venerdì 1 agosto 2008

Uno sport al giorno: Tennis

TENNIS

Disciplina olimpica sin dal 1896, il tennis ha percorso una strada dissestata. Fuori nel 1924, è tornato ad assegnare medaglie a Seul 1988. Per la verità il torneo olimpico non ha mai pareggiato il prestigio e l’importanza dei tornei del Grande Slam e nemmeno dei Masters Series; ovvero spesso è stato snobbato dai migliori, o gli stessi migliori non vi si sono presentati in ottima forma. Il tennis maschile di Atene, ad esempio, è stato terra di conquista dei cileni Massu e Gonzalez, non proprio (soprattutto il primo) abituati a primeggiare.

Quest’anno invece i fuoriclasse non mancano e tra gli obiettivi stagionali dichiarati l’oro olimpico è scopo primario. C’è anche chi diserterà, e per infortunio, e per cattivi rapporti con la federazione nazionale di appartenenza, e per preparare al meglio l’ultimo torneo dello Slam in programma a fine agosto, ossia gli Us Open. Ma insomma ci accingiamo a godere di uno spettacolo di alta qualità.

IL PASS PER PECHINO

In linea generale 6 posti per nazione e 6 rappresentanti per sesso (quindi per chi schiera 2 doppi, due giocatori devono già essere iscritti al singolare).

Per i singolari i primi 56 della classifica Atp e Wta al 9 giugno, ovvero post Roland Garros. I giocatori eleggibili sono al massimo 4 per federazione e che abbiano rappresentato la propria nazione in competizioni a squadre (dunque le stesse federazioni devono confermare la partecipazione dei propri giocatori). 6 posti a disposizione dall’ITF da scegliere in base a criteri di classifica e di provenienza; infine 2 carte assegnate dalla Commissione Tripartita, finite nelle mani del togolese Loglo Komlavi e di Arevalo Rafael da El Salvador per il tabellone maschile e alla tailandese Tamarine Tanasugarn e alla tennista dello Zimbabwe Cara Black.

In caso di forfait di qualunque natura, il posto vacante verrà preso da un giocatore dello stesso paese qualora abbia i requisiti di classifica per entrare direttamente in tabellone; altrimenti spazio ai primi giocatori esclusi, sempre nel limite di 4 giocatori per paese. Dopo il 2 agosto, i tennisti e le tenniste che diserteranno Pechino verranno sostituiti da un doppista, dunque già qualificato e partente per la Cina, secondo decisione dell’ITF e del CIO.

Tra gli uomini assenti Gasquet, Tsonga, Verdasco, Baghdatis e Ancic. Tra le donne fuori Bartoli, Chakvetadze e soprattutto Sharapova.

Per i doppi due posti (2+2) a nazione. Sempre in base alle classifiche del 9 giugno 24 team in entrambi i tabelloni. Solo i giocatori e le giocatrici nelle prime 10 posizioni del ranking mondiale possono “scegliere” il compagno, anche che non abbia i requisiti per qualificarsi. 8 posti riempiti per nomina dell’ITF. Stesse modalità di sostituzione in caso di infortuni o abbandoni, con ingresso di singolaristi se essi avvengono dopo la mezzanotte del 2 agosto.

GLI ITALIANI IN GARA

Tre azzurri e quattro azzurre in singolare: Andreas Seppi, Simone Bolelli e Potito Starace; Flavia Pennetta, Francesca Schiavone, Sara Errani e Mara Santangelo (che ha sostituito Karin Knapp, fermata dalla commissione medica del Coni per problemi cardiaci).

La concorrenza è di ottimo livello, non per questo si deve abbandonare ogni velleità. Dipenderà molto dal sorteggio del tabellone e dalle eventuali teste di serie che capiteranno sul cammino dei nostri. In linea teorica Seppi e Bolelli in campo maschile, Pennetta e Schiavone sono le armi più affilate su cui l’Italia può contare.

Seppi ha una discreta attitudine al cemento, anche se quest’anno i migliori exploit sono occorsi sul veloce di Rotterdam (superati Hewitt e Nadal) e sulla terra di Amburgo (semifinale). I potenti colpi da fondo di Simone Bolelli, in aggiunta ad un servizio che sa essere incisivo, possono risultare determinanti: la sconfitta da Davydenko a Miami e quella recentissima da Djokovic in doppio tie-break a Cincinnati lasciano intendere la capacità di sostenere incontri con i più forti. Un azzurro ai quarti sarebbe risultato di rilievo.

Per quanto riguarda il contingente femminile, Flavia Pennetta è reduce dalla finale di Los Angeles, persa abbastanza nettamente per mano di Dinara Safina. La brindisina è tornata numero uno di Italia e certamente possiede forma fisica e geometrie per conseguire un risultato importante. Ovvio, le Williams innanzitutto, le serbe e qualche russa in seconda battuta, sarebbero da evitare, almeno prima degli ottavi. È ciò che spera anche Francesca Schiavone, per la verità in calo di condizione atletica e tennistica; del 2008 resta l’ottimo torneo di Dubai e la vittoria sulla ex numero uno Henin, poi poco altro. Sara Errani è in vertiginosa ascesa: ha vinto gli ultimi due tornei a cui ha partecipato, Palermo sulla terra e Portoroz, Slovenia, sul cemento. L’entusiasmo potrebbe aiutarla a superare diversi ostacoli.
Potito Starace, per nulla a suo agio sul duro, e Mara Santangelo, rientrata da poco dopo lungo stop, non possono chiedere molto all’avventura olimpica. Ma già esserci è un merito.

In doppio Seppi-Bolelli nel maschile, Santangelo-Vinci e Pennetta-Schiavone nel femminile. Roberta Vinci è l’interprete più pratica del doppio, ha sicuramente voce in capitolo per un buon piazzamento (la Federation Cup insegna).

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE gara per gara

A livello individuale sarà interessante assistere all’ennesima sfida Federer-Nadal e all’approccio delle Williams al torneo olimpico. I doppi americani potrebbero conquistare 2 ori, ma attenzione alle terribili cinesine.

Singolare maschile

Dopo 235 settimane di primato, Roger Federer è sul punto di abdicare. Rafael Nadal, 4 mesi di splendido tennis, è pronto a rilevare il numero 1 Atp. Sarebbe strano in ogni caso considerare lo spagnolo come favorito principale, e non solo per la superficie: lo status di numero 2 gli si è appiccicato addosso, e finchè c’è Federer pare normale considerarlo il secondo.

Un terzo incomodo c’è, ed è Novak Djokovic, campione in Australia e probabilmente numero uno mondiale sul cemento. Il serbo ha rallentato a tu per tu con il secondo posto della classifica mondiale, ma resta un cavallo di razza e la sua posizione in tabellone sposta tutti gli equilibri.

Assenti Roddick e Gasquet, si può assegnare il ruolo di outsider a Murray, Davydenko e Blake, per il talento, la sagacia tattica e la continuità ad alti livelli. In verità sono tantissimi i tennisti in grado di salire e scalare: Wawrinka, Kiefer, Gulbis, Soderling, Tursunov. E chissà che i fin qui deludenti Nalbandian, Hewitt, Berdych e Youzhny non siano capaci di sorprendere.

Ad Atene doppietta Cile con Massu vincente sull’americano Mardy Fish. Bronzo a Fernando Gonzalez.

Doppio Maschile

Non sono molte le coppie di connazionali normalmente sul circuito. La più forte è tutta americana: i gemelli Bryan, in simbiosi tecnica e agonistica, possono contare su un affiatamento che non ha eguali. Nessun titolo dello Slam nel 2008, fino alla finale di Toronto persa dal canadese Daniel Nestor e il serbo Nenad Zimonjic. I due giramondo faranno coppia rispettivamente con Frederic Niemeyer e Novak Djokovic. Altro candidato alle medaglie è il doppio israeliano formato da Jonathan Erlich e Andy Ram. Appena dietro, i brasiliani Marcelo Melo e Andre Sa, i cechi Martin Damm e Pavel Vizner, i francesi Arnaud Clement e Michael Llodra, i sudafricani Jeff Coetzee e Wesley Moodie. Poi gli svedesi e i redivivi indiani. Mina vagante i fratelli Andy e Jamie Murray.

Ad Atene ancora Cile, che superò in finale i tedeschi Rainer Schuettler e Nikolas Kiefer. Terzi i croati Mario Ancic e Ivan Ljubicic.

