
Il pugilato è uno sport antichissimo, tanto che ve n’è traccia sin dalle Olimpiadi antiche. Allora si trattava di una pratica molto brutale, visto che per proteggere le mani si apponeva all’estremità anteriore un anello di cuoio; in epoca romana si aggiunsero anche borchie metalliche che ufficialmente dovevano tenere compatte le strisce di cuoio, e invece rendevano il pugno un’arma pressoché mortale.
La boxe ritornò entro il programma olimpico nel 1904 a St. Louis e da allora si strutturò in più categorie di peso, fino a prevedere le attuali 11: minimosca, mosca, gallo, piuma, leggeri, superleggeri, welter, medi, massimi leggeri, massimi, supermassimi. Da Londra 2012 il pugilato olimpico aprirà alle donne.
La competizione olimpica è riservata ai pugili dilettanti e fa capo alla AIBA (International amateur boxing association). Rispetto ai match tra professionisti, i pugili indossano protezioni intorno alla testa e guanti con una striscia bianca sulle nocche; quest’ultima è indicativa dei colpi inferti dal boxeur, valutati dai giudici con un punto quando arrivano a segno sul torace o sulla testa dell’avversario. Sono previsti 4 round di due minuti ciascuno; gli arbitri possono interrompere il match in caso di infortuni o scorrettezze da squalifica, altrimenti vince chi ha totalizzato più punti all’ultimo gong.
28 pugili per le prime 9 categorie di peso, 16 per massimi e supermassimi. Tabelloni ad eliminazione diretta, due medaglie di bronzo saranno assegnate ad entrambi i perdenti delle semifinali.
IL PASS PER PECHINO
I campionati del mondo di Chicago, datati ottobre-novembre 2007, hanno consegnato 8 carte per ogni categoria di peso, eccetto massimi e supermassimi (qualificazione diretta solo per i primi 4, ovvero i medagliati). Quindi in Asia, Africa, America ed Europa si sono svolti 2 campionati continentali, ognuno dei quali assegnava un numero determinato di posti; il campionato d’Oceania ha completato il lotto dei partenti.
Erano stati previsti 9 posti per la nazione ospitante, che ne avrebbe usati 6 nelle categorie di peso preferite. Poiché la Cina aveva già piazzato ben 10 atleti (considerato il limite di un pugile per ogni categoria), i 9 posti sono stati utilizzati come inviti dalla Commissione Tripartita (Comitato olimpico internazionale – Comitati olimpici nazionali – AIBA).
GLI ITALIANI IN GARA
L’Italia ha qualificato 6 atleti ai Giochi. In ordine di peso: Vincenzo Picardi (mosca), Vittorio Parrinello (gallo), Alessio Di Savino (piuma), Domenico Valentino (leggeri), Clemente Russo (massimi) e Roberto Cammarelle (supermassimi).
Vincenzo Picardi, 25enne della provincia di Napoli, si è qualificato grazie al terzo posto dei mondiali di Chicago. Nell’occasione fu sconfitto nettamente dal tailandese Somjit Jongjohor; terzo anche agli Europei 2007 a Dublino. Insomma, qualche possibilità di medaglia.
Vittorio Jahin Parrinello, anch’egli 25enne campano, ha staccato il biglietto per Pechino all’ultima opportunità, ossia nel match per il bronzo del secondo torneo continentale di qualificazione (ad Atene, sconfitto lo slovacco Rudolf Dydi). Ai mondiali perse dal futuro vicecampione, il mongolo Badar-Uugan. Concorrenza troppo valida.
Alessio Di Savino, romano, ha vinto l’oro nel torneo di qualificazione di Atene, sconfiggendo in finale il georgiano Nikoloz Izoria. È una lieta sorpresa, ma per il campione italiano 2007 non si possono pronosticare illusioni di podio.
Domenico Valentino è vicecampione mondiale dei pesi leggeri. A Chicago si arrese solo all’inglese Frankie Gavin, dopo netti successi sull’armeno Hrachik Javakhyan e il nordcoreano Kim Song Guk. Ad Atene 2004 si fermò ai quarti, ora punta deciso alle medaglie.
