliori (non ancora qualificate) dei campionati europei e le migliori nei tornei di qualificazione Panamericano e Asiatico-Pacifico. Gli ultimi posti a disposizione sono stati riservati a i migliori esclusi su base territoriale fino ad arrivare a 50 cavalieri.

GLI ITALIANI IN GARA

La pattuglia italica ai giochi sarà estremamente ridotta e vedrà la sola presenza della squadra per il concorso completo e del quarantenne Pierluigi Sangiorgi, a titolo individuale, nel dressage. La squadra per il completo, orfana di Juan Carlos Garcia che ha dovuto rinunciare ai giochi per un infortunio al suo cavallo, sarà composta da 2 amazzoni e 3 cavalieri: Susanna Bordone, Vittoria Panizzon, Stefano Brecciaroli, Fabio Magni e Roberto Rotatori.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

La Germania è la nazione di riferimento: unica ad aver centrato medaglie iridate in tutte e tre le gare a squadre dei mondiali casalinghi. Grande attenzione anche ad Olanda, Stati Uniti e Gran Bretagna; mentre pare in netta difficoltà il movimento francese.

Dressage a squadre

Ad avere la meglio dovrebbe essere ancora la grande tradizione tedesca: i tedeschi dominano da oltre 30 anni la specialità ed hanno inanellato nove ori nelle ultime undici edizioni dei giochi olimpici. Le uniche non vittorie tedesche risalgono ai giochi casalinghi di Monaco ’72 dove furono soltanto secondi, ed ai giochi- boicottati- di Mosca ’80. Le probabilità del settimo successo consecutivo sono a dir poco elevate. A completare il podio dovrebbero essere le solite Olanda e Stati Uniti come già accaduto nel ’96 e nel 2000 in una disciplina che sembra avere gerarchie ormai fossilizzate. Alle loro spalle si segnala solo una crescita costante del team svizzero.

Ad Atene Germania su Spagna e Stati Uniti

Dressage individuale

Dominatore delle ultime due edizioni dei giochi e del ranking mondiale è l’olandese Anky van Grunsven ma, nelle ultime due stagioni, sembra che Isabell Werth gli sia ormai da presso, se non addirittura superiore. La tedesca, argento a Sydney nel 2000, è riuscita anche ad imporsi nei mondiali casalinghi con un certo margine sul leggendario olandese. Per il podio il lizza anche la svedese Brink ed Andreas Helgstrand unici in grado di battere la Werth in coppa del mondo quest’anno.

Ad Atene Van Grunsven superò le amazzoni Salzgeber e Ferrer-Salat.

Completo a squadre

Germania, Stati Uniti e Gran Bretagna in lizza per l’oro. I tedeschi sono campioni del mondo, ma hanno raggiunto tale risultato in casa. Forti di almeno tre individualità importanti partiranno comunque da favoriti anche a Pechino. La Gran Bretagna farà affidamento sulla campionessa mondiale individuale Zara Phillips per cercare di contendere la medaglia più prestigiosa ai tedeschi sopperendo ad un livello medio di squadra forse inferiore. Gli Stati Uniti sembrano un gradino sotto, ma hanno già dimostrato le loro grandi capacità ad Atene dove furono argento al termine di una lotta estenuante con la Francia con una lunga appendice fatta di ricorsi e contestazioni da una parte e dall’altra. I Transalpini, che ai mondiali furono solo settimi per via dell’abbandono di Boiteau, possono comunque competere per una medaglia anche se i fasti ateniesi sembrano quanto mai lontani. Occhio anche algi australiani giunti al bronzo mondiale ad Aquisgrana nonostante siano stati anche loro vittime di un abbandono e costantemente a ridosso della zona podio nelle occasioni importanti.

Ad Atene: oro alla Francia su Gran Bretagna e Usa.

Completo individuale

La Gran Bretagna cercherà di difendere il titolo olimpico conquistato ad Atene da Lesile Law con la campionessa del mondo Zara Phillips che ad Aachen superò l’australiano Fredericks e lo statunitense Tryon. Poi il terzetto tedesco. Difficile comunque fare pronostici certi vista la grande incertezza che spesso regna su tale specialità che prova sensibilmente le capacità di resistenza dei cavalli. Basti pensare che in quasi 100 anni di giochi olimpici solo due cavalieri sono riusciti a bissare l’oro olimpico conquistato quattro anni prima. Ed in effetti nessuno dei cavalieri a podio ad Atene sembra poter competere per gli stessi obiettivi a Pechino.

L’Italia punta ad una posizione tra la quinta e la sesta.

Ad Atene due Britannici sul podio: Lelsie Law oro e Philippa (Pippa) Funnell bronzo intervallati da Kim Severson.

Salto a squadre

Sembra profilarsi l’ennesima sfida tra olandesi e tedeschi. I primi sono campioni del mondo ed hanno una squadra che fa dell’altissimo livello medio il suo vero punto di forza: Schroder, Zoer e Dubberldam commisero infrazioni per appena 11,01 in due round. Nei mondiali casalinghi la Germania fu soltanto terza, risultato che andava a confermare il bronzo olimpico di Atene, ma nell’ultimo mese ha dimostrato uno stato di forma straordinario andando a conquistare tre prove consecutive in Super League battendo in due occasioni su tre proprio gli olandesi. Grande attenzione anche agli Stati Uniti, campioni olimpici in carica e vicecampioni ad Aquisgrana: nonostante una pessima annata in Super League siamo certi che gli statunitensi saranno competitivi a Pechino. Alle loro spalle fari puntati sulla Gran Bretagna, grande escluso dalla competizione olimpica sarà il Belgio di Ludo Philippaerts e del campione del mondo Jos Lensink.

Ad Atene: oro agli Usa su Svezia e Germania.

Salto individuale

Altra gara notoriamente molto incerta soprattutto qualora ci si trovasse in presenza di percorsi non eccessivamente selettivi come fu ad Atene dove i percorsi netti parevano la norma. Ad Aachen si è imposto Jos Lensink autore di una stupefacente rimonta: quarantesimo dopo la prima prova (un macigno in ottica competizione a squadre), il belga è riuscito ad inanellare ben quattro percorsi netti conquistando così il titolo nel barrage disputato dai migliori quattro della classifica e beffando la statunitense Beezie Madden sin lì quasi perfetta. Il bronzo finì sul collo del tedesco Michael Beerbaum (sesto il fratello Gerco). Altri atleti da seguire i fratelli britannici Whitaker, lo statunitense Simpson ed il sempre temibile Ludo Philippaerts.

Ad Atene vinse il brasiliano Pessoa su Kappler e Kutscher.

PROGRAMMA GARE

Le gare, che per motivi igienico-sanitari si svolgeranno ad Honk Kong, prenderanno il via il 9 agosto. Primi quattro giorni dedicati al concorso generale che lascerà poi spazio al dressage ed al salto che animeranno una vera e propria staffetta: 13 e 14 eliminatorie e finali del dressage a squadre, il 15 toccherà alle eliminatorie del salto ad ostacoli, il 16 eliminatorie per il dressage e poi il 17 ancora quelle del salto. Dal 18 spazio alle finali: inizia il salto a squadre, il giorno seguente sarà la volta del dressage individuale ed infine, il 20, finale del salto individuale.

di Marco Cinelli

Uno sport al giorno: Ginnastica Ritmica

GINNASTICA RITMICA

Disciplina della ginnastica e sport olimpico femminile, mette in palio medaglie da Los Angeles 1984 a livello individuale e da Atlanta 1996 per la prova a squadre.

La gara individuale prevede 4 diverse esecuzioni, ognuna con un diverso attrezzo, ossia cerchi, nastri, clavette e funi. Ogni esercizio è valutato secondo tre parametri: valore tecnico (concernente le difficoltà di una serie di specifici elementi, come ad esempio salti ed equilibri), valore artistico (concernente la varietà di maneggio d’attrezzo, della scelta degli elementi corporei, la composizione di base e anche la musica d’accompagnamento) ed esecuzione (concernente il grado di correttezza dell’esercizio, per cui da un massimo di 10 punti vengono scalate penalità a seconda degli errori commessi).

Nelle gare internazionali da qualche anno il punteggio massimo per esercizio è pari a 20, perché il totale è ottenuto per somma dell’esecuzione e della media dei valori artistico e tecnico.

Oltre al concorso generale individuale, si assegna la medaglia a squadre. Tale competizione prevede 2 esecuzioni espresse da 6 ginnaste: la prima con 5 funi, la seconda con 3 cerchi e 2 clavette. Il sistema di valutazione è lo stesso. I valori ottenuti nelle due prove si sommano tra loro per delineare la classifica finale.

IL PASS PER PECHINO

Ai Mondiali di Patrasso del settembre 2007 sono stati assegnati praticamente tutti i visti, alle squadre (12) e agli atleti (24).

Le prime 10 squadre classificate sono state ammesse direttamente ai Giochi, le restanti 2 sono state selezionate per garantire la partecipazione del paese ospitante e di almeno 3 continenti. Poiché la Cina era già qualificata, oltre al Brasile in rappresentanza delle Americhe (peraltro giunto undicesimo) è stata ammessa la Grecia, dodicesima in casa.

Le prime 20 ginnaste classificate sono state anch’esse ammesse direttamente, con il solo limite di 2 atlete per nazione. Coperti altri 3 posti con una ginnasta cinese, una sudafricana e una australiana in virtù dei criteri appena nominati, è stato consegnato un ultimo invito dalla nota “Tripartite Commission”.

GLI ITALIANI IN GARA

L’Italia sarà rappresentata nel concorso a squadre. La nazionale azzurra è reduce da numerosi successi e podi nel corso dell’ultimo quadriennio. All’indomani del sorprendente argento di Atene, è arrivato lo splendido oro ai Mondiali di Baku nel 2005 nella prova con 3 cerchi e 2 clavette, contornato dai due argenti nel completo e nei 5 nastri.

A Patrasso nuove conferme, con 3 argenti (nel completo e nelle prove con 5 funi e 3 cerchi e 2 clavette). Il testa a testa con la Russia ha regalato un ultimo sorpasso agli europei 2008 di Torino nella prova, che sarà olimpica, delle 5 funi (mentre con cerchi e clavette le ragazze si sono aggiudicate l’argento).

La fantastica squadra di ritmica è composta da Elisa Blanchi, Fabrizia D’Ottavio, Marinella Falca, Daniela Massironi, Elisa Santoni e Angelica Savrajuk. Quest’ultima è l’unica novità rispetto alla squadra di Atene, che prevedeva come sesta Laura Vernizzi.

Nella gara individuale non sarà presente alcuna atleta azzurra.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

Gara individuale

Le atlete dell’est europeo, in particolare quelle dell’ex repubbliche sovietiche, dominano la specialità da tempo. La feroce concorrenza in casa Russia ha premiato Vera Sessina e Olga Kapranova, argento e bronzo a Patrasso (la seconda anche oro a Baku nel 2005); fuori dalla competizione a cinque cerchi, quindi, la detentrice del titolo olimpico Alina Kabaeva, nonché l’argento della stessa gara Irina Tchatchina.