Singolare femminile

Storicamente le migliori al mondo si fanno valere nella competizione a cinque cerchi. Per questo ci si aspetta ossequioso rispetto a quelle che saranno le più alte teste di serie. Il fattore Williams è decisivo: in più occasioni Serena e Venus hanno dimostrato che, competitive dal punto di vista atletico, stritolano ogni avversaria.

Persa per strada Justine Henin, le anti “coloured” sono le serbe Ana Ivanovic e Jelena Jankovic e la russa Dinara Safina, in assoluto la tennista più in forma del momento. Le altre russe sono da temere, ma dell’est ecco le agguerrite colpitrici Agnieszka Radwanska (Polonia), Victoria Azarenka (Bielorussia) e Alona Bondarenko (Ucraina). Poi le giovani e giovanissime: la francese Alize Cornet, la slovacca Dominika Cibulkova, la danese Caroline Wozniacki e l’austriaca in risalita Tamira Paszek. Qui il tabellone potrebbe fare brutti scherzi, visto che l’ordine espresso dal seeding non corrisponde alle forze in campo.

Ad Atene il titolo fu di Justine Henin, che sconfisse in finale Amelie Mauresmo. Bronzo all’australiana Alicia Molik.

Doppio femminile

Due coppie di sorelle, cinesi e spagnole, 5 binomi che a nostro avviso si contenderanno l’oro di Pechino. Quando si mettono in gioco anche nel torneo di doppio, Venus e Serena Williams investono le avversarie con carichi di potenza devastanti (a Wimbledon la prova schiacciante). Alona e Katerina Bondarenko dal canto loro, spiazzando spettatori e colleghe, hanno conquistato in gennaio il titolo degli Australian Open; buona intesa e ottimo affiatamento.

Mai da dimenticare lo scenario. Cina, Pechino, attese e pressioni sugli atleti di casa. Sia Zi Yan-Jie Zheng che Shuai Peng-Tian Tian Sun affileranno senza dubbi le racchette, forti del caloroso appoggio del pubblico. Infine la veterana Virginia Ruano Pascual, plurivincitrice di Slam con la storica compagna Paola Suarez e ora reduce dal trionfo al Roland Garros con Anabel Medina Garrigues, .

E poi tutte le grandi doppiste che scelgono compagne ad hoc. Leizel Huber, che abitualmente con Cara Black forma la migliore coppia al mondo, “sposa” Lindsay Davenport; la giapponese Ai Sugiyama farà coppia con Ayumi Morita, l’australiana Rennae Stubbs cerca ispirazione da Samantha Stosur, l’israeliana Shahar Peer tenterà di avvicinare la medaglia con Tzipora Obziler. Da non dimenticare le russe, soprattutto Svetlana Kuznetsova e Dinara Safina.

Ad Atene vinse la Cina di Tian Tian Sun e Ting Li; in finale ebbero la meglio su Virginia Ruano Pascual e Conchita Martinez. Terzo gradino del podio per le argentine Paola Suarez e Patricia Tarabini.

PROGRAMMA GARE

Torneo dal 10 al 17 agosto, come da normalità. L’appendice dell’ottavo giorno è per le ultime finali. Sessione diurna dalle 4.30 e pomeridiana dalle 11 ora italiana per i primi 3 giorni, che delineano i tabelloni agli ottavi di finale. Poi si gioca solo di pomeriggio, dunque gli appassionati italiani potranno seguire le fasi decisive dei tornei: il 13 dalle 10 di mattina gli ottavi, il 14 dalla stessa ora i quarti, il 15 le semifinali. Il 16 tutte le finali per il bronzo e il round ultimo per l’oro del singolare femminile e del doppio maschile. Infine il 17, finale del singolare maschile e del doppio femminile, sempre a partire dalle 10 ora italiana.

di Daniele Todisco

Uno sport al giorno: Softball

SOFTBALL

Il softball è uno sport olimpico solo dal 1996 e, come il baseball, non sarà presente all’edizione di Londra 2012. Proprio dal baseball trae ispirazione, ma si differenzia dal “fratello maggiore” per alcuni particolari rilevanti: la palla viene sempre lanciata al battitore con un movimento detto a "Mulinello" (Windmill), ovvero il rilascio della palla deve avvenire quando la mano si trova sotto l'altezza dell'anca ed il braccio deve essere teso; la palla è più grande mentre il campo di gioco è più piccolo e sprovvisto di monte di lancio; infine una partita di softball si disputa sui 7 inning (in caso di parità, extra inning con attaccante già sulla seconda base).

Stesso format eliminatorio rispetto al baseball, ma anche qui differenza rilevante: otto qualificate che si misurano in un girone all’italiana, da cui escono le prime 4; le semifinali vedono opposte prima contro seconda e terza contro quarta. La vincente della semifinale “alta” è in finale, la perdente ha un’altra possibilità di raggiungere l’epilogo sconfiggendo la vincente della semifinale “bassa”.

Le otto squadre qualificate sono: Cina, Stati Uniti, Giappone, Australia, Canada, Olanda, Taipei e Venezuela.

IL PASS PER PECHINO

Accesso a Pechino lineare. Paese ospitante più prime quattro del mondiale disputato esso stesso a Pechino. Quindi tre tornei intercontinentali e carta per le rispettive vincitrici: zona euroafricana, zona Asia&Oceania e zona panamericana.

GLI ITALIANI IN GARA

Le azzurre si sono fermate a pochi centimetri dai Giochi. Quelli che avrebbero deviato la traiettoria del line drive di Eva Trevisan e consentito poi a Christina Rolla in terza base di correre a casa e segnare il punto della vittoria. Parliamo della finale del torneo di qualificazione euro-africano, decisiva per l’accesso a Pechino. Le olandesi completarono invece l’out e nel tie-break misero a segno il terzo punto che consegna loro titolo e visto.

In ogni caso la squadra italiana è molto qualificata, ha ribadito nel 2008 il titolo europeo.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

Tre medaglie olimpiche in tre edizioni, gli Stati Uniti sono gli assoluti favoriti. Ai mondiali dopo un percorso netto di 8 vittorie è pervenuta la sconfitta per mano delle giapponesi. Il format ha però garantito alle statunitensi un’altra opportunità ed ecco il 5-1 all’Australia e il 3-0 al Giappone nella vera finale. Dominio praticamente incontrastato che dovrebbe ribadirsi in Cina. Certo, sarà difficile far meglio di Atene: 1 punto subito in tutto il torneo.

Cat Osterman e Jennie Finch sono le due lanciatrici, mancina la prima e destra la seconda, tra le migliori in circolazione. Crystl Bustos è un’ottima battitrice, 2 homerun nella finale di Atene e 1 in quella dei mondiali cinesi (media battuta di .500, vale a dire una valida ogni due turni). Nello stesso match contro le giapponesi anche Stacey Suveman realizzò un fuoricampo, l’ultimo della partita. Alte percentuali poi per Natasha Watley, regina delle basi rubate. Infine Jessica Mendoza, atleta dell’anno negli USA per il 2006, fenomenale sul piatto. Insomma una corazzata che nulla può temere.

Solo il Giappone può far partita pari, con Yukiko Ueno come lanciatrice partente, Emi Naito e Sachiko Ito colpitrici precise e continue, Eri Yamada fulmine tra le basi. La rivalità tra le due superpotenze è accesa e le nipponiche sono convinte di poter conquistare l’oro.

Per il bronzo la sfida dovrebbe essere riservata a Cina e Australia. Le padroni di casa si affidano alla mazza di Di Wu e Yi Zhou e al braccio dell’esperta Lu Wei; le “aussie” presentano nel roster atlete navigate come Melanie Roche, il capitano Natalie Ward e l’immortale pitcher Tanya Harding (più di 400 presenze tra le cangure).

Le altre, a cominciare da Canada e Olanda, proveranno ad intrufolarsi nella zona medaglie, quindi le prime 4 posizioni del girone eliminatorio.

