martedì 5 agosto 2008

Uno sport al giorno: Atletica

ATLETICA

L’atletica è l’espressione massima dello spirito olimpico. Per la sua storia, per l’antichissima tradizione, per l’esatta equivalenza della corsa e dello sforzo fisico con la gara e la competizione. Scatti, lanci, salti: la natura dello sport generalmente inteso. Gli antichi greci si misuravano nello stadion, corsa piana che si disputava nello stadio di Olimpia, sulla distanza di 600 piedi; nel dolichon, gara di mezzofondo; nel pentathlon. Da allora e sino ad oggi il mondo si ferma per assistere alla rapida finale dei 100 metri così come alla suggestiva ed eterna maratona.

A Pechino si assegneranno per 47 medaglie, 24 maschili e 23 femminili (manca per il gentil sesso, la doppia distanza di marcia). Protagonisti annunciati, record del mondo attesi, sfide lanciate.

Le gare su pista prevedono al massimo 4 turni e cioè batterie, quarti, semifinali e finali. Solo la gara dei 10000 si corre su un unico turno, che è di fatto la finale.

Per i salti e i lanci turno eliminatorio con misura limite per accedere direttamente alla finale a 12 (in finale comunque i primi 12 nel caso in cui in meno di 12 abbiano ottenuto la misura, mentre se più di 12 atleti ottengono il minimo per l’accesso diretto, sono tutti qualificati in finale).

Per le gare su strada sessione unica.

IL PASS PER PECHINO

La Federazione internazionale (IAAF) ha stabilito delle soglie minime di qualificazione, ovvero il minimo A e il minimo B. Ogni paese può inviare a Pechino al massimo 3 atleti per specialità se essi hanno centrato il minimo A, o 1 solo atleta che abbia ottenuto il minimo B. Ogni federazione può inoltre presentare fino a una staffetta per evento.

Il tempo, la misura o il punteggio per la qualificazione doveva essere ottenuto per tutte le gare eccetto la maratona dal primo gennaio 2007 al 23 luglio 2008. Per l’accesso alla maratona olimpica, il periodo di qualificazione partiva il primo settembre 2006.

I paesi senza propri rappresentanti qualificati possono inviare un solo atleta e in un solo evento ad esclusione dei 10000 metri, i 3000 siepi e le prove multiple (eptathlon e decathlon). Per quanto riguarda le staffette, un massimo di 16 squadre si è qualificato in base alla somma dei due migliori tempi fatti registrare individualmente dai suoi componenti sulla stessa distanza nel corso del periodo di qualificazione.

Alcune delle nazioni più valide hanno inscenato ai Trials nazionali vere e proprie battaglie per l’olimpiade, con qualificazione per i primi 3.

GLI ITALIANI IN GARA

Il contingente italiano conta ben 49 presenze, 12 in più rispetto ad Atene. Non è la partecipazione più numerosa, visto che ad Atlanta e Sidney portammo 50 atleti.

27 uomini e 22 donne con differenti prospettive e obiettivi.

Nell’ultima rassegna mondiale l’Italia ha colto 3 medaglie: gli argenti di Andrew Howe nel salto in lungo e di Antonietta Di Martino nel salto in alto e il bronzo di Alex Schwazer nella 50 km di marcia. Dei tre l’ultimo ha concrete possibilità di podio, visto che Howe sta recuperando da un infortunio che gioco forza ha interrotto e ritardato la preparazione, mentre la Di Martino non pare poter tornare sugli stessi livelli del 2007. Quindi i due ori olimpici, del maratoneta Stefano Baldini nella suggestiva cornice dello stadio di Olimpia e del marciatore sui 20 km Ivano Brugnetti. Dei due Brugnetti è certamente il più prossimo all’alta competizione, considerati i tempi cronometrici del 2008.

Il martellista Marco Lingua, la 4x100 maschile (la cui composizione in caso di finale potrebbe prevedere Simone Collio e Fabio Cerutti), Elisa Cusma sugli 800 metri, Magdelin Martinez nel triplo e Assunta Legnante nel lancio del peso sono gli azzurri con più alte probabilità di finale, anche se il podio pare in ogni caso lontano.

LA LOTTA PER LE MEDAGLIE gara per gara

Stati Uniti contro Giamaica nelle gare veloci, Kenya contro Etiopia (con la Russia a far da terzo incomodo) nel mezzofondo e nel fondo. Quasi tutte le medaglie in discussione.