Clemente Russo è campione del mondo dei pesi massimi. Dopo l’argento europeo, si è ampiamente rifatto dominando a Chicago l’inglese Price, il ceco Viktora, il tedesco Povernov, il montenegrino Gajovic e il cinese Yushan, per poi superare in finale il forte russo Rakhim Chakhkeiv. Il casertano, alla seconda Olimpiade, parte da favorito.
Così come Roberto Cammarelle, bronzo olimpico e campione mondiale in carica. Il milanese pare aver raccolto l’eredità del formidabile Alexander Povetkin con la vittoria in finale a Chicago sull’ucraino Vyacheslav Glazkov. Esperienza e carisma non mancano al pugile oltre quintale, si attende la definitiva consacrazione.
LA LOTTA PER LE MEDAGLIE gara per gara
Russia e Cuba (che ha disertato per volontà della Federazione i mondiali di Chicago e presenta una formazione rivoluzionaria rispetto ad Atene) sono storicamente le nazioni leader del movimento dilettantistico. La Cina tenterà di intromettersi in tale dualismo e spezzarlo a colpi di medaglie.
1) Minimosca (-48 kg): la taglia più piccola elegge a favorito il cinese Zou Shiming, bicampione mondiale in carica e bronzo ad Atene. Agilissimo, dovrà sfuggire ai colpi del filippino Harry Tanamor, tre volte sul podio mondiale, e del tailandese Amnat Ruenrong, che iniziò a boxare in prigione mentre scontava una condanna di 15 anni per furto. L’americano Luis Yanez, oro ai giochi panamericani, e il cubano Yampier Hernandez, erede del campione olimpico Yan Barthelemi, possono inserirsi nella lotta per le medaglie. Dall’Europa il francese Nordine Oubaali e l’ungherese Pal Bedak.
2) Mosca (-51 kg): il campione del mondo è lo statunitense Raushee Warren, i candidati alle medaglie l’azero Samir Mammadov, il tailandese Samjit Jongjohor e il coreano Lee Ok Sung. Senza dimenticare il tricampione europeo, il russo Georgy Balakshin, e il nostro Picardi.
3) Gallo (-54 kg): l’assenza del fuggiasco Guillermo Rigondeaux (tentò di far perdere le proprie tracce durante i giochi panamericani di Rio de Janeiro), cubano plurititolato, ha aperto la corsa all’oro. Ai mondiali ne ha approfittato il quasi 21enne russo Sergey Vodopyanov, ma è difficile ipotizzare una sua conferma. Il tailandese argento di Atene Worapoj Petchkoom,, il portoricano McJoe Arroyo e il mongolo Enkhbat Badar Uugan per il colpo grosso.
4) Piuma (-57 kg): Albert Selimov, russo campione del mondo, e l’americano Raynell Williams, vincitore del test event di Pechino ad inizio 2008 ai danni del messicano Arturo Santos, possono dar vita ad uno scontro tra superpotenze. Vasyl Lomachenko dall’Ucraina, Yakup Kilic dalla Turchia e soprattutto Li Yang dalla Cina promettono ulteriori scintille.
5) Leggeri (-60 kg): la riabilitazione del 19enne di Brooklyn, Sadam Alì, che patteggiò tre mesi di squalifica dopo essere stato trovato positivo in occasione di una manifestazione collaterale del novembre scorso, cambia le carte in tavola. Al primo torneo panamericano di qualificazione si è aggiudicato l’oro a spese del cubano Yordenis Ugas e si candida al metallo prezioso. Certo, il russo Alexey Tischenko e l’iridato inglese Frankie Gavin non staranno a guardare. Poi l’azzurro Valentino, il nord coreano bronzo di Atene Kim Song Guk e l’armeno Hrachik Javakhyan.