Strafavorite le russe, ma in ottima compagnia. A cominciare dall’oro di Patrasso, l’ucraina Anna Bessonova, terza ad Atene e argento agli ultimi europei di Torino.

In seconda fila due ginnaste che in passato si sono spesso dovute accontentare delle medaglie di legno e di cartone, la bielorussa Inna Zhukova e la kazaka Aliya Yusupova.

Poi, sempre dall’Europa, l’azera Aliya Garayeva, l’israeliana Irina Risenson, la bulgara Simona Peycheva e la spagnola Almucena Cid (quest’ultima in gara sin da Atlanta). Alexandra Orlando dal Canada e la cinese Yiming Xiao le uniche extraeuropee competitive, se non altro per la finale.

Gara a squadre

Russia-Italia è la sfida che ha caratterizzato gli ultimi anni di competizioni internazionali. Non c’è dubbio che alle maestre dell’est si debbano attribuire percentuali di vittoria maggiore, ma le splendide azzurre stanno progressivamente limando il gap, soprattutto in relazione alla pulizia e bellezza d’esecuzione. Se l’Italia riuscirà a sopravanzare le russe nella prova con le funi, ecco che i cerchi e le clavette potrebbero riservare gradite sorprese.

Bielorussia e Bulgaria si disputano il bronzo, e difficilmente ci sarà sul podio una squadra diversa dalle 4 citate. La solita incognita, la Cina.

PROGRAMMA GARE

La ritmica chiuderà il programma della ginnastica. Si parte il 21 agosto con qualificazioni individuali e a squadre rispettivamente da mezzogiorno e dalle 14.30. Identico programma il 22, seconda tornata di qualificazioni. Nella 2 giorni di chiusura olimpica le finali: il 23 da mezzogiorno e in circa due ore si assegnano le medaglie individuali, il 24 dalle 5 di mattina e per poco più di un’ora si esibiscono le squadre.

di Daniele Todisco

Uno sport al giorno: Nuoto di Fondo

NUOTO DI FONDO

Disciplina antica quanto la capacità dell’uomo di nuotare, il nuoto in acque libere fa per la prima volta ingresso ai giochi olimpici assegnando due ori nella distanza “marathon” di 10 km. Lo stile è, ovviamente, quello libero e, tra le difficoltà principali, quelle derivanti dalle acque agitate, dalla temperatura delle stesse e dalla presenza di alghe, mucillagini o- addirittura- meduse.

IL PASS PER PECHINO

Primo evento qualificante era il campionato mondiale di Siviglia nello scorso maggio. Accesso diretto ai giochi per i primi 10, ripescaggio per un rappresentante di ogni continente dall’11° in poi tra coloro che non appartenessero comunque ad una nazione già qualificata con un altro atleta. Nota curiosa l’assenza totale di atleti africani che ha quindi ridotto a 14 il numero dei pass distribuiti. L’ultima chance di qualificazione, per i soli paesi che non avessero già ottenuto alcuna carta olimpica, è andata in scena nelle acque olimpiche di Pechino a fine maggio: 9 i posti messi in palio, al massimo uno per ogni nazione non ancora qualificata ai giochi.

GLI ITALIANI IN GARA

A rappresentarci ai giochi saranno soltanto due atleti: Martina Grimaldi e Valerio Cleri.

Martina Grimaldi, 20enne bolognese ma già dalla grande esperienza, ha centrato il pass olimpico soltanto nei ripescaggi di Pechino dove è giunta seconda alle spalle della statunitense Sutton e davanti all’altra azzurra Alice Franco che è quindi rimasta esclusa dai giochi. Ai mondiali di Siviglia si è classificata soltanto 26esima (la Franco fu 14esima) ma, per quel che può contare, in Cina ha nuotato i 10km in 2 minuti meno di quanto fatto in Spagna.

Ben diverse le sorti ed il curriculum di Valerio Cleri: il 27enne di Palestrina ha infatti centrato il pass direttamente ai campionati del mondo dove è giunto ottavo, piazzamento che è forse il punto più basso di una stagione 2008 davvero ottima per il laziale con ben due successi ed un terzo posto nelle tre tappe di coppa del mondo sin qui disputate che lo hanno portato al primato nel ranking di coppa.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

L’ingresso ai giochi della disciplina ha portato a cimentarsi sulla distanza olimpica tutti i grandi rappresentanti del nuoto di fondo e gran fondo. Nazione di punta, con ben 4 titoli mondiali su 6 a Siviglia, è certamente la Russia. Nella lotta per le medaglie anche Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti, Olanda ed Italia forte di una tradizione di lungo corso.

10km femminile

Grande favorita è la giovane russa La Risa Ilchenko che a Siviglia ha bissato il titolo conquistato lo scorso anno a Melbourne (per la cronaca ha bissato anche il titolo nella 5km). Alle sue spalle, sia a Siviglia che a Melbourne, è finita la britannica Patten. Attenzione anche alla tedesca Maurer, solo settima ai mondiali ma sin qui molto bene in coppa, alla Statunitense Sutton, bronzo mondiale nei 5km e vincitrice della preolimpica di maggio, ed all’olandese Van Dijk, soltanto 11esima ai mondiali ma sempre temibile. Poche le chance di medaglia per la nostra Martina Grimaldi.

10km maschile

Ancora Russia, ancora con un bicampione del mondo: Vladimir Dyatchin oro sia a Melbourne, dove bruciò Thomas Lurz, che a Siviglia, dove ha battuto l’ex “vaschista” David Davis. Proprio il britannico, che a 19 anni conquistò il bronzo nei 1500 sl ad Atene, sembra essere una delle poche alternative al russo assieme al tedesco Lurz, più forte nella distanza dei 5km, ma costantemente sui podi che contano. Speranza da podio anche per il nostro Valerio Cleri 8° a Siviglia, 15° a Melbourne e 2° ai mondiali casalinghi di Napoli nel 2006. Come detto il romano ha particolarmente brillato nella coppa del mondo dove si è tolto per ben due volte lo sfizio di battere Thomas Lurz. Fuori dalle gare olimpiche Grant Hackett che aveva cercato il pass ai mondiali spagnoli: una squalifica gli ha tarpato le ali.

PROGRAMMA GARE

Il 20 agosto scenderanno in acqua le donne, il giorno seguente toccherà agli uomini.

di Marco Cinelli

venerdì 25 luglio 2008

Uno sport al giorno: Ginnastica artistica

GINNASTICA ARTISTICA

La ginnastica artistica è dal 1896 disciplina olimpica, ma fino ai Giochi di Amsterdam 1928 le gare sono state accessibili ai soli uomini (per vedere assegnate le medaglie al femminile nei concorsi di specialità si dovette attendere il 1952).

A Pechino ci saranno in palio 14 ori, 8 maschili e 6 femminili.

I concorsi generali, individuali e a squadre, prevedono che gli atleti si misurino su tutti gli attrezzi, e la graduatoria viene stilata sommando i singoli punteggi ottenuti. I maschi competono inoltre in 6 singole specialità: corpo libero, anelli, parallele simmetriche, volteggio, sbarra e cavallo con maniglie; le femmine in 4: corpo libero, volteggio, parallele asimmetriche e trave. Differenti attrezzi per differenti qualità: agli uomini si richiedono in particolare doti di forza fisica, alle donne doti di agilità ed equilibrio.

Gli esercizi di qualificazione alla finale del concorso generale valgono poi anche come lasciapassare per le finali dei singoli attrezzi, che sono previste nei giorni successivi.

I punteggi sono assegnati dai giudici in base a criteri ben determinati, come ad esempio la presenza di movimenti obbligatori (esigenze specifiche), la difficoltà dei movimenti eseguiti (classificati dal Codice dei punteggi secondo 6 diversi livelli) e la bontà dell’esecuzione in confronto all’ideale.

IL PASS PER PECHINO

I Mondiali che si sono disputati a Stoccarda nel settembre 2007 hanno consegnato praticamente tutte le carte olimpiche. In particolare la graduatoria finale del concorso generale a squadre ha delineato il numero di posti disponibili per ogni federazione.

Le prime 12 squadre qualificate hanno usufruito del massimo di inviti, ben 6. I team classificatisi al 13°, 14° e 15° posto inviano in Cina 2 atleti, quelli giunti dal 16° al 18° posto un solo atleta.

I restanti posti sono stati assegnati a singoli ginnasti rappresentanti di paesi classificatisi oltre il 18° posto, a ginnasti che avessero vinto un oro individuale (e che anche appartenessero a nazioni ancora prive di pass), e infine ad atleti in rappresentanza di tutti i continenti.

GLI ITALIANI IN GARA

Grazie al 10° posto in campo maschile e al 4° in campo femminile nei concorsi generali a squadre dei mondiali di Stoccarda, l’Italia avrà ai nastri di partenza ben 12 atleti, 6 ragazzi e 6 ragazze.

I ragazzi sono Matteo Morandi (anelli), Igor Cassina (sbarra), Matteo Angioletti (anelli e volteggio), Alberto Busnari (cavallo con maniglie e sbarra), Andrea Coppolino (anelli e parallele) e Enrico Pozzo (concorso generale e sbarra).

Le ragazze sono invece Monica Bergamelli (volteggio e concorso generale), Vanessa Ferrari (corpo libero, parallele asimmetriche e concorso generale), Lia Parolari (volteggio), Carlotta Giovannini (volteggio), Francesca Benolli (volteggio) e Sara Bradaschia (trave).

Tra parentesi l’attrezzo o gli attrezzi prediletti dai nostri atleti i quali, si ripete, entrano tutti in gara nelle prime giornate di qualificazioni anche per tentare di raggiungere le finali di specialità.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE gara per gara

Gare maschili

1) Corpo libero: c’è un favorito, il brasiliano Diego Hypolito, medaglia d’oro ai Mondiali 2005 e 2007, e argento nel 2006. Nel corso della primavera ha contratto la dengue (febbre malarica), ma ciò non dovrebbe aver provocato ritardi di preparazione. Il cinese Zou Kai può sfruttare l’aria di casa per strappare un punteggio ben oltre i 16.000. Lo spagnolo Gervasio Deferr e l’israeliano Alexander Shatilov possiedono il carisma per agguantare una medaglia. Infine il russo Alan Golotsutskov, primo a Mosca e Losanna nel 2008.