Gare maschili

1) 100 metri: la magia in pista, velocità allo stato puro e in un sospiro di meno di 10 secondi. Usain Bolt ha il primato mondiale con 9.72, e la conferma di partecipazione è la prenotazione dell’oro. Poi il connazionale Asafa Powell, in costante crescita fino al 9.82 al Gran Prix di Montecarlo pochi giorni fa. Infine Tyson Gay, campione mondiale sulla distanza e autore del fenomenale 9.68 ventoso ai Trial statunitensi. Dervis Patton, Walter Dix e Marc Burns assisteranno alla guerra tra fenomeni.

2) 200 metri: protagonisti diversi, ma ancor di più l’assoluto favorito è l’airone giamaicano Bolt, sceso a 19.67 a metà luglio. La caduta di Gay ai Trials priva la gara di un protagonista nonché campione iridato di Osaka. A difendere i colori USA, Walter Dix, Wallace Spearmon e Shawn Crawford, più o meno sullo stesso piano. Oltre ai giamaicani, spazio per Brendan Christian delle Antigue e Richard Thompson di Trinidad.

3) 400 metri: il bianco Jeremy Wariner, incontrastato dominatore delle ultime stagioni, ha più di una volta segnato il passo sull’attacco del coloured LaSwahn Merritt. Il 43.86 di Parigi-Saint Denis è però una conferma di superiorità. Ad evitare l’ennesimo podio tutto a stelle e strisce, Chris Brown delle Bahamas e il canadese Tyler Christopher. Menzione per il britannico Martin Rooney, ottimo elemento sul giro di pista, arrivato recentemente a 44.72.

4) 800 metri: una fila di atleti sulla stessa linea, in una gara storicamente - e ancor più quest’anno – imprevedibile e tattica fino allo sfinimento. Il russo Yuriy Borzakovskiy, oro olimpico in carica, a Monaco ha scoperto le carte scendendo sotto la fatidica soglia dell’1.43.00. Come lui il keniano naturalizzato del Bahrein Yusuf Saad Kamel e il sudanese Abubaker Kaki, che a Oslo strabiliò tutti. E ancora il sudafricano Mbulaeni Mulaudzi, argento di Atene, il canadese Gary Reed, il keniano Alfred Kirwa Yego, Abraham Chepkirwok dall’Uganda e il cubano Yeimer Lopez. Senza scordare il vincitore del Golden Gala di Roma Amine Laalou.

5) 1500 metri: il miglior tempo dell’anno è stato fatto segnare da Daniel Kipchirchir Komen (3.31.49) che però a Pechino non si è qualificato. E quindi il Kenya punta su Augustine Kiprono Choge e soprattutto su Asbel Kiprop, primo al Golden Gala con 3.31.64. Per l’oro c’è l’iridato statunitense Bernard Lagat, che nelle occasioni importanti sa piazzare zampate feline. Per il bronzo, invece, il marocchino ottimo nel 2008 Abdalaati Iquider, anch’egli sotto i 3.32, oltre all’algerino Tarek Boukensa. Infine Mehdi Baala, unico europeo davvero competitivo.

6) 5000 metri: si apre la sfida tra Kenya ed Etiopia, che, Lagat a parte (che dunque pare l’unico atleta a poter puntare all’impervia doppietta 1500-5000, sulle orme di Hicham El Guerrouji), dovrebbero monopolizzare la gara. I primi contano sull’eterno secondo Eliud Kipchoge e su Edwin Soi, il quale pare lontano dalla forma e dai tempi del recente passato. L’artiglieria etiope si avvale dai fratelli Bekele, Kenenisa e Tariku, e del campione juniores Abreham Cherkos.

7) 10000 metri: qui l’Etiopia può puntare al tris con il dominatore dell’ultimo quinquennio Kenenisa Bekele, altro pretendente ad un double, il suo avversario più agguerrito (si ricordi gli splendidi ultimi giri di Osaka 2007) Sileshi Sihine, e il mito di ritorno, Haile Gebrselassie, sotto i 27 minuti quest’anno, che ha rinunciato alla maratona per puntare al terzo oro olimpico dopo Atlanta e Sidney. Dei keniani solo Moses Masai può tenere un ritmo così alto.