PROGRAMMA GARE

Dal 12 al 18 match di round robin, settimana ad alti ritmi. La pausa del 19 agosto fa da preludio alla giornata più faticosa: prima e seconda scendono in campo alle 3.30 di notte ora italiana, terza e quarta alle 6; quindi alle 11 perdente della gara d’apertura e vincente del secondo match tornano sul diamante per contendersi la finale. L’indomani, 21 agosto, alle 12.30 in Italia la finalissima.

di Daniele Todisco

giovedì 31 luglio 2008

Uno sport al giorno: Canottaggio

CANOTTAGGIO

Disciplina antichissima, presente alle Olimpiadi sin dal 1900, il canottaggio è un misto di velocità, potenza e resistenza. Gli atleti, seduti su seggiolini scorrevoli e rivolti verso poppa (quindi in direzione opposta rispetto al senso di marcia), usano dei remi per far muovere l’imbarcazione. Le principali differenze tra le varie imbarcazioni, che concretamente indicano il tipo di gara, risiedono nel numero di componenti dell’equipaggio, nel numero di remi azionati da ogni vogatore (uno “di punta” o due “di coppia”) e nella presenza o meno di un timoniere (così si spiega la dicitura “con” e “senza”). Le gare si svolgono sulla distanza di 2000 metri su 6 corsie. Sono previste batterie con ripescaggi, semifinali e finale.

IL PASS PER PECHINO


Secondo il principio per cui ogni nazione può qualificare un equipaggio per tutte e 14 le specialità, la gran parte dei posti disponibili è stata assegnata nel corso dei campionati del mondo, disputatisi nell’agosto del 2007 a Monaco di Baviera. Per completare il lotto di partenti di pressoché tutte le imbarcazioni si è poi aspettato nel giugno scorso la “Final Qualification Regatta” di Poznan. Solo in quattro specialità, ovvero i singoli e i due di coppia pesi leggeri si è ricorso a manifestazioni continentali in Asia, Africa e America Latina.
È doveroso sottolineare che le barche qualificate a Monaco hanno prenotato il posto per la nazione, cioè l’atleta individualmente non ha acquisito il diritto alla partecipazione ai Giochi. Per le barche qualificate alla Regata Finale in Polonia l’atleta che ha ottenuto la qualificazione deve necessariamente partecipare ai Giochi nella stessa barca.
La sola Australia ha al via 14 imbarcazioni, seguono Germania e Stati Uniti con 13.

GLI ITALIANI IN GARA

L’Italia porta a Pechino 7 barche: tra le gare maschili, il due senza (Giuseppe De Vita e Raffaello Leonardo), il quattro senza (Carlo Mornati, Niccolò Mornati, Alessio Sartori, Lorenzo Carboncini), il quattro di coppia (Luca Agamennoni, Simone Venier, Rossano Galtarossa, Simone Raineri), il doppio pesi leggeri (Elia Luini e Marcello Miani) e il quattro senza pesi leggeri (Jiri Vlcek, Catello Amarante, Salvatore Amitrano, Bruno Mascarenhas); tra le donne, ai Giochi il singolo (Gabriella Bascelli) e il due di coppia (Laura Schiavone, Elisabetta Sancassani).
5 equipaggi hanno centrato la qualificazione ai Mondiali, solo il singolo donne e il due senza sono dovuti ricorrere alla regata finale dello scorso giugno.
Esistono concrete possibilità di medaglia, e per tradizione e per gli ultimi risultati riportati. Ad esempio il quattro senza pesi leggeri, già bronzo ad Atene con 3/4 identici (c’è solo Vlcek al posto di Lorenzo Bestini, peraltro designato come riserva), ha confermato il terzo gradino del podio anche a Monaco ed è giunto secondo nella prova di Coppa del mondo di Poznan. Anche il quattro senza, che ha cambiato del tutto equipaggio rispetto al bronzo di Atene, è giunto secondo ai mondiali a breve distanza dagli olandesi e quinto sempre a Monaco ma in Coppa del Mondo.
Anche il quattro di coppia, che comprende Agamennoni e Galtarossa, medagliati ad Atene su altre imbarcazioni, si è confermato ad alti livelli con il quarto posto iridato e l’argento europeo.
Delle due barche “rosa” il singolo della Bascelli sta crescendo di condizione. L’atleta laziale, reduce da un incidente automobilistico e da un periodo molto duro di riabilitazione (sedia a rotelle e stampelle comprese), è riuscita a bissare la presenza di Atene e può puntare alla finale.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE gara per gara

Gare maschili

1) Singolo: c’è un favorito d’obbligo, ovvero in nessun altro modo si può chiamare un tri-campione mondiale come Mahe Drysdale, neozelandese che del singolo sta facendo la personale riserva aurea. Quindi il norvegese Olaf Tufte, oro olimpico in carica e bronzo ai mondiali di Monaco. Per il podio anche il britannico Alan Campbell, ottimo in coppa del mondo, e il ceco Ondrej Synek.

2) Due di coppia: il duo sloveno Luka Spik-Iztok Cop è abituato a primeggiare, a partire dall’oro olimpico di Sidney, passando per l’argento di Atene e giungendo al nuovo oro iridato 2007. C’è il binomio francese a porre i bastoni fra le ruote e quel Adrien Hardy, olimpico in carica, che ha cambiato compagno (c’è Jean Baptiste Macquet al posto di Sebastien Vieilledent). Ancora britannici temibili, Matthew Wells e Stephen Rowbotham, ai piedi del podio a Monaco. Bielorussia e Nuova Zelanda per il colpo basso.

3) Due senza: l’australiano Drew Ginn è un collezionista di medaglie, 5 titoli mondiali e 2 olimpici lungo 10 anni, nel quattro senza e soprattutto nel due senza. Voga con Duncan Free verso l’ennesimo oro. Gara “oceanica” visto che i neozelandesi George Bridgewater e Nathan Twaddle sono vicecampioni iridati. In calo le quotazioni dei fratelli croati Niksa e Sinisa Skelin, in ascesa i sudafricani Donovan Cech e Ramon Di Clemente.

4) Quattro di coppia: polacchi, con il tricampione mondiale Marek Kolbowicz, e francesi (Peltier, Berrest, Coeffic e Bahain) appaiono i team più forti al momento. C’è di certo l’Italia per un posto sul podio, ma Germania, Ucraina e Russia (campione olimpica in carica, sopravvissuto Alekseij Svirin) navigano assai veloce.

5) Quattro senza: varie imbarcazioni sulla stessa lunghezza, forse Nuova Zelanda, Gran Bretagna e Italia possiedono qualcosa in più. Tra i britannici primi in Coppa del Mondo a Monaco quest’anno, c’è Steve Williams, oro nella stessa specialità ad Atene. Dietro il suddetto trittico, i cechi campioni europei in carica e gli olandesi.

6) Otto: gara spettacolare e imprevedibile. Se si deve nominare un favorito, la scelta ricade sul Canada, a cui manca solo l’oro olimpico per entrare nella storia. Kevin Light, Ben Rutledge, Adam Kreek e Kyle Hamilton hanno infatto incetta di medaglie iridate pregiate nell’ultimo quinquennio. Germania, Australia e Stati Uniti per le restanti medaglie. Attenzione alla competitività della Cina, che ha forse nell’otto la sua barca più attesa.

7) Doppio pesi leggeri: da due anni il mondiale è dei danesi Mads Rasmussen e Rasmus Quist, è inevitabile considerarli i primi della lista. La Grecia del bronzo di Atene Vasileios Polymeros e la Gran Bretagna di Zac Purchase sono alle loro spalle. Attenzione al francese Frederic Dufour, spesso decisivo.

8) Quattro senza pesi leggeri: possiamo sperare in uno splendido regalo da Amitrano, Mascarenhas e gli altri due azzurri, in una gara che ai mondiali ha espresso enorme incertezza. Gran Bretagna, Francia e Cina in pochi metri. Ancora in acqua il danese Eskild Ebbesen, oro ad Atlanta e Sidney e bronzo ad Atene.

Gare femminili

1) Singolo: la bielorussa Ekaterina Karsten-Khodotovitch e la bulgara Rumyana Neykova, oro e argento iridate nonché argento e bronzo olimpiche, vogano a velocità doppia delle altre. La neozelandese Emma Twigg, la ceca Mirka Knapkova e l’americana Michelle Guerette si disputano il bronzo. Che la Bascelli non sia d’accordo?

2) Due di coppia: le campionesse olimpiche in carica, le gemelle australiane Georgina e Caroline Evers Swindell, sono state superate a Monaco dalle impressionanti cinesi Li Qin e Tian Liang, convincenti anche in coppa del mondo. Germania e Gran Bretagna (con la 33enne Elise Laverick) anch’esse in nitida ottica medaglie.

3) Due senza: due coppie sul podio di Atene ancora in prima fila, vale a dire le romene Georgeta Damian e Viorica Susanu e le bielorusse neo campionesse del mondo Yuliya Bichyk e Natallia Helakh. Nuova Zelanda e Germania, delle altre, sembrano le più accreditate per una posizione di rilievo.