6) Superleggeri (-64 kg): un kazako per l’oro, il bicampione mondiale in carica Serik Sapiyev, facile vincitore del russo Gennady Kovalev a Chicago. Dai superleggeri ai leggeri, il cubano 20enne Rosniel Iglesias ha trovato miglior fortuna e la qualificazione a Pechino; ancora più giovane di lui il californiano Javier Molina, 18enne da tenere d’occhio. Ottime credenziali per l’inglese Bradley Saunders e il gioiellino francese Alexis Vastine.
7) Welter (-69 kg): altro statunitense sulla vetta del mondo; è Demetrius Andrade, colpitore straordinario del Rhode Island. Per la corona d’alloro è lotta aperta: il cinese Hanati Silamu, che con giudici ben disposti potrebbe avanzare sino all’atto conclusivo, il tailandese vicecampione a Chicago Non Boonjumnong (fratello di Manus, oro ad Atene nei superleggeri), il sudcoreano bronzo agli scorsi giochi Kim Jung Joo. E ancora il torello cubano Carlos Banteaux, il britannico di origini gipsy Billy Joe Saunders (49 vittorie consecutive appena diventato senior) e il russo Andrei Balanov.
8) Medi (-75 kg): assoluto favorito è il russo Matvey Korobov, capace di imporsi in due mondiali e un europeo nell’arco di tre anni. A Chicago superò in semifinale l’ucraino Sergiy Derevyanchenko e in finale il colombiano Alfonso Blanco. Emilio Correa è forse il cubano più rappresentativo della comitiva olimpica e anche su di lui sono puntate le telecamere, mentre lo statunitense Shawn Estrada è un pelo dietro la prima linea. C’è il kazako Bakhtyar Artayev, oro olimpico dei pesi welter di Atene, quindi il cinese Wang Jianzheng. In lizza pure un africano, il marocchino Said Rachidi.
9) Massimi leggeri (-81 kg): i paesi d’area russa sono una spanna sulle altre scuole, se si considera che i primi 4 dell’ultimo mondiale provengono da quella zona. L’uzbeko Abbos Atoev ha superato 20-17 il russo Artur Beterbiyev, campione europeo 2006, mentre i bronzi sono finiti al collo del kazako Yerkebuian Shynaliyev e del lituano Daugirdas Semiotas. Dalle Americhe ecco il colombiano Eleider Alvarez, in una specialità in cui sono assenti cubani e statunitensi.
10) Massimi (-91 kg): come detto in precedenza, Clemente Russo può ambire all’oro, perché manca il fuoriclasse assoluto. Né lo yankee Deontay Wilder, né il cubano Osmay Acosta sono da temere oltremodo. Forse le maggiori insidie arrivano dall’Europa: il russo Rakhim Chakhkeiv, vicecampione mondiale, il francese oro europeo 2006 John M’Bumba e l’argento di Atene Viktar Zuyev dalla Bielorussia.
11) Supermassimi (+91 kg): nella categoria più seguita perché forse più spettacolare, Cammarelle si deve considerare favorito. Non solo per l’oro mondiale, ma anche per la qualità che in pochi possono pareggiare. Dai massimi è arrivato il cubano Robert Alfonso, che subito si è aggiudicato l’oro ai panamericani 2007. Possono impensierire il colosso di Cinisello Balsamo il russo Islam Timurziev e il bulgaro Kubrat Pulev, boxeur già navigati a livello internazionale. Nella categoria regina c’è da temere ovviamente il cinese Zhang Zhilei.
PROGRAMMA GARE
Si boxa dal primo all’ultimo giorno dei Giochi: da sabato 9 a sabato 16 agosto i turni preliminari di tutte e 11 le categorie di peso; da domenica 17 i quarti di finale, in programma dalle 13 ora italiana. Il 22 è una maratona: tutte le semifinali, dai mosca ai supermassimi, per 9 ore di spettacolo. Infine le finali, in sessione serale il 23 agosto (mosca, piuma, superleggeri, medi e massimi) e in sessione pomeridiana, ovvero la mattina italiana, il 24 (minimosca, gallo, leggeri, welter, massimi leggeri e gran chiusura con i supermassimi).
di Daniele Todisco
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