8) 110 metri hs: la sfida è certamente tra l’idolo dei cinesi Xiang Lu, vecchio primatista mondiale e campione olimpico e iridato in carica, e il neo primatista Dayron Robles, 12.87 ad Ostrava e 12.88 a Parigi 15 giorni fa. Lu non ha risultati di rilievo nel 2008, ma è lecito aspettarsi una prestazione mostruosa proprio in finale. Terzo incomodo l’americano David Oliver, che eredita il prestigio e la personalità di Allen Johnson, e in secondo piano Terence Trammell e David Payne. Doucourè, Olijars e Quinonez per la finale.

9) 400 metri hs: gara a due piuttosto pronosticabile tra gli statunitensi Kerron Clement, iridato di Osaka, e Bershawn Jackson, vincitore dei Trials di Eugene. Per il bronzo contesa più incerta: c’è il sudafricano Louis Jacob Van Zyl, sorprendente ad Atene in 48.22, il giamaicano Danny McFarlane, primo a Monaco il 29 luglio scorso in 48.39, e perché no, il bronzo dei mondiali Marek Plawgo, polacco.

10) 3000 siepi: il kenya cala il tris d’assi, ovvero il podio completo degli ultimi mondiali. Non c’è Paul Kipsiele Koech, nettamente il più veloce del 2008 con tempi di poco superiori agli 8 primi. Brimin Kipruto, Ezekiel Kemboi e Richard Mateelong puntano a ripetere l’exploit giapponese. Non mancano gli avversari: l’ex keniano ora atleta del Bahrein Tareg Mubarak Taher, il naturalizzato svedese Mustafa Mohamed, l’etiope Nahom Mesfin. Dal vecchio continente l’olandese Simon Vroemen e il francese Bouabdellah Tahri.

11) Lancio del peso: graduatoria piuttosto stabile, si tratta di stabilire i colori delle medaglie dei tre Usa Adam Nelson, Reese Hoffa e Christian Cantwell e del bielorusso Andrei Mikhnevich, che pochi giorni fa a Minsk ha scagliato l’attrezzo a 22 metri esatti. Uno prenderà il legno.

12) Lancio del disco: sceso dal podio ad Osaka dopo anni di allori, il lituano Virgilius Alekna vuole fortemente il terzo titolo olimpico consecutivo. Da qualche tempo a questa parte, però, il leader della specialità è l’estone Gerd Kanter, arrivato a 71.88 quest’anno. Proprio il 2008 ha registrato la crescita dello spagnolo Mario Pestano, candidato al podio assieme all’iraniano Ehsan Hadadi e al tedesco argento di Osaka Robert Harting.

13) Lancio del martello: gli 84.51 metri di Ivan Tsykhan segnati al meeting di Grondo pongono il bielorusso in primissimo piano per l’oro. Fulmine a ciel sereno per gli antagonisti. L’ungherese Krisztyan Pars ha dimostrato eccellente continuità ad alti livelli, con 7 misure oltre gli 80 metri. In terzo piano l’armadio giapponese idolo delle folle Koji Murofushi, lo sloveno Primoz Kozmus e lo slovacco Libor Charfreitag. L’Italia può sperare nella follia di Marco Lingua, bizzarro energumeno piemontese.

14) Lancio del giavellotto: impronosticabili gli 89 metri raggiunti dall’australiano Jarrod Bannister a Brisbane, in febbraio; in verità l’aussie ha faticato a confermarsi, e l’ago della bilancia pende sempre dalla parte dei nordici Tero Pitkamaki e Andreas Thorkildsen. Un ritorno di Sergey Makarov è improbabile, attenzione ai lettoni.

15) Salto in lungo: Irving Saladino, panamense campione del mondo, ha ripreso a volare a decisi colpi d’ala verso l’oro olimpico. Il greco Louis Tsatoumas ha consolidato i meccanismi di salto e si pone come principale antagonista, assieme al saudita Hussein Taher Al Sabee. Brian Johnson, seppur secondo ai trials, è il più temibile dei 3 degli Stati Uniti. Quindi Godfrey Mokoena dal Sudafrica. Ogni scala di valori può essere sovvertita dal nostro Andrei Howe, argento di Osaka, che se in forma dopo il duplice infortunio di tarda primavera, può arrivare ovunque.

