sabato 26 luglio 2008

Uno sport al giorno: Sport Equestri

EQUITAZIONE

Disciplina della quale sarebbe impossibile definire le origini se è vero che l’arte di cavalcare, di unirsi in simbiosi con il cavallo è vecchio quanto l’uomo…o quanto il cavallo, da sempre l’animale nobile per eccellenza. Fin dall’epoca greca e romana è sorta una vasta letteratura su quelle tecniche che rendevano l’uomo cavaliere.

Dal punto di vista sportivo l’equitazione si è evoluta in una lunga serie di discipline volte a valorizzare i vari aspetti di cui il binomio cavallo-cavaliere deve essere dotato. Solo tre le specialità olimpiche: il dressage, il salto a ostacoli e il concorso completo che racchiude le prime due ed una prova di cross-country .

Unico sport del programma olimpico, assieme alla vela, in cui uomini e donne si confrontano ad armi pari e senza distinzioni, l’equitazione ha fatto il suo esordio olimpico nel lontano 1900 assegnando medaglia nel salto ad ostacoli e nelle stravaganti discipline del salto in alto e del salto in lungo scomparse ben presto dai giochi per lasciare spazio al dressage ed al concorso completo. Qualche apparizione olimpica anche per il volteggio.

Il dressage, in cui si fondono doti quali l’eleganza, la grazia e lo stile, è la disciplina che maggiormente esalta il rapporto simbiotico tra uomo ed equus. Il cavaliere deve far sfoggio delle sue capacità di addestramento dell’animale all’interno di un rettangolo di gara 20x60 metri contraddistinto da lettere uguali per ogni campo di gara. Le lettere, dall'entrata in senso orario, sono: A-K-V-E-S-H-C-M-R-B-P-F, esse sono poste lungo i lati del rettangolo ad una distanza fissa di 10 metri e sono punti di riferimento nell’esecuzione delle figure richieste ai cavalieri. I cavalieri ricevono da una giuria voti compresi tra lo zero ed il dieci a seconda della difficoltà e della riuscita dei movimenti. Il format olimpico prevede che i primi due giorni di gara assegnino le medaglie della competizione a squadre e selezionino i 25 migliori per il secondo turno eliminatorio a titolo individuale. I migliori quindici di quest’ultima fase accedono quindi alla finale che prevede lo svolgimento del programma libero (il freestyle): un esercizio ideato dal cavaliere stesso. Infine una nota per l’abbigliamento che deve rispondere a rigide direttive impartite dai regolamenti: stivali neri, giacca scura, camicia e guanti bianchi, speroni e cappello sono d’obbligo.

Nel salto ad ostacoli i cavalieri sono tenuti a valicare tutti gli ostacoli previsti dal percorso entro il tempo prestabilito dai giudici in merito al percorso stesso. Sono previste penalità in caso di abbattimento dell’ostacolo, del rifiuto del cavallo di valicare l’ostacolo (al secondo rifiuto il binomio viene eliminato) o del superamento del tempo limite stabilito. A decretare la classifica sono le sole penalità, non viene tenuto quindi in considerazione il tempo impiegato nello svolgimento della prova purché nei limiti stabiliti. In caso di ex equo al termine della gara si disputa un’ulteriore prova- il barrage- che tiene invece conto anche del tempo qualora le penalità restino in numero pari. A Pechino i 75 cavalieri saranno chiamati ad un primo impegno che, oltre ad essere valevole come qualificazione individuale, stabilirà anche l’ordine di partenza nelle prove due e tre, quelle che assegneranno le medaglie della prova a squadre. Per ogni nazione vengono selezionati i tre migliori risultati ottenuti dai propri cavalieri. In caso di parità, anche nella prova a squadre si ricorre al barrage. Al termine della terza prova i migliori 35 cavalieri a titolo individuale vengono promossi alle due manche di finale. La prima delle due, il round A, screma ulteriormente il gruppo fino a ridurlo a 20 unità, quelle che si giocheranno le medaglie nel round B.