2) Anelli: sarà arduo sfilare dal collo di Chen Yibing l’oro nella specialità tanto cara a Yuri Chechi. Oro nelle ultime due edizioni dei Mondiali, si è pure imposto quest’anno in Coppa del Mondo in patria, a Tianjin. Avversario immortale è il bulgaro Jordan Jovtchev, 35enne a cui i giudici rubarono l’oro di Atene (assegnandolo invece al greco Tampakos). L’olandese Yuri van Gelder vanta risultati di rilievo negli ultimi anni e, insieme al naturalizzato americano Kai Wen Tan, capitano della squadra americana, può insidiare i primi della classe. Coppolino più di Morandi può aspirare ad un buon piazzamento tra gli 8.

3) Parallele simmetriche: impossibile ignorare i padroni di casa, da Xu Huang al pluri medagliato Wei Yang. I coreani sembrano gli avversari più tosti, Yoo Won Chul in particolare; eppure gli europei possono in questa specialità sbaragliare la concorrenza. Dall’oro europeo, lo sloveno Mitja Petkovsek, al francese Yann Cucherat, ancora al campione olimpico in carica, l’ucraino Valeri Gontcharov.

4) Volteggio: qui l’Europa potrebbe sottrarre l’oro agli asiatici. Il polacco Leszek Blanik si pone come favorito, campione mondiale e continentale in carica. Quindi il romeno Ilie Daniel Popescu e il “vecchio” lettone Evgeni Sapronenko, oltre al bielorusso Dimitri Kaspiarovich. In netta crescita le azioni del nord-coreano Se Gwang Ri.

5) Sbarra: Igor Cassina deve registrare qualche passaggio del proprio esercizio per evitare errori e ripetere la prestazione magistrale di Atene. Gli avversari sono agguerriti: dal polivalente tedesco Fabian Hambuechen, al greco Vlasios Maras, per finire con lo sloveno Aljaz Pegan. Dal resto del mondo il cinese Zou Kai e l’australiano Philippe Rizzo.

6) Cavallo con maniglie: Xiao Qin è l’assoluto specialista dell’attrezzo e i tre titoli mondiali tra il 2005 e il 2007 lo testimoniano, come anche i distacchi inferti agli inseguitori. I quali sono sostanzialmente l’ungherese Krisztian Berki, il croato Filip Ude e il britannico Louis Smith. Sempre pericolosi giapponesi e statunitensi.

7) Concorso completo individuale: gara sui generis, che mescola consistenza fisica e mentale e casualità. Il cinese Wei Yang e il già citato Hambuechen hanno occupato i primi due gradini del podio dei mondiali 2006 e 2007 e dunque vanno eletti a favoriti. Ogni paese di spicco ha il suo asso nella manica: il Giappone Hiroyuki Tomita, gli Stati Uniti Jonathan Horton, la Russia Maxim Deviatovski, la Corea del Sud l’argento di Atene Dae Eun Kim. Dall’Europa anche lo spagnolo Rafael Martinez e il romeno Flavius Koczi.

8) Concorso completo a squadre: l’oro della Cina sembra scontato se relazionato alla sede di gara. I padroni di casa puntano a staccare gli altri sin dalla prima rotazione. Giappone, Stati Uniti e Germania si giocano le restanti medaglie; Russia, Corea del Sud e Romania pronte ad infilarsi in caso di cadute o errori gravi.

Gare femminili

1) Corpo libero: la doppietta americana dei mondiali di Stoccarda ha mutato gli equilibri della specialità. La 16enne Shawn Johnson è un talento enorme che potrebbe definitivamente esplodere a Pechino. Cheng Fei è ugualmente pronta a far scorpacciata di medaglie e non vorrà sfigurare. Vanessa Ferrari è una speranza concreta, ma la rumena Sandra Izbasa, la britannica Elizabeth Tweddle e la francese Cassy Vericel possiedono le credenziali per salire sul podio. Poi le brasiliane, sempre temibili.

2) Trave: Anastasia Liukin, bicampionessa mondiale (e statunitense con più medaglie mondiali individuali – raggiunta Shannon Miller), è la ragazza da battere. Poi protagoniste specializzate, come la cinese Li Shanshan, la rumena Steliana Nistor e la russa Ksenia Semenova, e ginnaste onnivore, come le già citate Johnson, Izbasa e, perché no, Ferrari.

3) Parallele asimmetriche: ancora Liukin e Semenova, oro e argento a Stoccarda. La Tweddle promette battaglia, come anche la Nistor e l’ucraina Dariya Zgoba. Tutte però dovranno scardinare la muraglia cinese, eretta in favore di Yang Yilin e della giovanissima He Kexin..

4) Volteggio: Cheng Fei difficilmente deluderà le aspettative, e cioè senza mezzi termini la conquista dell’oro. La nord coreana Hong Su Jong, l’americana Alicia Sacramone e la naturalizzata tedesca Oksana Chusovitina, campionessa europea in carica, si frappongono fra la cinese e il metallo più prezioso. Agli stessi europei di aprile le nostre Giovannini e Benolli hanno conquistato argento e bronzo. La finale costituirebbe per entrambe un risultato ottimo.

5) Concorso completo individuale: Vanessa Ferrari, campionessa mondiale 2006 e bronzo l’anno successivo, insegue la definitiva consacrazione. Ci sono però due ginnaste più giovani di lei che le daranno filo da torcere: l’aliena Johnson e la 17enne brasiliana Jade Barbosa, dominatrice da junior. Per l’oro in lizza anche la Nistor e la Liukin. Apparentemente non c’è una ginnasta cinese che possa pareggiare l’altrui qualità, ma la preparazione dell’ultimo anno potrebbe portare alla luce una macchina perfetta.

6) Concorso completo a squadre: gara tutta da ammirare, con almeno 6 formazioni a puntare al podio. L’oro sembra un discorso a due tra Stati Uniti e Cina, ma appena oltre Romania, Italia, Russia e Brasile. Persino Francia e Gran Bretagna, trascinate da Vericel e Tweddle, potrebbero infilarsi in cima.

Ad Atene la parzialità dei giudici rovinò alcune gare, in primis anelli e sbarra. Il pubblico diverse volte si trovò a fischiare punteggi gonfiati. Yuri Chechi e Igor Cassina regalarono all’Italia emozioni fortissime. Due americani trionfarono nel concorso generale, Paul Hamm e Caryl Patterson (ma fu argento nelle competizioni a squadre), mentre la “diva” Khorkina si dovette accontentare dell’argento e del bronzo a squadre. La Romania al femminile conquistò 4 ori su 6 disponibili (la Ponor si aggiudicò corpo libero e trave), mentre in ambito maschile nessun paese realizzò la doppietta pesante.

Se nel settore maschile alcuni medagliati come Deferr, Gontcharov, Dae Eun Kim, Cassina possono ben sperare di ribadire i valori espressi ad Atene, tra le ragazze negli ultimi 4 anni si è assistito ad un ricambio generazionale molto rapido.

PROGRAMMA GARE

Primi esercizi nel giorno successivo alla cerimonia d’apertura: qualificazioni in tre round per gli uomini il 9 agosto e in quattro round per le donne il 10. Il 12 e il 13 finali a squadre, rispettivamente maschile e femminile, dalle 4 di mattina. Si procede allo stesso modo per il concorso generale individuale, con ginnasti in pedana il 14 sempre dalle 4 di mattina e ginnaste a Ferragosto dalle 4.15. Pausa il 16, dal 17 tutte le finali di specialità.

Il 17 corpo libero uomini e donne, il cavallo con maniglie e il volteggio donne; il 18 anelli e volteggio maschile, intramezzati dalle parallele asimmetriche femminili; infine il 19 agosto escalation di spettacolo con parallele maschili, trave femminile e sbarra maschile. Orari fissi: da mezzogiorno e per circa due ore.

di Daniele Todisco

Uno sport al giorno: Trampolino elastico

TRAMPOLINO ELASTICO

Tale spettacolare disciplina della ginnastica è molto giovane in ambito olimpico, avendo esordito soltanto a Sidney nel 2000. Si tratta di esercizi ed evoluzioni eseguite su un trampolino elastico secondo un determinato programma in parte prestabilito e valutato da una giuria tecnica.

In particolare gli atleti si misurano dapprima in un turno eliminatorio in cui devono presentare 2 esercizi, ognuno costituito da 10 elementi: il primo prevede requisiti speciali, mentre il secondo è libero, cioè a discrezione dell’atleta. Quindi in finale i migliori 8 atleti delle qualificazioni si producono in 1 solo esercizio libero, a punteggio azzerato.

Ogni esercizio è caratterizzato dall’altezza, da salti continui e ritmici, con arrivo in piedi, di pancia, di schiena o seduto, senza esitazioni o “candele” intermedie. Negli esercizi sono richieste determinate posizioni del corpo (raggruppato, carpiato o teso) e degli arti. Ogni elemento ha un punteggio dato dal relativo quoziente di difficoltà, nessun elemento può essere ripetuto.

IL PASS PER PECHINO

Rigidi e semplici principi hanno regolato l’accesso a Pechino. Per riempire i 32 posti (16 uomini e 16 donne) si sono sostanzialmente prese in considerazione le classifiche dei Campionati del Mondo del 2007 disputatisi in Quebec. Fermo restando il limite di 2 atleti per nazione (4 in tutto), i primi 8 classificati hanno conquistato il pass per la nazione di appartenenza. 5 posti sono stati assegnati secondo l’ordine di merito espresso dal turno di qualificazione, a quegli atleti classificatisi dopo i suddetti 8 e di nazioni ancora non rappresentate. Una carta è stata consegnata per invito dalla “Tripartite Commission” ad un’atleta considerato meritevole, mentre le ultime 2 sono state riservate (1) al paese ospitante qualora non fosse riuscito a qualificare direttamente nessun’atleta e (1) ad un esponente di un continente ancora non rappresentato (al fine di avere atleti provenienti da almeno 4 continenti). Poiché la Cina aveva già qualificato il contingente massimo, il primo problema non si è posto ed è stato offerto spazio ad atleti e atlete di altri Paesi.

ITALIANI IN GARA

Esattamente come ad Atene, l’Italia porta in Cina un atleta per la gara maschile. È peraltro lo stesso trampolinista, ossia Flavio Cannone, bergamasco di Ponte San Pietro che in Grecia fu 13°. Sesto ai mondiali canadesi e non lontano dal podio, l’azzurro ha raggiunto una maturità atletica che lo pone costantemente tra i migliori della disciplina. Quest’anno un secondo posto nella tappa di Coppa del Mondo di Wroclaw in Polonia, nel 2007 diversi piazzamenti tra i primi 8, perfino nella tana dei cinesi di Kushan City. Può in definitiva aspirare in un posto in finale, pressoché inaccessibile la top three.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

Tra gli uomini Cina e Giappone, unici Paesi a schierare due atleti, dovrebbero occupare interamente il podio. La Russia è probabilmente più competitiva a livello femminile, ma è indiscutibilmente la terza forza mondiale. Tra le donne ancora Cina e Russia, ma anche Canada e Germania, che ad Atene si aggiudicarono le due medaglie più preziose.