16) Salto triplo: nella disciplina orfana del campione svedese Christian Olsson, il variopinto britannico Phillips Idowu è il più verosimile candidato all’oro, ancor più dopo i 17.58 di Birmingham di metà luglio. Le azioni del portoghese Nelson Evora e del brasiliano Jadel Gregorio sono in netto calo rispetto all’estate scorsa, e dunque altri pretendenti possono infilarsi sul podio: Randy Lewis da Grenada e il romeno Marian Oprea.

17) Salto in alto: la Russia ripesca Andrey Silnov, recente 2.38 a Londra, e quindi fonda i propositi di medaglia non solo sull’argento di Osaka e dei mondiali indoor di Valencia Yaroslav Rybakov. L’avversario da battere è il monumento dell’alto Stefan Holm: lo svedese più volte oltre i 2.30, con picco di 2.37 ad Atene a luglio. Gli americani Dusty Jonas e Andra Manson possono dir qualcosa di interessante. Assente il cubano Victor Moya per un infortunio al tendine rotuleo, in condizioni precarie l’iridato dall’inusuale tecnica di salto Donald Thomas, si attende un sussulto da Talotti e Bettinelli.

18) Salto con l’asta: i leader 2008, l’americano Brad Walzer (oro iridato in carica) e il russo Evgeniy Lukyanenko, si contendono l’oro. Misura oltre la barriera dell’eccellenza dei 6 metri anche per l’australiano Steven Hooker, che probabilmente dovrà difendersi dall’ucraino Denys Yurchenko e i navigati tedeschi. Non ci sarà il campione olimpico Timothy Mack, eliminato ai trials.

19) 20 km marcia: in una gara spesso condizionata dal clima e dalle decisioni dei giudici, i russi paiono aver qualcosa in più di tutti gli altri, da Sergey Morozov, 20enne capace del record mondiale a Saransk, in patria, con 1.16.43, a Ilya Markov (Borchin è stato invischiato nella rete del doping, ma il team russo rivendica la sua innocenza ed è intenzionata a schierarlo). Lo spagnolo Francisco Javier Fernandez, argento olimpico dietro Brugnetti e argento di Osaka, vorrebbe a 31 anni consacrarsi definitivamente. Jefferson Perez, ecuadoregno oro ai mondiali 2007, proverà a difendere una leadership precaria; infine il norvegese Erik Tysse e il messicano Eder Sanchez dovrebbero giocarsela fino alla fine. Brugnetti stesso vorrà nuovamente stupire.

20) 50 km marcia: Alex Schwazer, 2 volte sul podio iridato, ha le armi per rincorrere la medaglia più preziosa. L’assenza causa infortunio dell’australiano Nathan Deakes, pone in primo piano i russi (non Kanaikin, fuori per positività ad un test antidoping di aprile), non nuovi però ai fallimenti nelle gare importanti. Sulla carta Denis Nizhegorodov, neo primatista mondiale in quel di Cheboksary con 3.34.14 e vicecampione olimpico, e Igor Yerokhin possiedono le qualità per staccare tutti gli avversari. Tra i padroni di casa c’è Chengliang Zhao, pronto a soddisfare le richieste del proprio paese.

21) Maratona: la mancata partecipazione di Gebrselassie promuove i keniani Martin Lel e Samuel Kamau Wanjiru, primo e secondo a Londra in aprile (oltre a Robert Kipkoech Cheruiyot, vincitore della maratona di Boston). L’Etiopia ha comunque in Deriba Merga e Tsegay Kebede due discreti interpreti della distanza, mentre lo svizzero Viktor Rothlin bronzo di Osaka, lo statunitense Ryan Hall e perché no gli italiani si candidano ad intromettersi tra i buchi del muro africano.

22) Staffetta 4x100: Stati Uniti e Giamaica, con Gran Bretagna e Trinidad e Tobago alle spalle. Con Tyson Gay e Walter Dix, oltre Darvis Patton e Travis Padgett (o Shawn Crawford) gli States possono garantire un tempo intorno ai 37.7. L’armata giamaicana (Usain Bolt, Asafa Powell, Nesta Carter e Michael Frater) è singolarmente superiore, ma contano anche gli automatismi. Per questo Germania e Polonia possono sorprendere. L’Italia ha indubbiamente una staffetta da record nazionale e deve puntare alla finale, senza dubbi di formazione e senza errori.