4) Quattro di coppia: la Gran Bretagna di Debbie Flood e Frances Houghton può riscattare il secondo posto di Atene, poiché nel frattempo è ulteriormente maturata (l’oro mondiale ne è dimostrazione). È sempre la Germania il suo spauracchio, ieri come oggi alle calcagna delle anglosassoni; Kathrin Boron e Manuela Lutze erano ad Atene e saranno a Pechino. Difficile, inoltre, che scappi una medaglia alle cinesi Feng, Tang, Xi, Jin.

5) Otto: Romania, campione olimpica ad Atlanta, Sidney e Atene, più degli Stati Uniti è indiziata per l’oro; le europee dell’est (tra cui milita il timoniere Elena Georgescu-Nedelc, alla caccia del quarto alloro) e le nordamericane si sono spesso trovate sui primi due gradini del podio in competizioni internazionali. I paesi del Commonwealth, Gran Bretagna e Australia, per il bronzo.

6) Doppio pesi leggeri: oltre alle australiane campionesse del mondo Amber Halliday e Marguerite Houston, diversi binomi possono puntare al metallo. Ad esempio le tedesce Berit Carow e Marie-Louise Draeger, le greche Chrysi Biskitzi e Alexandra Tsiavou, le olandesi Kirsten Van Der Kolk e Marit Van Eupen (queste ultime qualificatesi a Poznan all’ultima occasione valida ma estremamente competitive).

PROGRAMMA GARE

Si gareggia nel pomeriggio di Pechino, dunque anche in Italia orari comodi per godersi le regate. Batterie il 9 e il 10 agosto, ripescaggi per le semifinali l’11 e il 12. Di lì doppio tabellone per delineare tutte le serie di finali: il 13 e il 14 si disputano le semifinali che contano e anche alcune finali tra le ultime barche piazzate. Il 15 e il 16 sono le giornate degli inni: dalle 9.30 a poco prima di mezzogiorno il programma completo, con i singoli ad aprire e gli otto a chiudere.

di Daniele Todisco

Uno sport al giorno: Pallamano

PALLAMANO

La pallamano, per la sua semplicità, ha radici molto antiche; sue versioni rudimentali si giocavano nell’antica Grecia e in epoca romana. La disciplina che oggi conosciamo è invece di origine nordeuropea. Non a caso la prima apparizione olimpica risale a Berlino 1936; black out fino a Monaco 1972, ancora Germania. Il torneo femminile esordì invece a Montreal 1976.

Un incrocio tra calcio e basket, per movimenti e sistema di gioco. Le aree di porta sono delimitate da una linea parallela alla linea di fondo disegnata ad una distanza di 6 metri; in tale area solo i portieri possono sostare, mentre gli attaccanti devono concludere da fuori (e infatti spesso si vedono i giocatori tirare in volo senza aver calpestato la zona d’area). I difensori possono intercettare la palla mentre è in aria, ma non entrare in contatto con gli attaccanti. La palla può essere tenuta per massimo 3 secondi, e un limite di tre passi è consentito con la palla in mano.

Si gioca su due tempi di 30 minuti, con eventuale supplementare di 5 minuti in caso di parità.

Le 12 squadre qualificate sono divise in due gruppi da 6. Ai gironi all’italiana seguono i quarti di finale incrociati tra le prime 4 di ogni raggruppamento, quindi eliminazione diretta fino all’oro.

IL PASS PER PECHINO

Le prime carte olimpiche sono state assegnate al paese ospitante e alla vincitrice dei campionati del mondo, occorsi tra gennaio e febbraio 2007 in Francia. In secondo luogo si sono svolti tornei continentali (non in Oceania), i cui rispettivi vincitori hanno ottenuto il pass. Infine, le prime escluse dei mondiali e delle competizioni continentali si sono sfidate in tre tornei contemporanei a Wroclaw, Parigi e Zadar, dal 30 maggio al primo giugno 2008. Quattro team per torneo, e qualificazione per le finaliste.

Nel torneo femminile girone A con Angola, Cina, Francia, Kazakistan, Norvegia e Romania e girone B con Brasile, Germania, Ungheria, Russia, Corea del Sud e Svezia.

Divisione delle squadre maschili: nel gruppo A Brasile, Cina, Croazia, Francia, Polonia e Spagna, nel gruppo B Danimarca, Egitto, Germania, Islanda, Russia e Corea del Sud.

GLI ITALIANI IN GARA

Nessuna rappresentanza italiana, in uno sport in cui gli azzurri non sono in grado di competere ad alti livelli. Sia uomini che donne hanno mancato la qualificazione al torneo europeo.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

Il continente europeo è all’avanguardia del movimento, soprattutto in campo maschile. Germania, Danimarca e Francia sono attualmente le compagini più forti, ma non si possono dimenticare Croazia e Spagna. In ambito femminile, out le danesi triplici campionesse olimpiche, sono Russia e Norvegia le favorite.

Torneo femminile

Con 3 medaglie d’oro negli ultimi 4 mondiali, le ragazze russe si apprestano a cogliere un titolo che manca da Mosca 1980. Formazione equilibrata senza realizzatrici strepitose, si affida al portiere Inna Susina, alla coppia di ali Polina Vyakhireva e Yana Uskova e alla magnifica Nadezhda Muravyeva, in nazionale dal 2000. Appena dietro, come detto, c’è la Norvegia, che in Francia si è arresa in finale 29-24 (ma nel secondo turno eliminatorio le nordiche l’avevano spuntata 22-21) ma che è campionessa europea 2006. Anche le norvegesi possono contare su un ottimo estremo difensore, Katrine Lunde Haraldsen, nonché su due pedine elette migliori giocatrici in Francia e agli Europei 2006 di Svezia: la svedese naturalizzata Katja Nyberg e Gro Hammerseng.

Terza incomoda è la Germania, che punta a salire la scala per l’Olimpo a suon di gol. La squadra teutonica è delle realizzatrici: 58 gol per Nadine Krause in Svezia (e premio di miglior giocatrice dell’anno), 85 per Grit Jurack agli ultimi campionati del mondo.

Indubbiamente Romania e Ungheria sono rappresentative temibili, ma attenzione ad Angola e Corea del Sud che ai mondiali furono tra le prime 8. Tra le africane, Marcelina Kiala è la giocatrice che si accolla più responsabilità in fase di conclusione assieme a Nair Almeida; tra le asiatiche, è proverbiale la precisione sottoporta di Sunhee Woo.

Ad Atene la Danimarca colse il terzo titolo olimpico consecutivo imponendosi sulla Corea del Sud. Terza l’Ucraina.

Torneo maschile

Meno semplice delineare una graduatoria di qualità. La Germania sul terreno amico ha conquistato l’oro mondiale, ma agli europei dello scorso gennaio è giunta quarta, battuta da Danimarca e Francia nei match conclusivi. Henning Fritz in porta, Michael Kraus come centro arretrato e Florian Kehrmann sull’esterno destro sono punti fermi di una squadra compatta che ha in Pascal Hens un ottimo realizzatore.

In quanto a cannoniere la Danimarca non è da meno: Lars Christiansen, più di 1100 gol in oltre 250 partite con la nazionale, insomma un’istituzione. All’estremo opposto del campo, Kasper Hvidt, portiere all-star agli ultimi europei. Infine Lasse Boesen, altro esperto attaccante e Michael Knudsen, geniale pivot.

Francia e Croazia s’infileranno sicuramente nella battaglia per le medaglie. I transalpini, terzi agli europei e appena giù dal podio ai mondiali, sono sempre presenti nei momenti che contano. E in più possiedono il fattore Karabatic: il 24enne di origini serbe, miglior realizzatore degli ultimi europei di Norvegia nonché miglior giocatore della manifestazione, è considerato, a dispetto della sua ancora giovane età, il pallamanista più completo al mondo. Daniel Narcisse e Luc Abalo le sue braccia. I croati invece si affideranno a Ivano Balic, altro marcatore di primissimo livello e votato MVP dei mondiali tedeschi, e a diversi interpreti dello splendido oro di Atene, su tutti Igor Vori, Blazenko Lackovic e Petar Metlicic.

Spagna e Polonia infine gli outsider più credibili.

Ad Atene in fila Croazia, Germania e Russia.