Gara maschile

Ye Shuai e Dong Dong, primo e secondo agli ultimi mondiali, sono i favoriti per l’oro. Superata la concorrenza dell’altrettanto straordinario compagno di squadra Lu Chunlong, se la dovranno vedere soprattutto con i giapponesi Yasuhiro Ueyama (primo nel ranking internazionale) e Tetsuya Sotomura. In terza fila i russi Alexander Rusakov e Dimitri Ushakov. Outsider la medaglia d’oro e quella di bronzo di Atene, e cioè l’ucraino Yuri Nikitin e il tedesco Henrik Stehlik.

Difficile che agli atleti di casa sfugga la doppietta.

Ad Atene Nikitin e Stehlik, appunto, si piazzarono primo e terzo. Nel mezzo, Alexander Moskalenko.

Gara femminile

La russa Irina Karavaeva e la canadese Karen Cockburn, leader del ranking mondiale, paiono le uniche in grado a sottrarre alle cinesi Huang Shanshan e We Henna l’oro. Attenzione alla tedesca di origini georgiane Anna Dogonadze, che ad Atene superò tutte con uno splendido esercizio di finale. Completano il lotto delle favorite l’altra russa Natalia Chernova, che però nelle gare che contano è sempre finita dietro la compagna di squadra, e l’altra canadese Rosannagh Maclennan, bronzo mondiale.

Ad Atene dietro la Dogonadze, Cockburn e Huang.

PROGRAMMA GARE

Si inizia sabato 16 agosto con le prime 2 routine (esercizi), le donne tra le 5 e le 6.15 del mattino italiano, gli uomini subito dopo e fino alle 7.30. Pausa il 17, finali il 18 e il 19 con precedenza alle donne. L’orario coincide, dalle 14.15 e per circa mezzora, splendido spettacolo.

di Daniele Todisco

Uno sport al giorno: Hockey Prato

HOCKEY PRATO

Molto simile al calcio, con cui condivide l’origine anglosassone, le dimensioni del campo ed il numero di giocatori in campo, l’hockey su prato è sport dalla tradizione antichissima tanto da essere praticato, in forme primordiali, addirittura nell’antica Grecia; ma i tratti distintivi si definiscono in Inghilterra nella seconda metà dell’800 con la nascita, nel 1861, del primo club hockeystico. Ben presto la disciplina si diffuse in larga parte dei paesi di quello che allora era il Commonwealth, in particolar modo nei paesi del Golfo del Bengala. Ma scuole di assoluto valore sono sorte anche in Europa (Olanda, Germania e Spagna su tutte) ed Argentina.

Due squadre si fronteggiano su un campo di 100x60 yard (91,40x55 metri) in due tempi da 35’ schierando undici uomini muniti del caratteristico bastone. Obiettivo del gioco è, ovviamente, quello di segnare il maggior numero di reti in una porta delle dimensioni di 12x7 piedi (3,66x2,14 metri) difesa dal portiere, unico giocatore che possa usare le mani per arpionare la palla senza limitazione alcuna. La rete può essere realizzata solo tirando in una semi-circonferenza del diametro di 16 yard detta area di tiro.

L’esordio olimpico dell’hockey prato risale a Londra 1908, una olimpiade “di casa” per questo sport che dai giochi ne sarebbe uscito per due edizioni rientrando poi ad Anversa 1920 in via definitiva. Il format olimpico attuale prevede la divisione delle 12 squadre in due gironi da 6 con passaggio alle semifinali delle prime due di ogni girone.

IL PASS PER PECHINO

In palio vi erano 12 carte olimpiche, due in più rispetto ad Atene. A distribuirle, sia per i maschi che per le donne, i tornei di qualificazione su scala continentale ed i tornei preolimpici su scala mondiale, anche se la ripartizione continentale dei pass differiva tra i due sessi. Per gli uomini, oltre alla Cina ospitante, erano a disposizione tre posti per l’Europa (Olanda, Spagna e Belgio), due posti per l’Asia (Corea del Sud e Pakistan), uno per Africa (Sudafrica), Americhe (Canada) ed Oceania (Australia); i tre restanti posti, assegnati nei tornei preolimpici, sono finiti a Nuova Zelanda, Regno Unito (quindi Gran Bretagna&Nord Irlanda) e Germania.

Per le donne, oltre alla Cina, ai giochi Germania, Olanda e Gran Bretagna per l’Europa, Nuova Zelanda e Australia per l’Oceania, Giappone per l’Asia, Sudafrica per l’Africa e Argentina per le Americhe oltre alle ripescate Spagna, Stati Uniti e Corea del Sud.

GLI ITALIANI IN GARA

Entrambe le nazionali Italiane non sono riuscite a qualificarsi per i giochi. A sfiorare i giochi la nazionale femminile battuta per 5-0 dalla Corea del Sud nella finale che valeva Pechino nel preolimpico di Victoria. Lontanissimo invece dai giochi gli uomini, soltanto quinti nel preolimpico di Gifu.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

Torneo maschile

Nel gruppo A sono state inserite Germania, Spagna, Corea del Sud, Nuova Zelanda e Cina in ordine di ranking internazionale. Grandi favorite per l’accesso alla semifinale sono proprio Germania e Spagna. La Germania, bronzo ad Atene, è la squadra campione del mondo in carica ma, dopo la conferma nel Champions Trophy 2007, non sembra essere la squadra più forte al mondo in questo momento se è vero che, nel Champions Trophy i teutonici sono riusciti a rimediare solo un quinto posto battendo due volte i coreani, pareggiando con l’Argentina e perdendo con Spagna, Olanda e Australia. La Spagna, bronzo iridato, ha invece dato grande prova di sé al Champions Trophy perdendo però finale con l’Australia piuttosto nettamene. La Korea potrebbe fare da terzo incomodo, mentre le altre sembrano tagliate fuori a priori.

Nel gruppo B saranno Australia, Olanda, Pakistan, Regno Unito, Sudafrica e Canada. Fari puntati sugli Aussie campioni olimpici in carica e veri e proprio trionfatori nel Trophy nonché vice-campioni del mondo. La squadra australiana sembra avere tutte le carte in regola per difendere il titolo. Per la seconda piazza in pole position è l’Olanda, apparsa però un po’ troppo incostante nell’ultimo periodo; per sua fortuna l’Argentina, apparsa molto in forma nell’ultimo periodo, non è riuscita a centrare l’ingresso ai giochi. Un gradino sotto Gran Bretagna e Pakistan, poi il Sudafrica. Squadra materasso del girone il Canada che pure è stata carnefice dell’Argentina.

Torneo femminile

Se il torneo maschile presenta qualche assenza di spessore come quella citata dell’Argentina, il torneo femminile vede la presenza di tutte le prime 12 squadre del ranking internazionale.

Nel gruppo A Olanda, Australia, Cina, Spagna, Korea e Sudafrica. L’Olanda, che fu argento ad Atene, è la squadra campione del mondo in carica e, come la Germania tra gli uomini, ha poi confermato il titolo nel Trophy 2007, mentre è giunta solo al bronzo nel Trophy 2008. Nonostante ciò resta, senza dubbio alcuno, la squadra da battere. Nello stesso girone la lotta per le semifinali sembra un discorso a tre tra Australia, Spagna e Cina che, tra le donne, non si limiterà certo a fare da semplice comparsa. Le Australiane hanno vissuto il proprio magic moment nei mondiali 2006, dove conquistarono l’argento, da allora sono parse in costante calo, ma sembrano ancora favorite per il secondo posto. Speranze nulle o quasi per Korea a Sudafrica.

Ben più ferreo il gruppo B con Argentina, Germania, Giappone, Nuova Zelanda, Gran Bretagna e Stati Uniti. L’Argentina punta a bissare il successo di Atene, non sarà facile vista l’accessa concorrenza, su tutte, delle Olandesi. Le sudamericane, che dopo l’oro olimpico hanno conquistato anche il bronzo iridato e il Trophy 2008, troveranno sul loro cammino le tedesche che, messo in cassaforte il bronzo olimpico, si erano fortemente ridimensionate ottenendo solo un ottavo posto ai mondiali ma, nell’ultimo biennio, sono apparse in forte ripresa tanto da conquistare il titolo europeo lo scorso anno. Molto regolare nella top5 al mondo è il Giappone a cui sembra mancare il guizzo che lo porti al podio, più indietro sembrano Nuova Zelanda e Stati Uniti mentre tutta da valutare sarà la rappresentativa Britannica che vedrà il fiore dell’hockey scozzese andare in supporto della già forte rappresentativa inglese capace del settimo posto iridato.

PROGRAMMA GARE

Donne e uomini scenderanno in campo a giorni alterni a partire dal 10 agosto, con primo match alle 2,30 di notte ora italiana e ultimo alle 16,30. Fino al 19 agosto incontri del turno eliminatorio, dal 20 le semifinali: cominciano sempre le donne, l’indomani tocca agli uomini. Il 22 le finali per le medaglie donne, il 23 il gran finale maschile: finali per il bronzo alle 12, quelle per l’oro alle 14,30.

di Marco Cinelli

giovedì 24 luglio 2008

Uno sport al giorno: Basket


BASKET

Dopo una fugace apparizione ai Giochi Olimpici di St. Louis del 1904, la pallacanestro è stata reintrodotta nella manifestazione a cinque cerchi solo nel 1936. Il gioco era stato inventato nel 1891, in una palestra del college dell’Ymca a Springfield nel Massachusetts, da James Naismith. Gli Stati Uniti vinsero la finale di Berlino per 18-8 sui canadesi e inaugurarono una lunga serie di successi spezzata a Monaco nel 1972 e a Seul nel 1988 dall’Unione Sovietica (e dalla Jugoslavia nel 1980 a Mosca, ma lì gli Stati Uniti del boicottaggio non si presentarono).

Il Dream Team ha poi dominato gli anni ’90, infliggendo ad avversari pesanti passivi. Poi l’enorme delusione di Atene, le sconfitte con Portorico e Argentina futura campionessa olimpica.

Il torneo femminile ha esordito invece a Montreal nel 1976 e ha vissuto su una prima leadership russa, mentre nelle ultime 3 edizioni si sono imposti gli USA.

Le 12 squadre presenti sono divise in 2 gruppi da 6. I gironi all’italiana promuovono le prime 4 squadre di ogni gruppo. Quarti di finale incrociati (A1-B4, A2-B3, A3-B2, A4-B1) e poi semifinali tra le vincenti dei quarti numero 1-3 e 2-4.

IL PASS PER PECHINO

Metodi differenti hanno determinato le partecipanti al torneo maschile e a quello femminile.

Per quanto riguarda gli uomini, dei 12 posti disponibili, uno è stato ovviamente assegnato al paese ospitante. I restanti 11 sono stati messi in palio innanzitutto per la vincitrice dei campionati del mondo del 2006, e cioè la Spagna (che si è imposta nettamente in finale sulla Grecia).