23) Staffetta 4x400: con Wariner e Merritt in formazione, gli Stati Uniti sono inattaccabili. Tra Reggie Witherspoon, Darold Williamson, David Neville oppure Angelo Taylor due staffettisti per l’oro. Per le altre medaglie, verrebbero da fare gli stessi nomi, Giamaica e Gran Bretagna. Ma le Bahamas di Chris Brown, argento di Osaka, vogliono ancora il podio.

24) Decathlon: 8832 punti per Bryan Clay e la nomina ad assoluto favorito per l’oro, dopo l’argento Olimpico e il titolo di Helsinki 2005. Il ceco Roman Sberle è risorto più volte, fino al primo posto stupendo di Osaka (per pochissimi punti sul giamaicano Maurice Smith, anch’egli a ottimi livelli pure nel 2008), ma difficilmente confermerà il titolo di Atene. Anche perché gli altri americani Tom Pappas e Trey Hardee, il kazako Dmitriy Karpov, il russo Aleksey Sysoev e ancor più il bielorusso Andrei Krauchanka ambiscono al podio.

Gare femminili

1) 100 metri: si ripropone il duello Stati Uniti-Giamaica, pur senza una protagonista del calibro di Veronica Campbell, quarta ai trials gialloneroverdi. Kerron Stewart, Shelly Ann Frasier e Sherone Simpson proveranno a fermare la veterana Torry Edwards e Lauryn Williams. Kim Gevaert e la nigeriana Oludamola Osayomi tenteranno l’accesso alla finale.

2) 200 metri: qui la Campbell c’è e ambisce senza mezzi termini al secondo oro olimpico, con la compagna Kerron Stewart possibile protagonista. Nel nordamerica c’è però Allyson Felix, oro mondiale e specialista della distanza. Sempre viva la bahamense Debbie Ferguson, mentre la francese Muriel Hurtis e la russa nemmeno 20enne Aleksandra Fedoriva osano un piazzamento nelle prime 5.

3) 400 metri: l’americana Sanya Richards potrebbe finalmente sfruttare il suo talento per un posto sul gradino più alto del podio; dovrà battagliare con Shericka Williams e Novlene Williams, giamaicane poderose, e con la compagna di squadra Mary Wineberg. Specialità che arride alla Russia, la cui portacolori più vicina alle nere è Anastasiya Kapachinskaya. Sarà dura per il binomio britannico Christine Ohuruogu-Nicole Sanders ripetere Osaka.

4) 800 metri: la squalifica della russa Yelena Soboleva, leader 2008 con 1.54.85, rende semplice il compito della giovanissima keniana Pamela Jelimo, autentica dominatrice della Golden League e più volte prima per distacco. Sarà Tatyana Andrianova a difendere i colori del paese dell’est Europa. La keniana Janeth Jepkosgei, iridata ad Osaka, e la marocchina Hasna Benhassi, le avversarie più credibili, per nobiltà e prestigio. Senza dimenticare, ovviamente, la plurititolata mozambicana Maria De Lourdes Mutola. Elisa Cusma ha nelle gambe la finale e un posto nelle 8.

5) 1500 metri: pure qui, fuori Soboleva, Tatyana Tomashova e Yuliya Fomenko per manipolazione di provette di urine, si schiudono le porte del podio per molte atlete. A partire dalla campionessa mondiale Maryam Yusuf Jamal, atleta del Bahrein, ora ancor più favorita, unica delle partecipanti ad esser scesa sotto i 4 minuti nel 2008. La romena Liliana Popescu ha raggiunto tra maggio e giugno l’apice della condizione, l’ucraina Iryna Lishchynska e la bulgara Daniela Yordanova alzano il capo per la medaglia. C’è anche l’etiope Gelete Burka

6) 5000 metri: le due connazionali non si amano, si sfidano a colpi di record, si sfilano jackpot e vittorie in volata, ma sono le più forti senza alcun dubbio; parliamo delle etiopi Tirunesh Dibaba, primatista mondiale a Oslo con 4.11.15, e Meseret Defar, giunta a meno di due secondi di distanza in quel di Stoccolma. Per il terzo posto più russe (Liliya Shobukova o Gulnara Samitova-Galkina) che keniane (Vivian Cheruiyot e Prisca Jepleting Cherono).