Nel concorso generale la prova individuale e quella a squadre hanno vita contemporanea con la sola eccezione di un’ulteriore manche di salto ad ostacoli per la prova individuale al quarto giorno di competizione. Nei primi due giorni i cavalieri sono impegnati nella prova di dressage il cui punteggio viene commutato in penalità per la seguente prova di cross-country al terzo giorno: la prova si snoda su 5,7 km e prevede un massimo di 45 ostacoli. Al quarto giorno si svolgono due prove di salto ad ostacoli: nella prima vengono assegnate le medaglie a squadre e vengono selezionati i migliori 25 cavalieri, con un massimo di tre per nazione, aventi diritto alla seconda ed ultima prova che assegna le medaglie individuali.

IL PASS PER PECHINO

200 i cavalieri ai giochi: 75 per salto e concorso completo, 50 per il dressage.

Per il concorso completo qualificate ai giochi le prime cinque dei campionati del mondo di Aquisgrana più cinque ripescate dalle competizioni territoriali: 2 per la zona Panamericana e per la zona europea, una per la zona Asiatico-Pacifica. Per la prova individuale, ai già qualificati per la competizione a squadre, si aggiungono un rappresentante della nazione ospitante (in questo caso Cina e Honk Kong che ospiterà per ragioni sanitari le competizioni equestri) ed i sette migliori esclusi su base territoriale. Qualora il numero di cavalieri non avesse raggiunto il numero limite di 75, la federazione internazionale poteva emanare inviti fino a colmare tali posti vuoti. Analogo criterio adottato anche nel salto.

Per il dressage ai giochi le prime tre dei campionati mondiali a squadre a cui si sono sommate le tre migliori (non ancora qualificate) dei campionati europei e le migliori nei tornei di qualificazione Panamericano e Asiatico-Pacifico. Gli ultimi posti a disposizione sono stati riservati a i migliori esclusi su base territoriale fino ad arrivare a 50 cavalieri.

GLI ITALIANI IN GARA

La pattuglia italica ai giochi sarà estremamente ridotta e vedrà la sola presenza della squadra per il concorso completo e del quarantenne Pierluigi Sangiorgi, a titolo individuale, nel dressage. La squadra per il completo, orfana di Juan Carlos Garcia che ha dovuto rinunciare ai giochi per un infortunio al suo cavallo, sarà composta da 2 amazzoni e 3 cavalieri: Susanna Bordone, Vittoria Panizzon, Stefano Brecciaroli, Fabio Magni e Roberto Rotatori.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE

La Germania è la nazione di riferimento: unica ad aver centrato medaglie iridate in tutte e tre le gare a squadre dei mondiali casalinghi. Grande attenzione anche ad Olanda, Stati Uniti e Gran Bretagna; mentre pare in netta difficoltà il movimento francese.

Dressage a squadre

Ad avere la meglio dovrebbe essere ancora la grande tradizione tedesca: i tedeschi dominano da oltre 30 anni la specialità ed hanno inanellato nove ori nelle ultime undici edizioni dei giochi olimpici. Le uniche non vittorie tedesche risalgono ai giochi casalinghi di Monaco ’72 dove furono soltanto secondi, ed ai giochi- boicottati- di Mosca ’80. Le probabilità del settimo successo consecutivo sono a dir poco elevate. A completare il podio dovrebbero essere le solite Olanda e Stati Uniti come già accaduto nel ’96 e nel 2000 in una disciplina che sembra avere gerarchie ormai fossilizzate. Alle loro spalle si segnala solo una crescita costante del team svizzero.

Ad Atene Germania su Spagna e Stati Uniti

Dressage individuale

Dominatore delle ultime due edizioni dei giochi e del ranking mondiale è l’olandese Anky van Grunsven ma, nelle ultime due stagioni, sembra che Isabell Werth gli sia ormai da presso, se non addirittura superiore. La tedesca, argento a Sydney nel 2000, è riuscita anche ad imporsi nei mondiali casalinghi con un certo margine sul leggendario olandese. Per il podio il lizza anche la svedese Brink ed Andreas Helgstrand unici in grado di battere la Werth in coppa del mondo quest’anno.

Ad Atene Van Grunsven superò le amazzoni Salzgeber e Ferrer-Salat.