Quindi nel corso del 2007 si sono disputati i campionati continentali, che hanno consegnato il pass ad 1 paese africano, 2 paesi americani, 2 paesi europei, 1 paese asiatico e 1 oceanico; infine sempre dai campionati continentali sono usciti i nomi delle compagini che si sarebbero affrontate nel “Wildcard tournament”, appena terminato, che attribuiva gli ultimi 3 visti.

In sostanza il lotto delle contendenti prevede: Cina, Spagna, Angola, Argentina, Stati Uniti, Russia, Lituania, Iran, Australia, Germania, Croazia e Grecia.

Per quanto riguarda le donne, le concrete differenze risiedono nei posti garantiti durante le competizioni continentali (solo le rispettive vincitrici) e durante il “Wildcard tournament” (ben 5).

Le nazionali in gara sono: Cina, Australia, Mali, Stati Uniti, Corea del Sud, Russia, Nuova Zelanda, Spagna, Repubblica Ceca, Lettonia, Bielorussia e Brasile.

GLI ITALIANI IN GARA

Né la squadra maschile né quella femminile hanno ottenuto la carta per Pechino, e nemmeno hanno centrato l’obiettivo minimo della qualificazione al torneo preolimpico.

L’Italia maschile, nonostante l’apporto degli “americani” Bargnani e Belinelli, è stata sconfitta nella gara decisiva per l’accesso ai quarti finale dell’Europeo 2007 dalla Germania.

L’Italia femminile ha compiuto lo stesso percorso e si è fermata di fronte alle gigantesche bielorusse nell’incontro che valeva i quarti dell’Europeo.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

Gli USA sono naturalmente favoriti per entrambi gli ori.

La squadra maschile è estremamente valida e si serve di molte delle stelle della lega NBA. Spagna, Argentina e in seconda fila Russia avrebbero il talento e l’esperienza ad alti livelli per contrattaccare, ma dipende tutto dall’entusiasmo e dalla volontà di LeBron James e compagni.

In campo femminile, il predominio degli States è stato ferito nel corso dei Mondiali 2006. In semifinale Sheryl Swoopes e le altre sono state sconfitte dalla Russia, che si è poi arresa all’Australia. Le tre potenze citate si giocheranno molto probabilmente le 3 medaglie.

Torneo maschile

Gli Stati Uniti affrontano nel girone B Spagna, Grecia, Germania, Cina e Angola. Il roster americano fa paura, visto che in quintetto dovrebbero partire Jason Kidd o Chris Paul nel ruolo di play, LeBron James-Carmelo Anthony-Kobe Bryant come esterni e a turno come numero 4, infine Dwight Howard sotto canestro. Se poi le riserve portano i nomi di Dwyane Wade, Chris Bosh e Carlos Boozer, allora non sembra proprio essercene per nessuno.

Come si sa l’amalgama di squadra, lo spirito combattivo e la tattica possono spostare l’ago della bilancia a favore di formazioni meno talentuose ma comunque ottimamente organizzate.

La Spagna di Pau Gasol, Josè Calderon e Juan Carlos Navarro (con fortune diverse sbarcati oltreoceano) punta al secondo posto del girone e poi alle medaglie. La vittoria del mondiale ha definitivamente sancito l’entrata degli iberici nell’elite del basket internazionale; anche giocatori come Marc Gasol, Rudy Fernandez e Jorge Garbajosa possono offrire buone cose.

Se anche la Grecia di Papaloukas, Spanoulis e Diamantidis non dovrebbe correre rischi in ottica qualificazione, anche in virtù dell’apporto in zona tabellone di baby Shaq Sofoklis Schortsanidis (2.08 metri per 170 kg), il quarto posto è in lizza tra Germania e Cina, squadre di medio valore con le stelle Nowitzky e Yao Ming (reduce da un lungo infortunio).

Nel girone A Argentina e Russia si contendono il primo posto: la prima con gran parte dello stesso gruppo che ad Atene sconfisse Stati Uniti e poi Italia in finale (Manu Ginobili, Luis Scola, Fabricio Oberto, Carlos Delfino a Andres Nocioni), la seconda con un team giovane guidato dal naturalizzato J.R. Holden. Kirilenko, Savrasenko e i giovani del CSKA campione d’Europa incutono timore.

Croazia e Lituania sembrano avere qualcosa in più dell’Australia, in termini tecnici e caratteriali, per accaparrarsi gli altri 2 posti per i quarti. L’ex Lottomatica Roma e neo Raptor Roko Ukic, Prkacin e Planinic rappresentano una squadra tosta anche se discontinua (come del resto ogni compagine slava); i baltici, seppur spesso incapaci di dar luogo ad una forza totale equivalente alla somma del talento dei singoli giocatori, altrettanto non dovrebbero correre rischi. Da Sarunas Jasikevicius, tornato in Europa dopo il fallimento oltreoceano, al leader del CSKA Siskauskas, dagli “americani” Kleiza e Songaila ai senesi Rimantas Kaukenas e Hsistof Lavrinovic. Materiale di prima qualità.

Tutto ciò considerato è pronosticabile l’oro agli Stati Uniti e le altre medaglie a Spagna e Argentina.

Torneo femminile

Le statunitensi desiderano ribadire la superiorità mondiale dopo il bronzo del 2006. Possiedono peraltro tutte le carte in regola per riuscirci: si affideranno a Sue Bird, Tamika Catchings e Sheryl Swoopes (quest’ultima passata in terra nostrana a Taranto), nonché alla campionessa WNBA con le Phoenix Mercury Diana Taurasi.

Il girone B in cui gli Stati Uniti sono compresi è di livello piuttosto contenuto. Solo Spagna e Repubblica Ceca possono lontanamente impensierire le “professioniste”, mentre per il quarto posto è lecito aspettarsi una sorpresa cinese.

Girone A di gran lunga più equilibrato con Australia, Russia e Brasile, rispettivamente al 2°, 3° e 4° posto del ranking internazionale. L’Australia, argento ad Atene, ha strappato ad americane e russe l’oro mondiale grazie alla saggezza di Penny Taylor (nominata MVP di quella competizione) e Lauren Jackson (considerata la più forte giocatrice Aussie di tutti i tempi). Tra le cangure anche tre “italiane”: Laura Summerton sugli schermi di Taranto, Hollie Grima a Pozzuoli e Jennifer Screen a Parma.

La Russia si affida a Svetlana Abrosimova, in nazionale da oltre 10 anni e in forza alle Minnesota Lynx, alla 32enne Oxana Rakhmatulina e alla titanica Maria Stepanova (2.03 m). Le europee sono probabilmente le avversarie più credibili degli USA, i due match dei mondiali (80-90 nel turno eliminatorio e 75-68 in semifinale) ne dimostrano il valore.

Infine il Brasile, guidata dalle due giocatrici delle Atlanta Dream Erika De Souza e Iziane Castro Marques e quarto agli ultimi mondiali.

Scherzi del tabellone a parte, difficile ipotizzare una finale diversa da USA-Russia. Australia terza incomoda.

PROGRAMMA GARE

Donne e uomini scenderanno in campo a giorni alterni a partire dal 9 agosto, con primo match alle 2 di notte ora italiana e ultimo alle 16.15. Fino al 18 agosto incontri del turno eliminatorio, dal 19 i quarti di finale: cominciano sempre le donne, l’indomani tocca agli uomini. Il 21 e il 22 le semifinali alle 14 e alle 16.15 ora italiana. Il 23 le finali per le medaglie donne, il 24 il gran galà maschile: se le donne si disputano il bronzo alle 13.30 e l’oro alle 16, gli uomini scendono sul parquet alle 6 e alle 8 di mattina.

di Daniele Todisco

Uno sport al giorno: Canoa Slalom

CANOA SLALOM

La canoa slalom è una disciplina che si sviluppa in Europa negli anni ’30, le prime gare salirebbero infatti al 1933, ed entra rapidamente nel programma dei giochi olimpici fin dal ’36. Disciplina spettacolare, ha nella difficile reperibilità dei campi di gara uno dei suoi grossi limiti: molto spesso le città ospitanti i giochi olimpici non dispongono di corsi d’acqua adatti alla disciplina e si è costretti quindi a ricorrere a strutture artificiali con il gravoso problema della gestione post-olimpica. Ne sono esempi i campi gara di Sydney, Atene (rifornito con acqua marina) o quello dei prossimi giochi.

Le gare si disputano per mezzo di due diverse imbarcazioni: la canadese ed il kayak. La prima, che può essere monoposto o anche biposto, presenta particolari difficoltà di equilibrio e conducibilità: il canoista assume una posizione genuflessa ed impugna una pagaia con una sola pala con la quale esercitare una spinta alternata sui due lati della canoa. Nel kayak il canoista è invece seduto ed è in possesso di una pagaia a due pale con la quale può disimpegnarsi nel classico “mulinello” da canoista. Il kayak esiste solo nella versione monoposto, almeno nella canoa slalom.

Le gare sono contro il tempo e consistono nel passare tra le porte previste dal percorso di gara senza toccare i pali che delimitano le porte stesse. Quest’ultime sono di due tipi: le verdi, che vanno percorse nel senso della corrente del corso d’acqua, e le rosse che vanno invece percorse in “risalita”, quindi controcorrente. Toccare il palo di una porta comporta una penalità di due secondi, cumulabili anche nella stessa porta. Saltare una porta comporta invece una penalità di ben 50”.

Le specialità previste sono 4: kayak monoposto maschile e femminile, canadese monoposto e biposto solo al maschile. Il format di gara prevede due manche di qualificazione con somma dei tempi. I migliori 12 (6 per la canadese biposto) accedono alla semifinale e quindi alla finale. Le medaglie si assegnano in virtù della somma dei tempi delle sole semifinali e finali.

IL PASS PER PECHINO

La qualificazione ai giochi si poteva ottenere ai mondiali brasiliani di Foz de Iguacu nel settembre 2007, oppure attraverso le qualificazioni continentali a Cracovia del maggio scorso. Dai mondiali accesso ai migliori 15 nel k1 maschile e femminile, ai primi 10 del c1 ed ai migliori 6 del c2. Nei “ripescaggi” di Cracovia a disposizione due pass per specialità ad eccezione del c2 che metteva in palio 4 carte olimpiche.

GLI ITALIANI IN GARA

A Pechino voleranno soltanto 4 canoisti azzurri: Cristina Giai Pron, Daniele Molmenti, Andrea Benetti ed Erik Masoero.

La Giai Pron, 34enne torinese, è l’atleta più esperta del team azzurro ed è ormai alla sua quinta olimpiade consecutiva nel k1: miglior prestazione il 4° posto di Atlanta ad un passo dal podio. Ad Atene fu 8°. Nel suo palmares anche un bronzo iridato nel 2002 in Francia. Per lei la carta olimpica è arrivata nel maggio scorso a Cracovia.