PROGRAMMA GARE

Dal 9 al 18 agosto e a giorni alterni con partenza al femminile, tutta la serie di incontri eliminatori. Stesso concetto per le fasi finali: quarti femminili il 19 e quarti maschili il 20 con prima partita alle 6 di mattina ora italiana; quindi semifinali femminili il 21 e maschili il 22 a mezzogiorno e alle 14.15. Le ragazze chiudono i battenti il 23 alle 7.30(bronzo) e 9.45 (oro/argento), stessi orari il giorno seguente per la conclusione della competizione maschile.

di Daniele Todisco

mercoledì 30 luglio 2008

Uno sport al giorno: Baseball

BASEBALL

Sport che si è sviluppato a partire da antiche pratiche romene, inglesi e americane e che è diventato disciplina nazionale negli States a fine ‘800, il baseball è all’ultima partecipazione olimpica, come deciso dal CIO in vista di Londra 2012 (era dal 1936 che non veniva votata l’eliminazione di uno sport dai Giochi, allora fu il polo).

Solo dal 1992 il baseball ha messo in palio le medaglie, mentre nelle apparizioni precedenti erano previste semplici esibizioni. Inizialmente la partecipazione era proibita ai professionisti, ma da Sidney 2000 il veto è stato tolto.

Al torneo olimpico prendono parte 8 squadre, inserire in un unico girone. Ad una fase preliminare, strutturata secondo il format del round robin (tutti incontrano tutti), segue la fase finale a cui si qualificano i primi 4 team. Semifinali incrociate e infine finali per le medaglie. Ogni partita si disputa sulla lunghezza di 9 inning.

Ai nastri di partenza Stati Uniti, Cuba, Cina, Corea del Sud, Giappone, Canada, Olanda e Taipei.

IL PASS PER PECHINO

Per evitare assenze eccellenti (come quella degli USA ad Atene) è stato rivisto il criterio di assegnazione dei posti. Assicurato il biglietto ai padroni di casa, si è proceduto innanzitutto con tornei continentali in America, Asia ed Europa. Le Americhe avrebbero inviato 2 paesi, Asia ed Europa solo uno. Le ultime 3 carte sono state distribuite nel torneo finale di qualificazione disputatosi a Taipei nel marzo di quest’anno. Oltre ai padroni di casa, sono passate Corea e Canada.

Dunque un solo team europeo (ad Atene erano 3, Italia compresa).

GLI ITALIANI IN GARA

L’Italia, che era tra le squadre sempre presenti dal 1992, non ha raggiunto il traguardo della qualificazione. Agli Europei la nazionale azzurra non ha superato la prima fase, sconfitta da Olanda e Francia. Si tratta del peggior risultato a livello continentale mai ottenuto.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

Con la Major League americana tuttora in corso, i migliori giocatori (non solo a stelle e strisce) hanno preferito evitare la trasferta cinese. Ecco che la qualità media si equilibra a favore dell’incertezza.

Stati Uniti e Cuba sono probabilmente le principali favorite per l’oro, per tradizione la prima e per coesione e organizzazione di gioco la seconda. Gli americani presentano un line-up composto da giocatori di minor league (la seconda lega USA), provenienti da 15 franchigie. La linea di continuità rispetto alla squadra che si è imposta nei campionati mondiali del 2007 è sottile: due lanciatori, ovvero Brian Duensing e Jeff Stevens, e un interno, Jayson Nix. Quindi altri 7 giocatori che già avevano vestito la maglia della nazionale. Nel roster anche un collegiale dalla San Diego State University, Stephen Strasburg, appena 20enne. Insomma un buona sintesi, assolutamente competitiva.

Cuba sarà guidata da una leggenda vivente della patria, quell’Antonio Pacheco che colse gli ori a Barcellona e Atlanta e l’argento di Sidney e che da allenatore ha appena conquistato il titolo nazionale con i Santiago de Cuba. Pacheco è partito da un gruppo di 43 giocatori, scremati poi a 24 che sarebbero partiti per la Cina. Diversi i “suoi” allievi, dal battitore Alexei Bell (31 fuoricampo e 111 RBIs nella lega, record stagionale) al lanciatore Norge Luis Vera. Poi l’ottimo ricevitore Ariel Pestano e lo shortstop Eduardo Paret tra gli atleti d’elite. I centroamericani puntano diretti all’oro.

Dietro le due superpotenze il Giappone, che a sua volta a Pechino non potrà contare sulle due star della Major League Baseball, Ichiro Suzuki e Daisuke Matsuzaka: anche l'esterno dei Seattle Mariners ed il lanciatore partente dei Boston Red Sox nel periodo olimpico resteranno in Nordamerica per continuare a giocare la regular season della lega a stelle e strisce. Dunque, l’intero line-up proviene dalla lega professionistica giapponese. Ci saranno sette giocatori che conquistarono l’oro al World Baseball Classic (competizione per squadre nazionali professionistiche che si pone a fianco dei normali campionati mondiali) del 2006: ad esempio il pitcher Toshiya Sugiuchi e il catcher Tomoya Satozaki, o ancora l’esterno Norochika Aoki.

L’Olanda, che si affida ad atleti delle Antille olandesi e di Aruba confluiti nel proprio roster – si pensi al lanciatore Diegomar Markwell e all’esterno Eugene Kingsale - , e Corea del Sud tenteranno l’aggancio al quarto posto valido per l’accesso alle semifinali, mentre per Cina, Canada e Taipei ipotizziamo le ultime tre posizioni.

Ad Atene fu oro per Cuba, terzo in quattro edizioni dei Giochi. Sconfitta in finale l'Australia, mentre il Giappone si aggiudicò il bronzo.

PROGRAMMA GARE

Dal 13 al 20 agosto, con pausa il 17, tutto il round robin con le otto squadre sempre in campo. 2 match nella profonda notte italiana, 2 match nel primo pomeriggio. Il 22 le semifinali tra prima e quarta e tra seconda e terza, rispettivamente alle 4.30 e alle 12 ora italiana. Quindi il 23 la conclusione e le medaglie negli stessi orari, con ovvia precedenza al bronzo.

di Daniele Todisco

martedì 29 luglio 2008

Uno sport al giorno: Pugilato

PUGILATO

Il pugilato è uno sport antichissimo, tanto che ve n’è traccia sin dalle Olimpiadi antiche. Allora si trattava di una pratica molto brutale, visto che per proteggere le mani si apponeva all’estremità anteriore un anello di cuoio; in epoca romana si aggiunsero anche borchie metalliche che ufficialmente dovevano tenere compatte le strisce di cuoio, e invece rendevano il pugno un’arma pressoché mortale.

La boxe ritornò entro il programma olimpico nel 1904 a St. Louis e da allora si strutturò in più categorie di peso, fino a prevedere le attuali 11: minimosca, mosca, gallo, piuma, leggeri, superleggeri, welter, medi, massimi leggeri, massimi, supermassimi. Da Londra 2012 il pugilato olimpico aprirà alle donne.

La competizione olimpica è riservata ai pugili dilettanti e fa capo alla AIBA (International amateur boxing association). Rispetto ai match tra professionisti, i pugili indossano protezioni intorno alla testa e guanti con una striscia bianca sulle nocche; quest’ultima è indicativa dei colpi inferti dal boxeur, valutati dai giudici con un punto quando arrivano a segno sul torace o sulla testa dell’avversario. Sono previsti 4 round di due minuti ciascuno; gli arbitri possono interrompere il match in caso di infortuni o scorrettezze da squalifica, altrimenti vince chi ha totalizzato più punti all’ultimo gong.

28 pugili per le prime 9 categorie di peso, 16 per massimi e supermassimi. Tabelloni ad eliminazione diretta, due medaglie di bronzo saranno assegnate ad entrambi i perdenti delle semifinali.

IL PASS PER PECHINO

I campionati del mondo di Chicago, datati ottobre-novembre 2007, hanno consegnato 8 carte per ogni categoria di peso, eccetto massimi e supermassimi (qualificazione diretta solo per i primi 4, ovvero i medagliati). Quindi in Asia, Africa, America ed Europa si sono svolti 2 campionati continentali, ognuno dei quali assegnava un numero determinato di posti; il campionato d’Oceania ha completato il lotto dei partenti.

Erano stati previsti 9 posti per la nazione ospitante, che ne avrebbe usati 6 nelle categorie di peso preferite. Poiché la Cina aveva già piazzato ben 10 atleti (considerato il limite di un pugile per ogni categoria), i 9 posti sono stati utilizzati come inviti dalla Commissione Tripartita (Comitato olimpico internazionale – Comitati olimpici nazionali – AIBA).

GLI ITALIANI IN GARA

L’Italia ha qualificato 6 atleti ai Giochi. In ordine di peso: Vincenzo Picardi (mosca), Vittorio Parrinello (gallo), Alessio Di Savino (piuma), Domenico Valentino (leggeri), Clemente Russo (massimi) e Roberto Cammarelle (supermassimi).