Completo a squadre

Germania, Stati Uniti e Gran Bretagna in lizza per l’oro. I tedeschi sono campioni del mondo, ma hanno raggiunto tale risultato in casa. Forti di almeno tre individualità importanti partiranno comunque da favoriti anche a Pechino. La Gran Bretagna farà affidamento sulla campionessa mondiale individuale Zara Phillips per cercare di contendere la medaglia più prestigiosa ai tedeschi sopperendo ad un livello medio di squadra forse inferiore. Gli Stati Uniti sembrano un gradino sotto, ma hanno già dimostrato le loro grandi capacità ad Atene dove furono argento al termine di una lotta estenuante con la Francia con una lunga appendice fatta di ricorsi e contestazioni da una parte e dall’altra. I Transalpini, che ai mondiali furono solo settimi per via dell’abbandono di Boiteau, possono comunque competere per una medaglia anche se i fasti ateniesi sembrano quanto mai lontani. Occhio anche algi australiani giunti al bronzo mondiale ad Aquisgrana nonostante siano stati anche loro vittime di un abbandono e costantemente a ridosso della zona podio nelle occasioni importanti.

Ad Atene: oro alla Francia su Gran Bretagna e Usa.

Completo individuale

La Gran Bretagna cercherà di difendere il titolo olimpico conquistato ad Atene da Lesile Law con la campionessa del mondo Zara Phillips che ad Aachen superò l’australiano Fredericks e lo statunitense Tryon. Poi il terzetto tedesco. Difficile comunque fare pronostici certi vista la grande incertezza che spesso regna su tale specialità che prova sensibilmente le capacità di resistenza dei cavalli. Basti pensare che in quasi 100 anni di giochi olimpici solo due cavalieri sono riusciti a bissare l’oro olimpico conquistato quattro anni prima. Ed in effetti nessuno dei cavalieri a podio ad Atene sembra poter competere per gli stessi obiettivi a Pechino.

L’Italia punta ad una posizione tra la quinta e la sesta.

Ad Atene due Britannici sul podio: Lelsie Law oro e Philippa (Pippa) Funnell bronzo intervallati da Kim Severson.

Salto a squadre

Sembra profilarsi l’ennesima sfida tra olandesi e tedeschi. I primi sono campioni del mondo ed hanno una squadra che fa dell’altissimo livello medio il suo vero punto di forza: Schroder, Zoer e Dubberldam commisero infrazioni per appena 11,01 in due round. Nei mondiali casalinghi la Germania fu soltanto terza, risultato che andava a confermare il bronzo olimpico di Atene, ma nell’ultimo mese ha dimostrato uno stato di forma straordinario andando a conquistare tre prove consecutive in Super League battendo in due occasioni su tre proprio gli olandesi. Grande attenzione anche agli Stati Uniti, campioni olimpici in carica e vicecampioni ad Aquisgrana: nonostante una pessima annata in Super League siamo certi che gli statunitensi saranno competitivi a Pechino. Alle loro spalle fari puntati sulla Gran Bretagna, grande escluso dalla competizione olimpica sarà il Belgio di Ludo Philippaerts e del campione del mondo Jos Lensink.

Ad Atene: oro agli Usa su Svezia e Germania.

Salto individuale

Altra gara notoriamente molto incerta soprattutto qualora ci si trovasse in presenza di percorsi non eccessivamente selettivi come fu ad Atene dove i percorsi netti parevano la norma. Ad Aachen si è imposto Jos Lensink autore di una stupefacente rimonta: quarantesimo dopo la prima prova (un macigno in ottica competizione a squadre), il belga è riuscito ad inanellare ben quattro percorsi netti conquistando così il titolo nel barrage disputato dai migliori quattro della classifica e beffando la statunitense Beezie Madden sin lì quasi perfetta. Il bronzo finì sul collo del tedesco Michael Beerbaum (sesto il fratello Gerco). Altri atleti da seguire i fratelli britannici Whitaker, lo statunitense Simpson ed il sempre temibile Ludo Philippaerts.

Ad Atene vinse il brasiliano Pessoa su Kappler e Kutscher.

PROGRAMMA GARE

Le gare, che per motivi igienico-sanitari si svolgeranno ad Honk Kong, prenderanno il via il 9 agosto. Primi quattro giorni dedicati al concorso generale che lascerà poi spazio al dressage ed al salto che animeranno una vera e propria staffetta: 13 e 14 eliminatorie e finali del dressage a squadre, il 15 toccherà alle eliminatorie del salto ad ostacoli, il 16 eliminatorie per il dressage e poi il 17 ancora quelle del salto. Dal 18 spazio alle finali: inizia il salto a squadre, il giorno seguente sarà la volta del dressage individuale ed infine, il 20, finale del salto individuale.

di Marco Cinelli

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