Daniele Momenti, 24enne pordenonese, sarà a Pechino in virtù del quinto posto ai mondiali brasiliani dove mancò il podio per una penalità nella seconda manche. Grandi assenti saranno il campione del mondo 2006 Stefano Cipressi e Diego Paolini che non sono riusciti ad ottenere il pass olimpico.

Infine la coppia con la quale puntiamo ad una medaglia, quella formata da Benetti-Masoero nel c2. Sesti ad Atene e bronzo iridato in Brasile, l’affiatata coppia tutta torinese può ora puntare decisamente al definitivo salto di qualità.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

Maggiori candidate ai posti sul podio sono le nazioni centroeuropee: Germani, Francia, Rep. Ceca e Slovacchia su tutte. Ma attenzione anche alla Gran Bretagna.

Gare femminili

1) K1: la tedesca Jennifer Bongardt,oro iridato nel 2007 e bronzo nel 2006, è la maggior indiziata all’oro assieme alla ceca Stepanka Hilgertova, bronzo iridato in Brasile, con la quale guida il ranking mondiale. Attenzione anche alla slovacca Kaliska- oro ad Atene- ed alla francese Pichery. La Giai Pron può puntare ad un posto tra le 12 semifinaliste.

Ad Atene si impose la slovacca Kaliska sulla Giddens e la Reeves

Gare maschili

1) K1: Combot è il campione del mondo in carica, ma nel 2008 non ha ancora raccolto risultati interessanti. Decisamente meglio di lui i tedeschi Pfannmoeller e Grimm, nonché l’altro transalpino Lefevre. Ma molta attenzione va prestata al britannico Welsh che non fallisce mai nei grandi appuntamenti. Per l’Italia l’ottimo Molmenti che parte con ambizioni importanti, forse anche da podio.

Ad Atene Welsh si inserì tra i due francesi Peschier e Lefevre, rispettivamente oro e bronzo.

2) C1: favorito d’obbligo è il francese Tony Estanguet, campione olimpico in carica, iridato nel 2006 ed argento mondiale 2007, nonché terzo del ranking mondiale. Rivale principale del transalpino sarà, come sempre, lo slovacco Martikan campione agli ultimi mondiali e vice-campione sia ad Atene che ai mondiali di Praga 2006. Un gradino sotto ai due sembrano tutti gli altri, tra cui i teschi Bette e Benzine.

Ad Atene Estanguet ebbe la meglio ancora una volta su Martikan, terzo il tedesco Pfannmoeller.

3) C2: pronostico semplice a favore degli immensi fratelli Hochschorner che dominano ormai da anni la specialità senza soluzione di continuità. Agli ultimi mondiali si sono imposti con ben 8 secondi di margine sui fratelli francesi Luquet e sui nostri Sonetti-Masoero, che vanno a Pechino per il podio.

Ad Atene gli Hochschorner regolarono i tedeschi Becker-Henze ed i cechi Volf-Stepanek.

PROGRAMMA GARE

Gare tra l’11 ed il 14 agosto: nei primi due giorni eliminatorie, semifinali e finali di c1 e k1 uomini; negli ultimi due qualificazioni, semifinali e finali di c2 e k1 donne.

di Marco Cinelli

mercoledì 23 luglio 2008

Uno sport al giorno: Sollevamento pesi

SOLLEVAMENTO PESI

Pratica sportiva che già rientrava tra le discipline delle Olimpiadi antiche, il sollevamento pesi è stato incluso nel programma delle Olimpiadi moderne sin dalla prima edizione del 1896. Le competizioni femminili sono state introdotte a fianco di quelle maschili solo nel 2000, a Sidney.

Vi sono 8 categorie di peso per gli uomini e 7 per le donne. Ogni atleta deve eseguire due sollevamenti diversi, lo strappo e lo slancio: nello strappo l’atleta deve sollevare il bilanciere sopra la propria testa in un unico movimento; nello slancio, egli deve dapprima portarsi il bilanciere all’altezza delle spalle (movimento detto “girata), quindi sollevarlo oltre la testa. In entrambi i casi il sollevamento è ritenuto corretto dai giudici se l’atleta regge saldamente il bilanciere sopra la propria testa, con braccia e gambe dritte e ferme.

Nelle competizioni internazionali 3 giudici valutano il corretto completamento dell’alzata. Quando almeno 2 giudici su 3 accendono la luce bianca, il pesista può lasciare il bilanciere. Se si accendono almeno 2 luci rosse, l’alzata è da rifare.

Ogni atleta ha a disposizione 3 tentativi per eseguire ogni alzata. È previsto un minimo di incremento di peso tra due tentativi (2 kg tra il primo e il secondo, 1 kg tra il secondo e il terzo). L’alzata deve essere completata in 1 minuto di tempo; in 2 minuti se un atleta procede immediatamente al tentativo successivo.

IL PASS PER PECHINO

Per qualificarsi alle Olimpiadi, gli atleti, o meglio le nazioni, hanno avuto a disposizione diverse possibilità. Innanzitutto i campionati del mondo 2006 e 2007: la somma dei punteggi ottenuti dai propri rappresentanti nel corso delle due edizioni e la conseguente posizione di classifica per nazioni, ha assegnato fino a 120 posti per gli uomini e 57 per le donne. Quindi le competizioni continentali (30 e 18 posti), inviti individuali secondo il ranking mondiale (a quegli atleti i cui paesi non avevano ancora conquistato il pass, rispettivamente 8 e 7 posti), inviti della “Tripartite commission” (6 e 4) e posti assegnati al paese ospitante (6 e 4).

In tutto 170 uomini e 90 donne. Il limite massimo di atleti è fissato a 2 per categoria di peso e a 6 uomini e 4 donne in totale.

GLI ITALIANI IN GARA

L’Italia porta in Oriente tre ragazzi e una ragazza: Moreno Boer (+105 kg), Giorgio De Luca (-69 kg) e Vito Dellino (-56 kg); Genny Pagliaro (-48 kg).

La Pagliaro, classe ’88, è probabilmente la maggiore speranza, se non di medaglia, per lo meno di piazzamento tra le 10. E’ stata ottava agli ultimi campionati del mondo disputatisi a Chiang Mai, in Thailandia, nonché bronzo agli europei di Strasburgo, sempre nel 2007. Certo cinesi, tailandesi e giapponesi sono ancora troppo lontane, ma la rapida ascesa degli ultimi anni della siciliana fa ben sperare.

Per i tre uomini la concorrenza è ancor più tosta. Boer, unico azzurro ad aver già assaggiato il sapore olimpico (in gara a Sidney) e capitano della nazionale, è reduce da problemi posturali che ne hanno complicato la qualificazione. Dellino ha regalato all’Italia un argento europeo dopo 23 anni in quel di Lignano Sabbiadoro, e sta acquistando fiducia (miglioramento di 15 kg al mondiale tailandese). Il 12° posto di De Luca è risultato il piazzamento migliore di un italiano agli ultimi mondiali e seguiva il 5° ottenuto l’anno prima a Santo Domingo.

Ci si attendono buone prestazioni, ma nessuna illusione.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE gara per gara

Cina in prima battuta e Russia sono le nazioni leader del sollevamento pesi. La prima soprattutto nelle categorie inferiori, la seconda insieme a Bielorussia, Ucraina e Georgia tra quelle più “pesanti”. La Bulgaria ha ritirato l’intera squadra dopo che ben 11 atleti sono stati trovati positivi in un controllo antidoping di inizio giugno, la Grecia per lo stesso motivo ha visto dimezzarsi la propria comitiva.

È molto probabile, in ogni caso, un dominio degli atleti di casa.

Gare maschili

1) –56 kg: il ritiro del turco tricampione olimpico Halil Mutlu apre le porte a molti atleti. In primis al cinese Long Qingquan e al nordcoreano Cha Kum Chol. L’altro turco Sedat Artuc tenterà di difendere la medaglia del mitico connazionale. Dellino chiamato all’impresa.

Ad Atene Mutlu, il cinese Wu e Artuc.

2) –62 kg: oro già ascritto al cinese Zhang Xiangxiang. Colombia e Corea del Sud hanno buone tradizioni. Oscar Figueroa e Ji Hun Min per le altre medaglie.

Ad Atene Shi Zhiyong sul compagno di squadra Le Maosheng e il venezuelano Jose Rubio Israel.

3) –69 kg: esclusione eccellente, quella del cinese Zhang Guozheng, campione olimpico e del mondo in carica. A farne le veci i connazionali Shi Zhiyong e Liao Hui. L’Europa risponde con il francese di origini camerunensi Vencelas Dabaya.

Ad Atene Zhang si impose sul sudcoreano Lee Bae Young e il bulgaro Nikholay Peshalov.

4) –77 kg: ad Atene, 19enne, sorprese tutti con vittoria e record olimpico. Taner Sagir intende ribadire la superiorità. Manco a dirlo l’avversario più agguerrito è il cinese Li Hongli. Gli armeni Gevorg Davtiyan e Ara Khachatryan sono i terzi incomodi.

Ad Atene Sagir fece meglio di Filimonov dal Kazakistan e di Perepetchenov dalla Russia.

5) –85 kg: stesso duello negli ultimi due campionati del mondo. Il bielorusso Andrei Rybakou è il dominatore della categoria e vuole riscattare l’argento di Atene. Tigran V. Martirosyan, fresco campione europeo, è pure in lizza per il gradino più alto.

Ad Atene il georgiano George Asanidze fu oro su Rybakou e il greco Dimas.

6) –94 kg: il russo Roman Konstantinov e il polacco Szymon Kolecki si daranno battaglia per l’oro, il primo irraggiungibile sullo strappo e il secondo poderoso nello slancio. Il moldavo Evgheni Bratan e il cubano Yohandrys Hernandez cercheranno di infilarsi nella contesa.

Ad Atene il bulgaro Milen Dobrev sopravanzò i russi Akkaev e Tjukin.

7) –105 kg: il campione olimpico in carica Dmitry Berestov si è ricoperto d’oro in occasione degli ultimi Europei di Lignano Sabbiadoro, ma la precedente squalifica per doping gli ha proibito l'accesso a Pechino. Un mancato ritorno che tranquillizza al bielorusso Andrei Aramnau e al polacco Marcin Dolega.

Ad Atene Berestov si piazzò davanti all’ucraino Igor Razonorov e all’altro russo Gleb Pisarevskiy.

8) +105 kg: la leggenda vivente Hossein Reza Zadeh, iraniano bicampione olimpico in carica, si è da poco ritirato; dunque il lettone Viktors Scerbatihs e il russo Evgheny Chigishev guidano il plotone di chi vuole azzannare la medaglia. L'Iran ora conta su Rashid Sharifi.