Vincenzo Picardi, 25enne della provincia di Napoli, si è qualificato grazie al terzo posto dei mondiali di Chicago. Nell’occasione fu sconfitto nettamente dal tailandese Somjit Jongjohor; terzo anche agli Europei 2007 a Dublino. Insomma, qualche possibilità di medaglia.

Vittorio Jahin Parrinello, anch’egli 25enne campano, ha staccato il biglietto per Pechino all’ultima opportunità, ossia nel match per il bronzo del secondo torneo continentale di qualificazione (ad Atene, sconfitto lo slovacco Rudolf Dydi). Ai mondiali perse dal futuro vicecampione, il mongolo Badar-Uugan. Concorrenza troppo valida.

Alessio Di Savino, romano, ha vinto l’oro nel torneo di qualificazione di Atene, sconfiggendo in finale il georgiano Nikoloz Izoria. È una lieta sorpresa, ma per il campione italiano 2007 non si possono pronosticare illusioni di podio.

Domenico Valentino è vicecampione mondiale dei pesi leggeri. A Chicago si arrese solo all’inglese Frankie Gavin, dopo netti successi sull’armeno Hrachik Javakhyan e il nordcoreano Kim Song Guk. Ad Atene 2004 si fermò ai quarti, ora punta deciso alle medaglie.

Clemente Russo è campione del mondo dei pesi massimi. Dopo l’argento europeo, si è ampiamente rifatto dominando a Chicago l’inglese Price, il ceco Viktora, il tedesco Povernov, il montenegrino Gajovic e il cinese Yushan, per poi superare in finale il forte russo Rakhim Chakhkeiv. Il casertano, alla seconda Olimpiade, parte da favorito.

Così come Roberto Cammarelle, bronzo olimpico e campione mondiale in carica. Il milanese pare aver raccolto l’eredità del formidabile Alexander Povetkin con la vittoria in finale a Chicago sull’ucraino Vyacheslav Glazkov. Esperienza e carisma non mancano al pugile oltre quintale, si attende la definitiva consacrazione.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE gara per gara

Russia e Cuba (che ha disertato per volontà della Federazione i mondiali di Chicago e presenta una formazione rivoluzionaria rispetto ad Atene) sono storicamente le nazioni leader del movimento dilettantistico. La Cina tenterà di intromettersi in tale dualismo e spezzarlo a colpi di medaglie.

1) Minimosca (-48 kg): la taglia più piccola elegge a favorito il cinese Zou Shiming, bicampione mondiale in carica e bronzo ad Atene. Agilissimo, dovrà sfuggire ai colpi del filippino Harry Tanamor, tre volte sul podio mondiale, e del tailandese Amnat Ruenrong, che iniziò a boxare in prigione mentre scontava una condanna di 15 anni per furto. L’americano Luis Yanez, oro ai giochi panamericani, e il cubano Yampier Hernandez, erede del campione olimpico Yan Barthelemi, possono inserirsi nella lotta per le medaglie. Dall’Europa il francese Nordine Oubaali e l’ungherese Pal Bedak.

2) Mosca (-51 kg): il campione del mondo è lo statunitense Raushee Warren, i candidati alle medaglie l’azero Samir Mammadov, il tailandese Samjit Jongjohor e il coreano Lee Ok Sung. Senza dimenticare il tricampione europeo, il russo Georgy Balakshin, e il nostro Picardi.

3) Gallo (-54 kg): l’assenza del fuggiasco Guillermo Rigondeaux (tentò di far perdere le proprie tracce durante i giochi panamericani di Rio de Janeiro), cubano plurititolato, ha aperto la corsa all’oro. Ai mondiali ne ha approfittato il quasi 21enne russo Sergey Vodopyanov, ma è difficile ipotizzare una sua conferma. Il tailandese argento di Atene Worapoj Petchkoom,, il portoricano McJoe Arroyo e il mongolo Enkhbat Badar Uugan per il colpo grosso.

4) Piuma (-57 kg): Albert Selimov, russo campione del mondo, e l’americano Raynell Williams, vincitore del test event di Pechino ad inizio 2008 ai danni del messicano Arturo Santos, possono dar vita ad uno scontro tra superpotenze. Vasyl Lomachenko dall’Ucraina, Yakup Kilic dalla Turchia e soprattutto Li Yang dalla Cina promettono ulteriori scintille.

5) Leggeri (-60 kg): la riabilitazione del 19enne di Brooklyn, Sadam Alì, che patteggiò tre mesi di squalifica dopo essere stato trovato positivo in occasione di una manifestazione collaterale del novembre scorso, cambia le carte in tavola. Al primo torneo panamericano di qualificazione si è aggiudicato l’oro a spese del cubano Yordenis Ugas e si candida al metallo prezioso. Certo, il russo Alexey Tischenko e l’iridato inglese Frankie Gavin non staranno a guardare. Poi l’azzurro Valentino, il nord coreano bronzo di Atene Kim Song Guk e l’armeno Hrachik Javakhyan.

6) Superleggeri (-64 kg): un kazako per l’oro, il bicampione mondiale in carica Serik Sapiyev, facile vincitore del russo Gennady Kovalev a Chicago. Dai superleggeri ai leggeri, il cubano 20enne Rosniel Iglesias ha trovato miglior fortuna e la qualificazione a Pechino; ancora più giovane di lui il californiano Javier Molina, 18enne da tenere d’occhio. Ottime credenziali per l’inglese Bradley Saunders e il gioiellino francese Alexis Vastine.

7) Welter (-69 kg): altro statunitense sulla vetta del mondo; è Demetrius Andrade, colpitore straordinario del Rhode Island. Per la corona d’alloro è lotta aperta: il cinese Hanati Silamu, che con giudici ben disposti potrebbe avanzare sino all’atto conclusivo, il tailandese vicecampione a Chicago Non Boonjumnong (fratello di Manus, oro ad Atene nei superleggeri), il sudcoreano bronzo agli scorsi giochi Kim Jung Joo. E ancora il torello cubano Carlos Banteaux, il britannico di origini gipsy Billy Joe Saunders (49 vittorie consecutive appena diventato senior) e il russo Andrei Balanov.

8) Medi (-75 kg): assoluto favorito è il russo Matvey Korobov, capace di imporsi in due mondiali e un europeo nell’arco di tre anni. A Chicago superò in semifinale l’ucraino Sergiy Derevyanchenko e in finale il colombiano Alfonso Blanco. Emilio Correa è forse il cubano più rappresentativo della comitiva olimpica e anche su di lui sono puntate le telecamere, mentre lo statunitense Shawn Estrada è un pelo dietro la prima linea. C’è il kazako Bakhtyar Artayev, oro olimpico dei pesi welter di Atene, quindi il cinese Wang Jianzheng. In lizza pure un africano, il marocchino Said Rachidi.

9) Massimi leggeri (-81 kg): i paesi d’area russa sono una spanna sulle altre scuole, se si considera che i primi 4 dell’ultimo mondiale provengono da quella zona. L’uzbeko Abbos Atoev ha superato 20-17 il russo Artur Beterbiyev, campione europeo 2006, mentre i bronzi sono finiti al collo del kazako Yerkebuian Shynaliyev e del lituano Daugirdas Semiotas. Dalle Americhe ecco il colombiano Eleider Alvarez, in una specialità in cui sono assenti cubani e statunitensi.

10) Massimi (-91 kg): come detto in precedenza, Clemente Russo può ambire all’oro, perché manca il fuoriclasse assoluto. Né lo yankee Deontay Wilder, né il cubano Osmay Acosta sono da temere oltremodo. Forse le maggiori insidie arrivano dall’Europa: il russo Rakhim Chakhkeiv, vicecampione mondiale, il francese oro europeo 2006 John M’Bumba e l’argento di Atene Viktar Zuyev dalla Bielorussia.

11) Supermassimi (+91 kg): nella categoria più seguita perché forse più spettacolare, Cammarelle si deve considerare favorito. Non solo per l’oro mondiale, ma anche per la qualità che in pochi possono pareggiare. Dai massimi è arrivato il cubano Robert Alfonso, che subito si è aggiudicato l’oro ai panamericani 2007. Possono impensierire il colosso di Cinisello Balsamo il russo Islam Timurziev e il bulgaro Kubrat Pulev, boxeur già navigati a livello internazionale. Nella categoria regina c’è da temere ovviamente il cinese Zhang Zhilei.