7) 10000 metri: Tirunesh Dibaba non può sottrarsi alle pressioni interne ed esterne che le vogliono al collo due medaglie d’oro. Le connazionali Mestawet Tufa e Ejegayehu Dibaba, la russa Inga Abitova e l’americana Shalane Flanagan con percentuali di riuscita diverse puntano un metallo prezioso. Le keniane non dovrebbero costituire un grosso problema, ma il nome della 18enne Linet Masai vi invitiamo a prenderlo in considerazione.

8) 100 metri hs: le statunitensi Lolo Jones e Damuh Cherry possiedono i primi tempi stagionali con rispettivamente 12.45 e 12.47, ma le giamaicane “stagionate” Brigitte Foster-Hylton e Delloreen Ennis-London sembrano poter gestire i turni e la tensione meglio di tutte. La spagnola Josephine Onyia ha abbandonato presto i sogni di jackpot ma è una realtà, così come l’australiana Sally McLellan, seconda a Monaco e Londra. Ultima delle possibili piazzate, la svedese Susanna Kallur.

9) 400 metri hs: Melaine Walker, Giamaica, e Tiffany Ross-Williams, Stati Uniti, le più in forma della seconda metà del 2008. Se il bronzo dovesse giungere dall’Europa, punteremmo sulla polacca Anna Jesien, seconda al Golden Gala di Roma, e in seconda battuta sulla russa Ekaterina Bikert.

10) 3000 siepi: difficile che scappi l’oro alle russe, all’avanguardia in una distanza che esordirà ai Giochi proprio a Pechino. Gulnara Samitova.-Galkina, detentrice del record mondiale (stagionale e di sempre), Yekaterina Volkova e Tatyana Petrova, oro e argento iridate in carica, faranno gara di testa. La keniana Eunice Jepkorir si getterà certamente nella mischia per evitare il tris, insieme alla giovane compagna Ruth Bisibori Nyangau. Poi l’etiope Mekdes Bekele e l’australiana Donna MacFarlane.

11) Lancio del peso: per l’oro è gara a due tra la bielorussa Nadzeya Ostapchuk e la neozelandese Valerie Vili. Ma le altre bielorusse sono ugualmente agguerrite, soprattutto Natallia Mikhnevich. Atleta che si può inserire nelle prime posizioni è la tedesca 33enne Nadine Kleinert.

12) Lancio del disco: altra russa in cima alle liste di specialità squalificata, ovvero Darya Pyshchalnikova, e altra gara senza padrone. La romena Nicoletta Grasu ha l’ultima occasione per conquistare l’oro che le manca; ma c’è la campionessa olimpica in carica, la russa Natalya Sadova, a proibirglielo. E poi la cubana Yarelis Barrios e l’americana Stephanie Brown-Trafton.

13) Lancio del martello: Yipsy Moreno non si risparmierà per nulla, l’oro olimpico è ciò che gli manca per completare una sfolgorante carriera. Ma quest’anno è spuntata ad altissimi livelli la bielorussa Aksana Miankova, salita fino a 77.32. Dall’Europa dell’est anche la slovacca Martina Danisova-Hrasnova, mentre è lecito attendersi un altro spunto della tedesca Betty Heidler, oro ad Osaka per due soli centimetri. Dalla Cina con furore Zhang Wenxiu.

14) Lancio del giavellotto: oro e argento in Giappone, la ceca Barbora Spotakova e la tedesca Christina Obergfoll sono indiscutibilmente le più potenti. Poi la russa Mariya Abakumova, 22enne in ascesa, e l’altra tedesca Steffi Nerius. Una gara di giavellotto non può infine prescindere dalla detentrice del record mondiale, la cubana Osleidys Menendez.

15) Salto in lungo: periodo piuttosto oscuro per la specialità, lontana dai fasti del decennio precedente. Tatyana Lebedeva e Tatyana Kotova sono il vecchio che piano piano decade, la portoghese Naide Gomes, l’americana Brittney Reese il nuovo che velocemente avanza. Le medaglie usciranno da questo lotto, la sola brasiliana Maurren Higa Maggi può estrarre un salto di livello. A meno che la svedese Caroline Kluft…

16) Salto triplo: qui, al contrario, le misure oltre i 15 metri sono frequenti. Merito della campionessa mondiale Yargelis Saligne, 15.20 a Rethimno a metà luglio, e della greca Hrysopiyi Devetzi, spuntata ad Atene e poi sempre su ottimi standard. Ad Atene trionfò la camerunense Francoise Mbango Etone, quest’anno “ferma” a 14.95. C’è sempre la Lebedeva pronta ad insidiare le prime 3 della classe.