Ad Atene l’iraniano di cui sopra distanziò nettamente Scerbathis e il bulgaro Cholakov.


Gare femminili

1) –48 kg: la turca Nurcan Taylan è crollata allo slancio degli ultimi campionati del mondo, ma è la donna da battere. La cinese Xiexia Chen e le tailandesi (bronzo ad Atene, argento e bronzo in casa ai mondiali) si presentano in prima fila. La freschezza della Pagliaro può valere molto.

Ad Atene dietro la Taylan ecco la cinese Li Zhou e la tailandese Whiratthaworn

2) –53 kg: la campionessa del mondo in carica Li Ping non è stata convocata. Così la bielorussa Nastassia Novikava, l’indonesiana Lisa Raema Rumbewas e la tailandese Suda Chaleepay promettono battaglia.

Ad Atene la Rumbewas tra la tailandese Polsak, oro, e la colombiana Mosquera, bronzo.

3) –58 kg: Chen Yanqing arriva ai Giochi forte del titolo di Atene. Ancora la Thailandia, con il bronzo in Grecia Wandee Kameaim, e poi Russia, con Marina Shainova. Dall’Europa pure la polacca Aleksandra Klejnowska.

Ad Atene oro Cina con Chen Yanqing. Poi la nordcoreana Ri Song Hui e la Kameaim.

4) –63 kg: difficile per i tecnici cinesi sacrificare la categoria, forte della detentrice del titolo mondiale, nonché vincitrice dei campionati asiatici Liu Haixia. La russa Svetlana Tsarukaeva possiede l’esperienza per resistere all’impatto ambientale. Kazakistan e Stati Uniti qui competitive.

Ad Atene l’ucraina Natalia Skakun vinse l’oro davanti alla coppia bielorussa Batsiushka-Stukalava.

5) –69 kg: la cinese Liu Chunhong non pare temere rivali, se si pensa ai 282 kg sollevati durante i campionati asiatici. È oro olimpico, ma argento mondiale, superata dalla russa Oxana Slivenko, l’altra fuoriclasse. Testa a testa in cui può inserirsi la bielorussa Hanna Batsiushka.

Ad Atene dietro la fenomenale Liu l’ungherese Krutzler e la russa Kafaeva.

6) –75 kg: chi può impedire alla cinese Cao Lei, bicampionessa del mondo, di aggiudicarsi l’oro? Probabilmente solo la russa Nadezhda Evstyukhina, bronzo mondiale. Armenia, con Hripsime Khurshudyan, e perché no Spagna, con Lidia Valentin.

Ad Atene oro alla tailandese Thongsuk, davanti a Zobolotnaia e l’altra russa Popova.

7) +75 kg: difficilmente si scappa da 2 nomi per il metallo pregiato, ossia Jang Mi Ran (Corea del Sud) e Olha Korobka (Ucraina). Podio degli ultimi due mondiali, l’ucraina è anche campione europea in carica.

Ad Atene Tang Gonghong si aggiudicò l’oro con 305 kg. Dietro la Jang Mi Ran e la polacca Wrobel.

PROGRAMMA GARE

15 gare distribuite su 11 giorni, con 24 di pausa. Subito in gara la Pagliaro nei –48 kg, la finale il 9 agosto dalle 4 di mattina. Nei giorni seguenti, stesso schema, con finale femminile dalle 9.30 e alzate decisive maschili dalle 13: il 10 agosto –53 kg donne e –56 kg uomini; l’11 –58 kg donne e –62 kg uomini; l’indomani, 12 agosto, in gara le donne –63 kg e gli uomini –69 kg. Il 13 si procede in ordine di peso, agli stessi orari, con la gara donne –69 kg e quella degli uomini –77 kg. Il 14 non si gareggia, mentre a Ferragosto ecco le donne –75 kg e gli uomini –85 kg. Dal 16 una gara al giorno, con fase conclusiva dalle 13 ora italiana: dopo le donne +75 kg, ecco che il 17, il 18 e il 19 agosto le ultime 3 gare maschili (rispettivamente –94 kg, -105 kg e +105 kg).

di Daniele Todisco

Uno sport al giorno: Nuoto (in vasca)

NUOTO

Il nuoto è uno dei pochi sport da sempre presenti nell’era olimpica moderna. In principio fu solo lo stile libero (il crawl) a cui fecero seguito il dorso nel 1900 e la rana a partire dal 1904. Novità del dopoguerra fu la farfalla (come evoluzione della rana) dal 1956.

Ai prossimi giochi olimpici, il nuoto tra le corsie assegnerà ben 32 allori che pongono tale disciplina al secondo posto per titoli assegnati dietro l’atletica.

Il format olimpico è il medesimo adottato da campionati mondiali ed europei: batterie di qualificazione con passaggio del turno dei 16 migliori tempi alle semifinali, da cui hanno accesso alle finali gli 8 migliori tempi. Fanno eccezione le gare sulla distanza di 400, 800 e 1500 m, oltre che le staffette, per le quali si ha l’accesso diretto alla finale per i migliori 8 tempi delle batterie. Sono previsti spareggi in caso di ex-equo.

IL PASS PER PECHINO

Conditio sine qua non per volare a Pechino è il raggiungimento dei limiti fissati dalla federazione internazione (FINA) per le gare individuali, mentre per le staffette fondamentale era l’ingresso nell’elite (top12) ai mondiali di Melbourne 2007. Ogni nazione può dunque schierare due atleti per disciplina qualora entrambi fossero in possesso del limite A, nel caso in cui un solo atleta raggiunga il limite A o il limite B, esso sarà l’unico schierabile a titolo individuale.

Prassi comune nei paesi dalla grande tradizione natatoria quali Usa, Australia o Germania è quella della qualificazione tramite trials: gare di campionato nazionale che qualificano i primi due ai giochi indipendentemente dal curriculum degli stessi a condizione- ovviamente- che essi siano in possesso del limite.

GLI ITALIANI IN GARA

La federazione italiana ha seguito, anche in questa circostanza, la “linea dura” tenuta negli ultimi anni portando ai giochi, nelle gare individuali, solo quegli atleti in grado di tenere alto il nome del nuoto azzurro con qualche eccezione per coloro che sarebbero comunque volati a Pechino per le staffette. A Pechino andranno 26 atleti per le competizioni a titolo individuale (18 maschi e 8 donne) a cui si sommeranno gli atleti impegnati nelle sole staffette.

Le grandi speranze azzurre sono riposte in Federica Pellegrini, Alessia Filippi, Filippo Magnini e Federico Colbertaldo, oltre che nella 4x200 sl maschile.

La 20enne veneziana è chiamata alla conquista di una prima storica medaglia d’oro al femminile del nuoto azzurro: 200 sl e 400 sl le due gare in cui tentare l’ingresso nella storia. Discorso analogo per la 21enne romana che si disimpegnerà nei 400 mx e- soprattutto- negli 800 sl dove parte con i favori del pronostico. Più arduo il raggiungimento degli obiettivi da parte dei maschietti: Magnini, dopo il doppio titolo mondiale, sembra non essere più il re della specialità sopravanzato da Alain Bernard e da Eamon Sullivan forti dell’innovativo costume Speedo lzr, qualora l’arena colmasse in gap nei confronti dell’azienda rivale, Pippo potrebbe comunque tornare in lizza anche per il gradino più prestigioso del podio. Federico “Scienzy” Colbertaldo tenterà invece l’assalto ai 1500 sl, passando per i 400 assieme a Max Rosolino; avversari da battere gli statunitensi Vanderkaay e Jansen, il russo Priloukov, il coreano Park, il polacco Stanczyck ed il ritrovato Grant Hackett. Infine qualche parola per la 4x200 sl maschile, bronzo olimpico in carica, che tornerà ai giochi per difendere tale gradino del podio in virtù di una superiorità schiacciante di Usa e Australia.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

Sarà ancora l’eterno confronto tra la scuola Australiana e quella Statunitense ad alimentare le sfide per la conquista delle medaglie. Alle loro spalle le scuole emergenti di Francia, Italia, Giappone e Polonia.

Grande interesse anche per la sfida personale che Michael Phelps ha nuovamente lanciato verso il record di Mark Spitz ed i suoi 7 ori di Monaco ’72. Questa volta sembra proprio che l’ex Kyd di Baltimora possa farcela… al femminile occhi puntati su Katje Hoff, 19enne statunitense, che si disimpegnerà anche lei su più fronti: una sorta di Phelps al femminile chiamata a raccogliere tante medaglie e record.

L’impressione è quella che, con l’introduzione dello speedo lzr, assisteremo, ad ogni modo, ad una olimpiade che rivoluzionerà radicalmente il mondo natatorio.

Gare Femminili

1) 50 sl: grande favorita è l’australiana Lisbeth Lenton (recentemente coniugata Trickett) che nei trials australiani a fine marzo ha segnato il record del mondo in 23.97. Alle sue spalle, in quella occasione, finì la 15enne Campbell, altra indiziata per il podio con Veldhuis, Steffen e Torres. Per l’Italia ci sarà l’eterna Cristina Chiuso che mira, quantomeno, alle semifinali.

2) 100 sl: raddoppia la distanza, ma non cambiano i nomi. Anche qui favori del pronostico per la Lenton. Alle già citate per i 50, si aggiunge anche la Coughlin per la lotta alle medaglie. Per l’Italia ci sarà la Simonetto, chiamata al miglioramento del proprio personale.

3) 200 sl: l’Italia cala il primo jolly con Federica Pellegrini. Argento olimpico e bronzo iridato in carica, l’azzurra ha il quarto tempo delle liste mondiali, ma l’1.56.10 nuotato in scioltezza al settecolli dà l’impressione di valere molto di più di quanto già non dica. A darle filo da torcere sarà, su tutte, la ragazzina terribile del nuoto Usa Katje Hoff, ma occhio anche a Sara Isakovic. Resta invece un’incognita l’argento iridato Annika Lurz che si è nascosta sin qui, mentre sarà assente- perché sconfitta ai campionati nazionali- Laure Manaudou, campionessa mondiale e record-woman in carica.

4) 400 sl: seconda carta per l’Italia e per la Pellegrini. I 400 sono la specialità in cui, obiettivamente, ci aspettiamo di più dalla veneziana. Detentrice del record del mondo e primatista stagionale con 7 decimi sulla Hoff, Federica mira all’oro con decisione… e anche noi ci aspettiamo che a suonare sia l’inno di Mameli. In questa gara potremo anche assistere ad uno dei confronti più attesi dell’intera olimpiade con la rivale sportivo-amorosa Laure Manaudou (campionessa olimpica e mondiale in carica), proprio con la Hoff a fare da terzo incomodo.

5) 800 sl: è la volta di Alessia Filippi, tra le maggiori indiziate all’oro con la solita Hoff e Rebecca Adlington, detentrice del primato stagionale. Un gradino sotto la Potec e Kate Ziegler.