PROGRAMMA GARE

Si boxa dal primo all’ultimo giorno dei Giochi: da sabato 9 a sabato 16 agosto i turni preliminari di tutte e 11 le categorie di peso; da domenica 17 i quarti di finale, in programma dalle 13 ora italiana. Il 22 è una maratona: tutte le semifinali, dai mosca ai supermassimi, per 9 ore di spettacolo. Infine le finali, in sessione serale il 23 agosto (mosca, piuma, superleggeri, medi e massimi) e in sessione pomeridiana, ovvero la mattina italiana, il 24 (minimosca, gallo, leggeri, welter, massimi leggeri e gran chiusura con i supermassimi).

di Daniele Todisco

lunedì 28 luglio 2008

Uno sport al giorno: Tennis tavolo

TENNIS TAVOLO

La nascita del tennis tavolo, o più comunemente ping-pong, risale agli ultimi decenni dell’800. La sua culla, come peraltro del fratello maggiore, è l’Inghilterra vittoriana.

Solo da Seul 1988 la Federazione Internazionale ha visto riconosciuta tale pratica come sport olimpico. Gli atleti cinesi hanno da allora e fino ad oggi dominato: si consideri che su 20 gare individuali e di doppio lungo 5 edizioni dei Giochi hanno conquistato ben 33 medaglie.

A Pechino si assegneranno come da tradizione 4 medaglie d’oro, ma con una sostanziale novità: la gara di doppio è sostituita da una gara a squadre.

Le gare individuali si svolgono sulla base di tabelloni ad eliminazione diretta a 64 giocatori. Poiché sia per il torneo maschile che per quello femminile il numero di qualificati è maggiore (77 uomini e 78 donne) si procede in questo modo: i primi 16 del ranking mondiale nonché teste di serie sono direttamente qualificati al terzo turno; i giocatori dal 17° al 32° posto nel ranking mondiale avanzano direttamente al secondo turno; gli atleti dal 33° al 48° sono allineati al primo turno e attendono gli ultimi 16 pongisti (dal 49° all’ultimo qualificato) che si contendono l’inserimento nel tabellone in un turno eliminatorio. Ogni match si disputa sulla distanza di sette games, vince chi arriva primo a 4. Si aggiudica il game chi arriva a 11, con il servizio che si alterna ogni due punti (sul 10-10 si procede ai vantaggi con servizio sempre alternato fino a che uno dei due giocatori non ha distanziato di due punti l’avversario).

Alla gara a squadre partecipano 16 team composti da 3 pongisti. I team vengono racchiusi in 4 gruppi da 4 squadre secondo l’ordine di merito espresso dal ranking internazionale. All’interno dei gironi, ogni squadra sfida le altre tre in quello che viene chiamato “contest”. Un contest è composto da 5 match, ognuno a sua volta costituito da 5 games. Si aggiudica il contest il team che s’impone in 3 match (e si aggiudica il match il team che s’impone in 3 games). I 5 match del contest sono fissati dal regolamento: si parte con 2 singolari, con sfidanti decisi dai rispettivi allenatori; il terzo match è un doppio, che chiama in causa il terzo giocatore non schierato nei primi 2 singolari; qualora ce ne fosse bisogno, si procede al terzo e quarto singolare, in cui l’allenatore può solo in parte decidere chi schierare (vale l’obbligo per cui ogni pongista deve disputare almeno due match).

Le squadre prime qualificate si battono per la medaglia d’oro e d’argento in gare di play-off. Le squadre seconde classificate affrontano scontri diretti per la medaglia di bronzo, gareggiando inoltre con le perdenti del play-off.

IL PASS PER PECHINO

Il visto per la Cina è stato assegnato dapprima ai primi 20 giocatori e giocatrici del ranking internazionale, pubblicato nel dicembre nel 2007 al termine delle finali del Pro Tour. Quindi in tornei continentali (Africa, Asia, Nordamerica, Sudamerica, Europa ed Oceania) tra fine 2007 e aprile 2008; infine a Budapest dall’8 all’11 maggio 2008, in occasione del “Final World Qualification Event”, che dichiarava ammessi ai Giochi i primi 3 pongisti.

A questo punto la federazione internazionale ha previsto fino a 22 ulteriori posti, con la motivazione generale di prevenire forfait, squalifiche, ritiri individuali o di comitati nazionali; più precisamente ha utilizzato tali carte opzionali per completare i team che avrebbero partecipato al torneo a squadre ma che fino ad allora avevano qualificato nel torneo individuale solo 1 o 2 atleti. Le carte rimaste inutilizzate sono finite nelle mani dei pongisti classificatisi dopo il 3° posto nel già citato torneo di qualificazione finale. Ogni paese può qualificare un massimo di 3 atleti.

Per quanto riguarda la gara a squadre, i posti sono stati assegnati secondo il ranking internazionale: 6 posti per le nazioni leader di ogni continente (l’America è divisa tra nord e sud), mentre i restanti 10 (il posto per la nazione ospitante è stato riciclato perché la Cina è campionessa asiatica), in successione, ai paesi con migliore posizione nel ranking che avevano qualificato 3 atleti alla gara individuale, ai paesi con migliore posizione nel ranking che avevano qualificato 2 atleti alla gara individuale, infine ai paesi meglio posizionati nel ranking che avevano un solo atleta qualificato. Ovviamente l’assegnazione s’interrompeva non appena il limite di 16 posti fosse stato raggiunto.

GLI ITALIANI IN GARA

L’Italia sarà presente nelle 2 gare individuali, mentre invece non parteciperà alle gare a squadre.

Curiosamente, nessuno dei 3 pongisti qualificati è italiano di nascita.

Nel torneo maschile il nostro rappresentante sarà Mihai Bobocica, 22enne di origine romena, giunto undicesimo al torneo di Budapest e dunque ripescato. Bobocica è campione italiano 2007 e all’attivo ha risultati di rilievo nel doppio agli Europei del 2004. Negli ultimi mondiali è stato eliminato nel secondo turno di qualificazione dal cileno Juan Papic. Non è lecito aspettarsi troppo da lui, accedere ai 16esimi sarebbe già un ottimo risultato.

Nel torneo femminile Weinling Tang Monfardini, di chiare origini cinesi, e Nikoleta Stefanova, 24enne nata in Bulgaria. La prima si è qualificata in occasione degli Europei di Nantes dell’aprile di quest’anno: ad Atene in doppio fu sconfitta al primo turno dalla coppia cinese che poi vinse l’oro, mentre ai mondiali incappò ai 32esimi nella straordinaria Zhang Yining. La Stefanova, invece, ha dovuto attendere il ripescaggio di Budapest, torneo in cui ha raggiunto i quarti di finale. Per 6 anni consecutivi ha conquistato il titolo italiano assoluto. Anche lei a Zagabria 2007 dovette interrompere la propria corsa a causa di una cinese, Yao Yan, che la sconfisse seccamente 4-0.

Se il sorteggio è fortunato, e dunque si evitano le cinesi (quelle vere, più forti delle naturalizzate), si può aspirare agli ottavi di finale. Pensare oltre è forse utopico.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE gara per gara

Scontato assegnare i favori del pronostico ai cinesi, in tutti e quattro i tornei. Gli avversari principali sono asiatici: Corea del Sud, Giappone, Hong Kong e Singapore. In Europa Germania a livello maschile e Romania a livello femminile guidano il plotone.

Gare maschili

- Individuale: Wang Hao e Ma Lin, in testa al ranking, sono i principali indiziati per la medaglia d’oro. A Zagabria si scontrarono in semifinale, e la spuntò 4-2 il secondo. Entrambi però in quell’occasione dovettero soccombere al terzo cinese presente a Pechino, e cioè Wang Liqin. Se si pensa che il quarto semifinalista degli ultimi mondiali è il sudcoreano Ryu Seung Min e che nei quattro nomi appena citati c’è l’intero podio di Atene, ci si rende conto che le distanze si sono ormai cristallizzate. Oltre l’Olimpo, vi sono numerosi atleti con velleità magari non di podio, ma quantomeno di top five: il pongista di Hong Kong Li Ching, quello di Singapore Gao Ning, o ancora il cinese di Taipei Chuan Chih Yuan; al momento attuale, solo due europei sembrano in grado di competere con la crema asiatica, e cioè il tedesco Timo Boll e il bielorusso Vladimir Samsonov, unici rappresentanti del vecchio continente ai quarti di finale dell’ultimo mondiale, nonché terzo e quarto del ranking a fine 2007. Ultima menzione per il ceco Peter Korbel, unico pongista a vincere 2 games contro un cinese nell’ultimo campionato mondiale a squadre.