17) Salto in alto: in una delle gare più scontate dell’Olimpiade, la croata Blanka Vlasic può stupire non con l’oro ma con il nuovo record del mondo (sempre i 2.09 della bulgara Kostadinova, datati 1987). Quest’anno è arrivata a 2.06 e a 35 vittorie consecutive. Per argento e bronzo le russe Elena Slesarenko e Anna Chicherova e la tedesca Ariane Friedrich, a 2.01 pochi giorni fa a Bochum. Per la nostra Di Martino sarà terribilmente arduo confermare l’argento di Osaka, ci vorranno probabilmente i 2.03 o i 2.01 al primo salto.

18) Salto con l’asta: altro contest senza contendenti, visto che Yelena Isinbaeva continua a collezionare record del mondo ad altezze siderali per tutte le altre. Il 4.92 dell’americana Jennifer Stuczynski ai trials non solo non l’ha impaurita, anzi le ha conferito nuova grinta. Al bronzo possono ambire la polacca Monika Pyrek, salita a 4.75, e le russe Svetlana Feofanova e Yuliya Golubchikova.

19) 20 km marcia: le russe verso la doppietta con Olga Kaniskina, oro ad Osaka, e Tatyana Sibileva. Nessun’altra atleta in gara a Pechino sotto l’ora e 26 minuti. Portoghesi sugli scudi: nella gara di Cheboksary Vera Santos fu terza dietro alle suddette, Susana Feitor più volte piazzata. L’ucraina Vira Zozulya è in lizza per un posto nella top five, Liu Hong guida la pattuglia delle cinesi.

20) Maratona: Zhou Chunxiu, argento iridato di Osaka, è una delle maggiori speranze dei padroni di casa di alloro dall’atletica, ma nulla si può senza mettere in conto la resistenza di etiopi come Berhane Adere e Bezunesh Bekele. A Londra si è imposta la tedesca Irina Mikitenko, a Roma la russa Galina Bogomolova. Una notizia dell’ultima ora può cambiare gli equilibri: ci sarà Paula Radcliffe.

21) Staffetta 4x100: Campbell, Stewart, Simpson e una qualunque quarta frazionista completano una staffetta giamaicana da brividi; gli Stati Uniti non ci stanno e puntano ad allargare la forbice di 3 centesimi affibbiata alle centroamericane ad Osaka con Edwards, le Williams e Muna Lee. Per il bronzo le Bahamas di Sturrup e Ferguson, Russia e Gran Bretagna.

22) Staffetta 4x400: Stati Uniti verso l’oro con Richards, Trotter, Wineberg e Hastings; dovrà vedersela, manco a dirlo, con la Giamaica di Simpson e Shericka Williams, a 3.25.04 ad aprile. Per il terzo posto la tradizione dice Russia, con Yulia Guzshina, Tatyana Veshkorova e Lyudmila Livtinova. Il podio è qui a meno di gigantesche sorprese.

23) Eptathlon: senza la campionessa Caroline Kluft, l’ucraina Lyudmila Blonska può approdare all’oro che desidera. Le russe son da tenere d’occhio, come la dominatrice dei Trials americani, Hyleas Fountain, leader stagionale. La tedesca Lilli Schwarzkopf, classe ’83, si sta proponendo come outsider, pronta a sfruttare ogni buco delle avversarie.

PROGRAMMA GARE

Gare dal 15 agosto, come da tradizione partenza ritardata. Peso uomini e 10000 donne le prime medaglie. Poi programma fitto con i 100 uomini il 16, lungo uomini il 18, alto donne il 23 e maratona maschile in chiusura il 24. Marce e maratone nella notte italiana, finali invece in orari possibili, tra le 13 e le 16.

di Daniele Todisco

2 commenti:

furiasarda ha detto...

Grazie mille per tutte le notizie, da italiano all'estero in astinenza da paginone gazzetta te ne sono grato. Ti ho linkato sul mio blog e che dire!!! Buone Olimpiadi!!!

Zatopek ha detto...

grazie per la segnalazione... se vuoi il paginone gazzetta (che comunque ci è inferiore ^_^) lasciami la tua email chè te lo invio in formato PDF. ciao.