6) 100 do: discorso chiuso alle statunitensi con la Coghlin (primatista mondiale) che dovrà guardarsi dalla Hoelzer. Grande attesa anche per la Manaudou e per la Coventry, più forti nella distanza doppia. Per l’Italia, senza grosse pretese, ci sarà Romina Armellini.

7) 200 do: dopo tanti anni si è tornati, in massa, su tempi mostruosi. Su tutte sembrano favorite Coventry, Manaudou e Hoelzer (record del mondo nei trials), ma occhio alla ragazzina terribile Beisel, classe ’92.

8) 100 ra: pronostico scontato in favore dell’australiana Leisel Jones. Alle sue spalle la connazionale White e Jessica Hardy. Grande esclusa dei trials Usa è Tara Kirk. Per l’Italia Roberta Panara.

9) 200 ra: ancora Leisel Jones, ad impedire il bis ci proveranno Rebecca Soni e Yulia Efimova. Possibili outsider Taneda e Jukic. Grande attesa anche per Amanda Beard che vinse ad Atene.

10) 100 fa: si profila un duello tutto australiano tra Lenton e Schipper. L’Europa conta su Dekker e Valdhuis, gli Usa sulla Magnuson, l’Italia sulla diciottenne Ilaria Bianchi.

11) 200 fa: una delle gare con il maggiore equilibrio. Schipper, Nakanishi e Jedrzejczak sembrano le favorite, ma occhio anche alla Mongel, alla Isakovic e alla Kovacs. Per l’Italia in acqua la Cavallino.

12) 200 mx: lotta tra giovanissime, la ventenne australiana Stephanie Rice (mondiale ai trials) e Katje Hoff. Ma la Coventry non resterà a guardare.

13) 400 mx: si ripete la sfida, questa volta è la Hoff a partire favorita in virtù del record del mondo fatto ai trials. Nella lotta per le medaglie anche Beisel, Coventry e la nostra Alessia Filippi.

14) 4x100 sl: stando a quanto nuotato individualmente dovrebbe avere la meglio l’Australia che può contare 4 sulle prime 15 al mondo. Subito dietro gli Usa ed Olanda.

15) 4x200 sl: Stati Uniti su tutti, poi Australia, Francia e Gran Bretagna. Per l’Italia chance di finale.

16) 4x100 mx: l’Australia parte favorita in 3 cento su 4, ma la lacuna nel dorso potrebbe essere pesantemente a favore degli Stati Uniti. Gli Aussie restano ad ogni modo la squadra da battere. Per il bronzo Giappone, Francia e Gran Bretagna.

Ad Atene nello stile libero si misero in grande evidenza Inge de Brujin e Laure Manaudou. La prima centrò l’oro nei 50 sl e l’argento nei 100 (conquistando anche il bronzo nei 100 fa), la seconda si impose nei 400 e fu argento negli 800 sl dietro la giapponese Shibata, centrando anche il bronzo nei 100 do. Dal crawl l’unica medaglia azzurra al femminile- nonché unica a titolo individuale- della spedizione azzurra grazie a Federica Pellegrini beffata alla piastra dalla rumena Potec in una prima, lontanissima, corsia. Nel dorso in grande evidenza l’atleta di Zimbabwe Kirsty Coventry: oro nei 100, argento nei 200, la zimbabwese completò il proprio personale podio con un bronzo nei 200 misti. Nella rana riflettori puntati sull’avvenente Amanda Beard, oro nei 200, ma fu Leisel Jones l’unica a salire su entrambi i podio: bronzo nei 100 vinti dalla cinese Xuejuan e argento nei 200. Nella farfalla in grande evidenza Otylia Jedrzjack uscita vittoriosa dai 200 fa e battuta dalla Thomas nei 100 con un argento che andava a fare il paio con quello acquisito nei 400 sl. Dominio della Klochkova nei misti, l’ucraina fu l’unica atleta a centrare due ori individuali nell’ultima edizione dei giochi. Nelle staffette l’Australia rifilò un 2-1 agli Stati Uniti usciti vittoriosi solo dalla 4x200 sl. In tutte le staffette vennero realizzati i record del mondo.

Gare Maschili

1) 50 sl: anno che ha rivoluzionato la distanza con Eamon Sullivan che ha abbassato di 4 decimi quanto mai nuotato prima. Alle sue spalle i francesi Levaux e Bernard e lo statunitense Weber-Gale, chiamato a raccogliere l’eredità di Gary Hall Jr. Per l’Italia, senza particolari velleità, Calvi.

2) 100 sl: la gara regina. Per regolarità dimostrata nell’arco della stagione, diciamo ancora Sullivan, ma è difficile prevedere chi la spunterà tra l’australiano, Bernard, Nystrand ed il nostro Magnini. Senza dimenticare gli statunitensi Lezak (eterno incompiuto) e Weber-Gale, nonché il canadese Hayden co-campione del mondo con il nostro Pippo Magnini. Per l’Italia anche Galenda.

3) 200 sl: Primo grande duello Phelps-Lochte con il Kyd- ovviamente- favorito. Per il podio anche Hackett, Van den Hoogenband, Park e Biedermann. Un grosso punto interrogativo sul sudafricano Basson tra i migliori in stagione (1.45.85). L’Italia punta su Brembilla e Rosolino per raggiungere la finale.

4) 400 sl: Grant Hackett potrebbe finalmente prendersi lo scettro che insegue da almeno due edizioni dei giochi. Primo avversario sarà il coreano Park (campione del mondo a Melbourne). Attenzione anche agli statunitensi Jansen e Vanderkaay e, soprattutto, al russo Priloukov sempre temibile nelle gare di campionato. Rosolino e Colbertaldo sono da finale, con quest’ultimo che potrebbe anche mirare a qualcosa in più di un semplice piazzamento…

5) 1500 sl: ancora Hackett che punta allo storico tris dopo gli ori di Sydney ed Atene, ma questa volta la concorrenza sarà folta ed agguerrita: Priloukov, Stanczyk, Vanderkaay, Jansen ed il nostro Colbertaldo che qui punta decisamente al podio.

6) 100 do: il dominio Usa (6 sui primi 7 nelle liste stagionali) è interrotta solo dal tedesco Helge Meeuw che dovrà quindi vedersela con il favorito Peirsol e con Grevers. Tra gli outsider Vyatchanin, l’esperto Markus Rogan ed il reattivo Morita. L’Italia, con Di Tora e Lestingi, punta al raggiungimento di una semifinale.

7) 200 do: questa volta sulla strada di Aaron Peirsol ci sarà il più agguerrito Lochte. Ai trials il primo la spuntò per appena due centesimi. Alle loro spalle i soliti Vyatchanin e Rogan oltre al sorprendente 18enne Irie. L’Italia schiera Lestingi ed Aversa entrambi in grande crescita.

8) 100 ra: prima ed unica sfida tra Hansen e Kitajima. Ad Atene fu il giapponese a “schiaffeggiare” due volte il detentore del record del mondo che è quindi in cerca di rivalsa. Per il bronzo Dale Oen ha la classe di chi non fallisce i grandi appuntamenti, con lui Duboscq e Rickard. Per l’Italia Alessandro “Ciccio” Terrin scalderà i motori in vista della prova in staffetta mista.

9) 200 ra: con l’assenza imprevista ed imprevedibile di Hansen, Kitajima non dovrebbe aver ostacoli nella corsa all’ora. Noi tifiamo per lo Statunitense Eric Shanteau che sarà ai giochi nonostante un tumore ai testicoli scoperto pochi giorni prima dei trials. Per l’Italia ci saranno il bronzo iridato Loris Facci (in un’annata decisamente negativa sin qui) e l’argento europeo di Budapest Paolo Bossini, con velleità di finale.

10) 100 fa: ancora un pronostico a favore di Michael Phelps che dovrà vedersela con l’Orsetto del Maine Ian Crocker. Alle loro spalle il sorprendente Bousquet, Cavic e Lauterstein. Per l’Italia Nalesso punta a battere il record nazionale.

11) 200 fa: il pronostico è tutto a favore di Phelps che dovrebbe vincere in scioltezza. Alle sue spalle grossa incertezza con Stovall, Drimonakos, Korzeniovsky e Skvortsov. L’Italia punta su Niccolò Beni, fresco primatista della distanza, per un posto in semifinale.

12) 200 mx: ancora una sfida tra Phelps e Lochte per l’oro. Per il bronzo il nome d’obbligo è quello di Cseh, ma occhio a Thiago Pereira. L’Italia schiera Boggiatto e Turrini con l’obiettivo di portarne almeno uno in finale.

13) 400 mx: soliti nomi, ma qui Cseh sembra più vicino ai due mostri Statunitensi, o almeno sembra più vicino a Lochte. Pereira possibile outsider. Boggiatto e Marin puntano alla finale.

14) 4x100 sl: gli Stati Uniti mirano al primo di tre possibili ori in staffetta, ma occhio alla Francia che può contare su un quartetto mai così forte. Per il bronzo l’Australia sembra un gradino avanti ad Italia e Russia.

15) 4x200 sl: qui la forze statunitense sembra davvero netta con ben quattro nei primi dieci delle liste stagionali. Ad inseguire Australia, Gran Bretagna ed Italia.

16) 4x100 mx: per chiudere il tris Usa. Alle spalle degli Stati Uniti l’Australia, poi la Francia (carente nel dorso) e la Russia. L’Italia punta al massimo ad una finale.

Ad Atene il dominatore incontrastato fu Michael Phelps che portò a casa 5 ori dominando entrambe le gare nella farfalla e nei misti e sommando l’oro nella 4x200 sl. Doppiette di lusso nella rana per Kitajima e per Peirsol nel dorso. Nello stile due ori a Thorpe nei 200 e nei 400, oro a Gary Hall jr nei 50 che riuscì dunque a bissare l’oro ex-equo di Sydney, nei 100 trionfò Van den Hoogenband, mentre i 1500 finirono ancora una volta nelle mani di Grant Hackett. Nelle staffette sorpresa sudafricana nella 4x100 sl, mentre 4x200 sl e 4x100 mx finirono, da pronostico, agli Stati Uniti. Unico alloro azzurro di una spedizione decisamente deludente, fu il bronzo nella 4x200 sl conquistato da Brembilla, Rosolino, Cercato e Magnini. Per gli azzurri anche due quarti e due quinti posti, oltre alla finale centrata da Brembilla nei 200 sl.

PROGRAMMA GARE

Canone inverso nello svolgimento delle gare con batterie alla sera e finali al mattino, anomalia forzata dalle esigenze della NBC che ha voluto le finali del nuoto- tra le più seguite negli Usa- in quella che, fuso alla mano, è la prima serata nordamericana. Gare dal 9 al 17 agosto per un totale di 9 giorni di gara, uno in più del consueto, ma il primo giorno non assegnerà medaglie.

di Marco Cinelli