- Squadre: sarebbe bizzarro che una nazionale forte come quella cinese, che schiera i tre fenomeni di cui abbiamo già parlato, e perlopiù in casa, perdesse la medaglia d’oro. Ai mondiali a squadre disputati quest’anno a Guangzhou, dunque in un contesto simile a quello che gli atleti troveranno a Pechino, la Cina ha inflitto a Repubblica Ceca, Hong Kong e Corea del Sud, pesanti cappotti. Proprio Hong Kong e Corea del Sud (oltre al campione olimpico Ryu, ci saranno Oh Sang Eun e Yoon Jae Young) sono i più vicini antagonisti dei mostri cinesi. Giappone, Taipei e Germania le outsider.

Gare femminili:

- Individuale: i primi due nomi sono ancora una volta cinesi, e cioè Zhang Yining, istituzione del ping pong mondiale e non solo per l’oro olimpico ad Atene (anche il titolo mondiale 2005 a Shanghai, e l’argento nel 2003 a Parigi), e la acerrima rivale degli ultimi anni Guo Yue, che ha riscattato la sconfitta di Shanghai con la vittoria in semifinale a Zagabria (e il successivo oro mondiale). Dunque campionesse olimpica e del mondo in carica, le due cinesi dovranno ribattere gli assalti soprattutto della compagna di squadra Nan Wang, 3 ori olimpici in bacheca e la personalità della primadonna, e in seconda battuta delle due pongiste di Singapore Wang Yue Gu e Li Jia Wei. A Zagabria solo due atlete sulle otto arrivate ai quarti di finale provenivano da un paese che non fosse la Cina: l’americana (manco a dirlo di origini cinesi) Wang Chen e la coreana Kim Kyung Ha; solo per questo meritano menzione. Pericolose pure le giapponesi, in particolare Ai Fukuhara. Tra le europee le più competitive sono anch’esse asiatiche naturalizzate: dalla tedesca Wu Jia Duo all’austriaca Liu Jia, dall’olandese Li Jiao alla polacca Li Qian. Infine le autoctone del vecchio continente: soprattutto le romene Daniela Dodean e Elizabeta Samara e l’ungherese Krisztina Toth.

- Squadre: se la Cina conferma il ruolo di squadra da battere, è Singapore la sola compagine in grado di impensierire le padrone di casa. Nella finale dei mondiali di Guangzhou, Li Jia Wei spaventò il pubblico infliggendo un pesante 3-0 alla Guo Yue; poi toccò a Zhang Yining vincere seconda e quarta partita e mantenere il primato entro confine. Coreane e giapponesi si contenderanno probabilmente il bronzo e se una squadra extra asiatica dovesse salire sul podio, si tratterebbe di Olanda e Romania. Le orange schierano due naturalizzate, Li Jiao e Lie Jie, con le quali si sono tolte il lusso di superare le coreane agli ultimi mondiali (anche grazie all’apporto di Elena Timina), mentre le romene opposero buona resistenza al devastante impatto della Cina.

PROGRAMMA GARE

Ben 11 giorni di gare per completare i 4 podi. Si parte il 13 e il 14 agosto con i 3 round previsti dai gironi all’italiana della competizione a squadre, lungo tutta la giornata (grossomodo dalle 4 di mattina ora italiana alle 16.30). Il 15 agosto il primo turno di eliminazioni dirette per il bronzo e in più le semifinali per oro e argento donne, mentre il 16 tocca agli uomini nominare le due squadre che si batteranno per il primato. 17 e 18 sono i giorni delle prime verità con le finali per le medaglie, alle 8.30 (bronzo) e 13.30 (oro). Senza soluzione di continuità partono le eliminatorie del torneo individuale, con lunghissime sessioni di gioco il 19-20-21. Il 22 si parte da quarti e semifinali e si giunge ad assegnare le medaglie femminili, dalle 14.30 circa; il 23 gli uomini, impegnati in semifinali notturne e finali pomeridiane, colpiscono le ultime palline.

di Daniele Todisco

domenica 27 luglio 2008

Uno sport al giorno: Mountain Bike

MOUNTAIN BIKE

I primi prototipi di mountain bike vennero sviluppati in California alla fine degli anni ’60 come evoluzione della bici da strada che veniva “rinforzata” ed adattata dunque anche ai percorsi fuoristrada. Presto il mezzo si evolse e si sviluppò un vero e proprio movimento riconosciuto dall’Unione Ciclistica Internazionale solo a partire dal 1990. L’inserimento nel palinsesto olimpico risale invece ad Atlanta ’96 dove l’oro si tinse d’azzurro grazie alla formidabile Paola Pezzo, in grado di bissare il successo anche a Sydney entrando rapidamente nella seppure breve storia olimpica di questa disciplina.

IL PASS PER PECHINO

Pass concessi in virtù del ranking UCI stilato il 31 dicembre 2007 con un massimo di 3 atleti nella competizione maschile e due nella competizione femminile. Per gli uomini 3 atleti ai primi 5 Paesi, 2 atleti dal 6° al 13° posto e un atleta dal 14° al 24°. Per le donne 2 atlete per i primi 8 Paesi e un’atleta dal 9° al 18° posto.

GLI ITALIANI IN GARA

Per l’Italia, attualmente undicesima nel ranking maschile e quattordicesima in quello femminile, saranno ai giochi tre biker: Eva Lechner, Marco Aurelio Fontana e Yader Zoli, alla sua seconda partecipazione olimpica

La bolzanina Eva Lechner, alla prima apparizione olimpica, è chiamata a raccogliere la difficile eredità di Paola Pezzo. Difficile però attendersi grandi risultati: la ventitreesima piazza nel ranking UCI e la diciottesima ai recenti mondiali in Val di Sole non ci pone in grado di nutrire speranze da podio sulla giovane azzurra.

Marco Aurelio Fontana, 24 anni ad ottobre, è anch’egli all’esordio olimpico ed anche su di lui non si possono nutrire grosse speranze. Il milanese di Giussano non è infatti andato oltre la trentasettesima piazza ai recenti mondiali.

Discorso analogo per il Yader Zoli, già presente ad Atene dove finì 35°. Il 33enne faentino ha concluso i mondiali in Val di Sole al 43° posto.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

Gara femminile

Si profila un duello tra le veterane della specialità: la 37enne tedesca Spitz e la 36 spagnola Fullana. La tedesca vanta un palmares di primo ordine con un titolo mondiale a Lugano nel 2003, il bronzo olimpico ad Atene e due argenti iridati nelle ultime due stagioni, è senza dubbio l’atleta di vertice più regolare. La spagnola, dopo una carriera su livelli medio-alti, ha centrato il titolo iridato alla veneranda età di 36 anni e proprio nella stagione olimpica. Terzo incomodo la russa Kalentieva, iridata nel 2007, ha dalla sua la statistica: è infatti 31enne come le due ultime vincitrici dell’oro olimpico Paola Pezzo e Gunn-Rita Dahle. Quest’ultima, campionessa olimpica nel 2004 e dominatrice della specialità fino al 2006, è apparsa un po’ in ombra nelle ultime due stagioni, ma la aspettiamo in grande forma a Pechino, Pezzo docet…

Ad Atene Gunn-Rita Dahle staccò nettamente la canadese Premono e la tedesca Spitz.

Gara maschile

Fino ad un mese fa non avremmo avuto dubbi nel mettere in cima ai pronostici l’asso francese Julien Absalon. Campione olimpico in carica e campione del mondo per quattro anni di fila dal 2004 al 2007, il transalpino ha mostrato i primi cenni di cedimento proprio nell’anno olimpico incappando in una giornata decisamente storta ai recenti mondiali dove, dopo la solita partenza al vertici, ha dovuto cedere il passo all’armata svizzera per poi abbandonare definitivamente la gara. Armata svizzera, composta dal campione iridato Sauser, da Vogel e da Naef che potrebbe dunque dar vita ad una interessante lotta intestina in uno sport che non prevede minimamente il gioco di squadra. Un gradino dietro lo svedese Kessiakoff, molto regolare ma privo di acuti.

Ad Atene Absalon fece gara solitaria, alle sue spalle Hermida e Brentjens.

PROGRAMMA GARE

Venerdì 22 agosto alle 9:00 italiane la prova femminile. Il giorno seguente, sempre alle 9:00, quella maschile.

di Marco Cinelli